Cap. 2 Chi sei?

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"Bip..Bip..Bip"

Questo era il fastidioso suono della sveglia che faceva iniziare la mia giornata. Mi alzai con fatica, rimasi seduto sul letto a cercare il nulla, con quello sguardo fisso su qualcosa che non c'era. Dopo la lettera, sapevo che per continuare a vivere in maniera "normale", ci avrei messo un pò, o forse non sarebbe mai passato.

"Adam, sbrigati o pure oggi dovrai fare le cose in fretta!!"

Urlò mia madre dal piano di sotto.

Così, presi l'iniziativa, mi stropicciai gli occhi e mi sgranchii le braccia portandole verso l'esterno. Avendo sempre la tristezza addosso, misi robe a caso, senza dare troppo importanza all'abbinamento:

Felpa Nera

Pantaloni sul jeans chiaro

Converse Nere, come sempre.

Preparai la cartella, togliendo le bombolette e la bandana.

"Non ho ispirazione, mi darebbero solo peso" Pensai tra me e me. Così scesi le scale, salutai mamma e mi diressi verso la fermata del autobus. Questa volta era molto più affollatto rispetto a ieri, c'erano tutti i miei compagni di classe, ragazzi e ragazze sempre della scuola, probabilmente più piccoli.

"Ehi Ad, cos'è non si saluta più ?"

Mi girai, e a sorridermi c'era Jo, finalmente qualcuno su cui contare o comunque che mi desse motivo per sorridere, o almeno, fare finta di farlo.

"Ehi Jo...ciao, scusa ma non ti avevo proprio visto..sono ancora un po' stanco"

Lui smise di sorridere e chinò la testa leggermente guardandomi e dicendo:

"Tutto Ok? Sicuro che è solo sonno? Dimmi che è successo, avanti.."

Non so come avesse fatto a capire che non era stanchezza la mia, ma è sempre il buon vecchio Josef, lui mi conosce meglio di chiunque altro. Quindi perché mentirgli?!

"Beh...in effetti, non è proprio sonno.."

Ormai l'autobus era arrivato, quindi gli raccontai tutta la storia della lettera e della nottata passata in bianco a leggere e rileggere quelle parole senza un motivo preciso. Arrivati a scuola, entrammo ma le nostre strade si divisero perché avevamo due tipi di lezione diverse. Mi diressi verso l'aula di Scienze, aprii la porta e venni accolto da una sorpresa. Lì, vicino alla cattedra, era in piedi una ragazza che non avevo mai visto. Una ragazza dai capelli lunghi, così lunghi che le ricoprivano completamente le spalle , erano neri come la notte ma lucidissimi e un po' mossi alle punte. Era abbastanza alta, ma non troppo..nella media ecco. Era magra e con uno stile piuttosto particolare:

Camicietta nera e rossa a quadri, più lunga della sua taglia tant'è che le punte della camicia formavano una specie di gonna

Leggins nero,

Vans basse e nere, con delle scritte sui lacci e sulla parte posteriore della scarpa.

Per finire un lungo giubbotto verdone che le arrivava quasi alle ginocchia.

Insomma, sembravano vestiti di un gigante su un corpo minuto.

Questa ragazza era di spalle, riuscivo solo a vederla da dietro, ma francamente, non mi interessava più di tanto. Avevo altri pensieri per la testa e una ragazza non mi avrebbe di certo fatto così felice.

"Darkin, è in ritardo! Ma per fortuna non abbiamo ancora iniziato la lezione..Stavo presentando alla classe la nuova arrivata"

Ignorando completamente le parole della profesoressa. Mi andai a sedere al banco in fondo all'aula, rimasi con gli auricolari alle orecchie e mi misi con le mani incrociate e la testa in mezzo come se non avessi dormito..che poi, era così. Mille pensieri vagavano per la mente ed era come se il mondo fosse troppo lontano da me. La mia confusione venne interrotta bruscamente dalla prof:

"Darkin, sto parlando con lei o con il muro!? Giacché vedo che è molto attento, sarà lei a sedersi vicino alla nuova arrivata"

Tolsi gli auricolari e risposi con un "See...ok", detto con la testa sul banco in maniera quasi sarcastica, questo fece ridere la classe e irritò la professoressa.

"Faccia poco lo spiritoso oggi, altrimenti prenderò provenienti"

Feci il gesto "ok" con il pollice in su per poi alzare la testa e vedere se mi aveva visto, ma al posto della professoressa, avevo la ragazza di fronte al banco. Riuscivo a guardala in faccia.

Alla vista di quel viso le mie pupille si rimpicciolirono, sentivo solo il battito del cuore accelerare per aver incrociato il suo sguardo. Ero sorpreso quanto meravigliato. Aveva un viso semplice, senza trucco se non un po' di matita sugli occhi , e quegli occhi erano così irreali, avevano un colore tra il verde e il nocciola, ma il contorno era violetto e vicino all' iride era di un azzurro acceso, con delle macchie grigie. Non avevo mai visto nulla di così raro e unico prima. Erano gli occhi più belli che avessi mai visto.

Le labbra erano sottili e circondavano un sorriso splendente e imbarazzato, forse perché ero come incantato dal suo viso. Poi aprì lievemente la bocca e con voce tremolante e bassa quasi sussurò:

"..è qui che devo sedermi?.."

Mi si bloccò il respiro, volevo risponderle di si ma non ci riuscivo,così annuii solamente. Si sedette quindi al posto vicino al mio. Uscì dal suo zaino un quaderno e iniziò a scrivere qualcosa, ma non capivo cosa. Ero troppo concentrato dal suo viso così nuovo per me, lo fissavo in tutta la sua semplicità, ne ero imbambolato. Lei mi guardò con uno sguardo imbarazzato, ma sorrise lievemente e arrosì sopra le guance, su quei suoi zigomi che sembravano fatti per essere tirati. Tutto il momento venne rovinato sempre dalla prof. Che sbattè le mani sul mio banco e mi gridò:

"ADAM DARKIN, COS'HAI INTENZIONE DI FARE OGGI?? DEVE RISPONDERE ALL'APPELLO QUANDO LA CHIAMO! VOGLIAMO DARCI UNA SVEGLIATA O VUOI ANDARE DAL PRESIDE?

Mi venne un colpo che mi fece indietreggiare con la sedia. Mi ero svegliato, quindi mi scusai con la professoressa e tirai fuori il quaderno.

"Eh vediamo di iniziare la lezione senza interruzioni"

I compagni ai banchi davanti ridacchiavano o comunque trattenevano le risate. Mentre la ragazza stava scrivendo gli appunti della lavagna, si portò un ciuffo di capelli dietro l'orecchio, fece cenno di risata con un sorrisetto adorabile e arrossì ancor di più di quanto non lo fosse prima. Mi sentivo così in imbarazzo che alla fine risi pure io. Se non puoi batterli, unisciti a loro, no?  Per fortuna, fino al suono della campanella non feci altre brutte figure, mi limitai a fare disegni su un block notes che porto sempre con me al posto di pastrocchiare i quaderni. Al termine delle lezioni andai al mio armadietto per cambiare i libri, quando chiusi la porticina , c'era sempre quella ragazza che si sorprese e imbarazzò, come me. Aveva un quaderno tra le braccia e si vedeva che lo abbracciava forte, forse era emozionata..ma di cosa? Di parlare con me? Ad un certo punto si vide che prese un bel respiro per poi dirmi:

"T-ti ringrazio di essere il mio compagno di banco, mi sono appena trasferita e non conosco nessuno..quindi mi farebbe piacere iniziare a conoscere qualcuno, soprattutto se sono tutti simpatici come te, penso che mi troverò bene..ora devo andare, ma ci vediamo domani, compagno di banco"

Se ne andò di fretta con un sorriso che faceva splendere tutta la sua faccia. Rimasi così sorpreso che non ebbi il tempo di dirle nulla, semplicemente di rimanere come un baccalà. Ma solo dopo mi resi conto di non sapere il nome di quella ragazza.
Sapevo solo che domani l'avrei rivista.

The Dark Side of LoveWhere stories live. Discover now