13. Mente e cuore

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Cosa avrei fatto sei Robert mi avesse trovata?

Cosa mi avrebbe fatto?

Furono quelli i pensieri con cui ingoiai quella bistecca, per fortuna le continue liti e discussioni in disaccordo dei miei amici mi fecero risollevare leggermente il morale, nonostante ciò non avevo alcuna voglia di andare a lavorare al centro sportivo, sperai vividamente di non trovarci Derek, anche se con egli dovevo chiarire e trovare la retta via. Non potevo restare a casa di Jassie questo era sicuro, ma non potevo neanche tornare fra le braccia di Derek come una delle sue prede in pre dalla foga e dal calore. Era un sfida, un'eterna scelta che dovevo prendere, la casa di Derek era così accogliente, avevo tutti i miei spazi, un garage tutto mio, una cucina mia e un luogo in cui la donna ero io e avrei dovuto prendermene cura personalmente come una vera adulta.

Durante il lavoro non vidi Derek, sembrò quasi essersi volatilizzato, Raul mi fece lavorare invece il doppio per via dell'inconveniente il giorno prima, fu faticoso continuare a fare caffè e drink analcolici e sgobbare a destra e sinistra per poter consegnare ciò era stato ordinato. Tirai un sospiro di sollievo quando finalmente mi privai del mio grembiule, mi cambiai in fretta e sfrecciai verso casa. Finch insistette tanto nel farmi mollare la mia coperta e la tazza di caffè bollente accompagnate dal comodo divano, Jassie aveva ormai perso le speranze. I miei pensieri erano ancora riconducibili a Robert e al futuro che mi attendeva.
-"Adesso no, basta!"- il ragazzo mi tirò via la coperta gettandola sul pavimento, ebbi un brivido di freddo datone le cosce scoperte ma con una bella felpa pensante che compensava il lato di sopra.
-"Ma che ti prende?"- strillai, anche se probabilmente mi scappava da sorridere.
-"Mi prende che non mi va di ospitare una nonna belarda, quindi alza quel culetto e va a vestirti, vieni con noi"- parló Finch in maniera molto autoritaria. Sbuffai pesantemente, probabilmente aveva ragione se fossi rimasta lì avrei continuato a pensare a Robert, sarei stata da sola e immersa ancora nel mio passato mischiato all'incasinato presente.
-"Ok ok, vengo"- dissi pur non essendone completamente entusiasta. Sbuffando mi alzai dal divano e tirai i capelli in una crocchia.
-"Come diavolo hai fatto a convincerla?"- sbalordita disse Jass rivolgendosi al suo coinquilino.
-"Semplice: ho usato le maniere forti"- disse, tirandosi le arie, incorniciando le braccia  petto.
-"Non vorrai mica uscire così vero?"- intervenne la mia amica osservandomi con una smorfia di disgusto.
-"Perché? Cos'è che non va?"-
-"Spaventerai i nostri amici, se non tutta New York, .. sbrigati"- roteai gli occhi al cielo, e quando entrai al piano di sopra in camera mia trovai sul letto un abito rosso scuro, con le maniche a tre quarti e morbido sui fianchi che arrivava fino alle ginocchia.
-"Ma che.."- sorrisi, sapevano che sarei venuta con loro, mi avrebbero convinta a tutti i costi, così tanto da scegliere il vestito ancor prima che accettassi. Lo abbinai con dei stivali alti, legai i ciuffi dei mie capelli mossi con delle forcine, un filo di trucco e afferrai la mia clatch pronta a scendere.
-"Che fine ha fatto la nonna?"- disse Finch eccitato e emanando uno piccolo strillo non appena mi vede scendere le scale.
-"L'ho chiusa nel forno"- scherzai, ed entrambi risero di gusto.
-"Sei uno schianto!"- confermo la mia amica.

L'auto di Finch era pronta, così ci recammo con la sua nel centro di New York, un localino davvero delizioso fuori l'insegna era illuminata di un leggero lilla con uno stemma di un bicchiere e un oliva. Berry's si chiamava, il nome era allettante e anche l'interno visto da fuori non era per niente male. Quando fummo al suo interno, mi beai del calore dei termosifoni, tant'è che mi privai subito della mia giacca. I tavoli erano contornati da strisce di divanetti neri, l'atmosfera era soave una musica jazz risuonava attraverso alcuni artisti che stavano suonano dal vivo. Niente a che vedere con il Downtown club della volta precedente. Quello si che era il posto per me, niente gente che fumava o che giocava a carte, visi tranquilli e puliti.
-"Monique, ciao tesoro"- esclamò Finch salutando la loro amica seduta al tavolo con un altro ragazzo biondo.
-"Da quanto tempo, ti presento Johanatan"- i due ebbero immediatamente una feeling particolare, tant'è che egli si sedette accanto al ragazzo.
-"Monique lei è Nina partecipa al concorso con me"- disse Jass, tesi la mia mano e la ragazza dai capelli ramati mi accolse calorosamente.
-"Molto piacere, non ti ho mai vista in giro"-
-"Sono di Manhattan"- sorrisi cordialmente.
-"Oh si? Be dai sedetevi ordiamo da bere"- esclamò ella, con grande entusiasmo.

IL CORAGGIO DI RESTARE (In corso)Where stories live. Discover now