Capitolo 10

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Passano altri tre giorni, e arriva lunedì, vedo Kyle uscire dopo cena.
Dopo la cena che non mangia.
Aspetto poco prima di chiamare Lara
"Arrivo, dammi solo 3 minuti"
Possibile che quella donna non lasci spazio per le gentilezze?

Salgo in macchina e mi domando come farà con la sua, penso un attimo e constato che l'ospedale è lungo la traiettoria del bus A2.
Mi divertirò anche lì sopra.
Mille luci illuminano la facciata dell'ospedale e io non posso fare a meno di salire piano le scale per capire il numero immenso di finestre illuminate e buie che si intervallano.

Prendo l'ascensore e schiaccio il numero cinque, che si illumina di verde e sblocca la cabina lunga, alta e stretta.
Si ferma troppo presto per essere già arrivata.
"Posso?" Chiede un signore con i capelli argentati dal grigio
"Certo"
"Che ci fa qui una ragazza così bella e sana tutta sola nel reparto di psichiatria?"
"Devo far visita ad un amico"
"Le visite ora sono finite" corruga la fronte
"E lei? Che ci fa a quest'ora tutto solo?"
"Beh, sono il direttore del reparto"
Il campanello suona e il bottone si spegne
"Buona serata" mi Sorride bonariamente e mi fa passare
Perché lo da se sa che non posso?

Vado verso la porta del medico dell'altra volta, busso ma nessuno risponde, c'è un cartello attaccato con dello scotch
"Piano -1, chiamate se c'è bisogno"

Nel sotterraneo?
Perché?
Aspetto circa 40 minuti, tra Instagram e Twitter, poi mi stufo e decido di tentare la sorte e farmi largo tra le ragnatele.

Di ragnatele ce ne sono poche a dir la verità, ci sono stanze chiuse e porte colorate con lo stesso colore dei muri, ci sono diverso cartelli con Frecce rosse enormi che mi guidano fino ad una porta automatica.
"Palestra" c'è scritto. Capisco che Kyle è lì dentro e che per me è zona off-limits
Il freddo mi sale dalle scarpe e il giubbino di pelle non basta a farmi smettere di tremare.
Riesco ad intravedere qualcuno, mi alzo sulle mie snickers.
C'è il medico, batte le mani a velocità sostenuta, urla qualcosa, ma non sento e non leggo tutto ciò.
Guarda verso il basso e, mannaggia a me dovevo mettermi gli stivaletti, mi limito a seguire il suo sguardo.
Le mani continuano a sbattere e lui sembra così serio.
Cerco qualcosa per alzarmi, trovo una vecchia alzata per gli squats, l'ideale.

In basso, a terra e intento a fare flessioni c'è Kyle, a petto nudo e con un enorme tatuaggio sulla schiena.
È velocissimo e sicuramente riesce a sostenere il ritmo dei battiti del medico.
Ha una collanina al petto, con una medaglietta d'oro che salta ad ogni suo sollevamento.

Si fermano, lui si alza e vedo il suo costato e il suo petto alzarsi affannati ad ogni respiro.

Il medico si allontana, non ha più il camice e sembra agile ed atletico come Kyle. Forse più vecchio.
Prende una fune, la slega da un nodo precedente e la lancia verso delle sbarre di ferro in cima al soffitto, la corda fa il giro e ricade dall'altra parte.
Dice qualcosa, ma non riesco a capire cosa di preciso.
So solo che a tutto ciò, Kyle annuisce e si fionda verso i due pezzi di corda.
Si attorciglia i due lembi sugli avambracci e inizia a salire. Essendo una corda a due parti e senza nodi, lui non riuscirebbe mai a darsi la spinta con i piedi, quindi lo vedo salire su solo con la forza delle sue braccia.
Tutto questo mi confonde, tanto da dover tener chiuso gli occhi e ribagnarli dalla secchezza.

È in cima, il dottore dice qualcosa...
Conta...
Conta tanto e Kyle guarda il suo viso.
Le sue braccia tremano e poi inizia a scivolare giù.
Ai piedi porta delle scarpe che a vista sembrano così pesanti e scomode, quasi fossero di ferro.

Si stringono la mano, oddio devo scappare.
Salto giù da quello sgabello quasi rotto e corro su per le scale dove l'ascensore non era potuto arrivare.
Una volta al piano terra schiaccio ferocemente il pulsante 5 e mi immischio in mezzo a quello che potrei definire un intero gruppo di medici e infermieri.
Il cuore a mille pompa sangue nelle orecchie e nelle tempie, troppo per me.

Mi siedo davanti alla porta con sopra ancora il cartello dell'avviso e accendo il telefono
Sono le 11:30.
Non pensavo fosse passato così tanto tempo...

Cry but do not bleed [ IN REVISIONE ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora