Capitolo 6

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KYLE POV
Non volevo nemmeno andare dal medico.
Quella Megan è pazza.
Ma almeno non sa di cosa sono stato capace.
Ogni persona mi riconosce, ogni ragazza mi teme e ogni madre tiene lontano da me il suo bambino.
Ma Megan non sa Nulla... e Se solo sapesse almeno un briciolo della mia storia, scapperebbe via per sempre.
Quella sera non pensavo di ritrovarmela davanti, con la mia maglia e con delle gambe magre e lucide.
Ora non parla più e ho capito perché, ma a me le non importa, non devo farla scappare, perché non sopporterei di vedere Jason piangere.
"È mia amica" ha detto lui quando si era intrufolato nella mia camera "lei mi vuole bene" aveva aggiunto saltandomi sopra

"Kyle, non pensavo fossi..." il medico è Ronald Cooper, vecchio amico di famiglia
"Vivo?"
"Qui, volevo dire"
"Forse era meglio che non tornassi"
"Perché sei qui? A me puoi dirlo, ho il segreto professionale"
"Non hai sentito al telegiornale? Parlavano solo della mia squadra di soldati"
Lui si zittisce ed estrae una biro, schiaccia il retro e una lucina si accende
"Apri la bocca"
"Non è lì il problema"
"Ti ho detto di aprire la bocca" ha già la luce puntata in faccia
Apro la bocca e lui sospira "hai avuto incubi e hai urlato?"
So che lui sa tutto di noi Marines, è stato tanto tempo in campo d'addestramento a controllare i nuovi entrati.
"E quella ragazza?"
Un riccio grigio scende dalla sua fronte e gli copre l'occhio destro, ma lo vedo farmi l'occhiolino
"Non è nessuno"
"Beh, se ti sta vicino è già tanto no?"
Non ha tutti i torti, ma mi sta vicina perché non sa nulla.
Non so perché mi sono fatto promettere da lei di non chiedere mai di me agli altri.
Forse per paura di allontanarla?
Non può essere.
Lo faccio per Jason, non posso vederlo piangere ancora.
Mi è bastato quando era ancora piccolo.

"Punti a sutura continua" mi prende le mani e schiaccia sui punti
Ringhio e chiudo gli occhi, forti scosse partono dalle mia nocche e raggiungono il mio cervello.
"Non va bene, ti mando su in psichiatria"
"No, sto bene"
"No Kyle, non stai affatto bene"

Con lui non posso litigare, il fatto suo lo sa eccome, ed è grazie a lui che la mia testa è ancora integra dopo una caduta degna di morte.
"Riesci a dormire almeno 2 ore?"
"No"
"Che fai intanto?"
"Esercizi"
"Alzati e spogliati"
Faccio ciò che mi dice, e già mia aspetto ciò che dirà
"I tuoi muscoli si stanno per lacerare definitivamente, sei in sovrallenamento, i tuoi muscoli sono pieni di acido lattico"
Mi rimetto velocemente la maglia e non gli do più la possibilità di dire nulla.
"Kyle, ti hanno mandato a casa, ora non sei più in servizio, devi riposarti"
"Facile dirlo"
"Come si chiama quella ragazza?"
Ancora lei?
"Megan"
"Invitala a mangiare qualcosa, rilassati, sembra una brava ragaz"
"No, ti ho già detto che non veglio sprecare tempo con lei e con nessun'altra"

Non pensavo fosse così triste al riguardo, ma beh, la vita è la mia.
"Lunedì alle 21:00"
"Troppo tardi, che mi vuoi far fare"
"Voglio curarti, ed è tardi per non farti vedere da tutti"

Una volta uscito mi metto a camminare, troppo veloce per Megan.

Cry but do not bleed [ IN REVISIONE ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora