Ora sono Tre (Capitolo 16)

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Quando si sciolsero dall'abbraccio il mio sguardo era proiettato sul giovane dottore, che come me si sentiva fuori posto.

Ci sorridemmo. 

<< Penso che sia meglio andare, non è sicuro restare qua!>> esclamò l'anziano avanzando verso la porta metallica

<< Non so quanto sicuro può essere lì fuori>> risposi di getto a quell'esclamazione

L'anziano Dottore non si curò minimamente di me e continuò a far scorrere sulla superficie metallica della porta il suo cacciavite. L'altro lui, il giovane intendo, era al suo fianco silenzioso e schivo, forse stava pensando. Clara, era in un angolo assorta nei suoi pensieri.

<< Clara perché questa espressione incupita?>> domandai per spezzare il silenzio e riportarla tra di noi

<< Vega, sono preoccupata per noi e il nostro futuro. Io non dovrei essere qui a quanto detto dal Dottore. Il nostro incontro sarebbe dovuto venire altrove e in altri tempi. Questo sta a significare che qualcosa non va, che succederà qualche tipo di catastrofe! Il giovane Dottore prima ha parlato di qualcosa di una distorsione spazio-tempo e penso che non si sia sbagliato!>>

La sua voce era un filo percettibile a stento, non voleva essere sentita, e ciò era comprensibile, l'atmosfera era già molto tesa non era necessario caricare sulle spalle dei due anche le nostre preoccupazioni.

Mi avvicinai quasi a sfiorare il suo orecchio destro

<< Tranquilla, sono fiduciosa, sento che siamo al sicuro con questi due!>> dissi sorridendo e indicando gli uomini dall'altro lato della stanza.

<<Forza, possiamo andare!>> 

Il cacciavite suonò e la porta si spalancò. Un intenso fumo mi offuscò la visuale, feci fatica ad individuare i miei compagni.

<< Aspettatemi, non vedo nulla, c'è troppo fumo!>>

Una voce profonda proveniente dalla mia destra mi fece sussultare. Era il mio Dottore, la sua mano nodosa e vissuta strinse la mia con forza e l'ansia di quel momento sparì con quella stretta.

<< Vega ci sono io con te!>>

Era l'unica cosa carina che mi aveva detto da quando ci eravamo ricongiunti. Era la prima volta che stava parlando con me, solo con me.

<< Grazie Dottore!>>

Appena misi piede fuori da quella maledettissima stanza la situazione peggiorò, oltre al fumo il suono acuto di un allarme di attivò.

<<Andiamo a destra, dovremmo riuscire ad uscire da questo inferno!>>

In lontananza si riusciva a percepire il ronzio metallico dei Daleks che si stavano avvicinando a noi. Cominciammo a correre ma la nostra fuga durò poco, una schiera di Daleks si frappose tra noi e l'uscita.

Calò un gelido silezio

<< Due Dottori, sembra proprio il mio giorno fortunato, inoltre vi devo anche ringraziare, mi avete portato Clara, ora consegnatela a noi e scappate.>>

La voce di Davros raggiunse di colpo le mie orecchie, mi ero dimenticata completamente di lui e della sua viscidità.

Una risata piena di gusto si levò spezzando quella tensione esistente.

<< Due Dottori sono meglio di uno. Clara verrà via con noi uscendo proprio dalla porta alle tue spalle!>>

Il giovane Dottore nemmeno in quella situazione perse la sua stravaganza, agitava le braccia in aria come se fosse intento a ballare. Un ballo buffo, ma pur sempre un ballo!

<< Cosa diavolo stai facendo?>> chiese l'anziano guardandolo con aria interrogativa

<< Sto cercando una cosa, forse sarà caduta nelle gambe del pantalone, cerco di farla cadere>> rispose cominciando ad agitare anche le gambe

<< Ti sembra il momento adatto?>> chiese ancora il vecchio

<<é proprio il momento adatto!....Oh eccolo!>> esclamò accasciandosi a terra

I suoi movimenti furono veloci, la sua mano si strinse intorno all'oggetto misterioso per poi scaraventarlo verso il soffitto, afferrare il cacciavite dal taschino della giacca e puntarlo verso l'oggetto. Si scambiò uno sguardo veloce con l'altro sé e annuirono in gesto di assenso.

Poi tutto avvenne velocemente, il cacciavite fece brillare l'oggetto creando una forte esplosione, fui gettata a terra e in difesa del mio esile corpo si pose il vecchio Dottore, il giovane fece altrettanto con Clara. Ancora in preda alla confusione fui trascinata fuori da quel posto, proprio dalla porta principale.

Ero confusa, nonostante la testa mi girava fortissimo riuscì ad avere la forza di parlare

<< Ma cosa diavolo è successo lì dentro?>> si poteva cogliere una nota ironica nella mia voce

<<Un big-bang>> rispose ridendo il giovane

Guardai per ottenere una risposta seria dal Dottore, ma il vecchio sistemandosi gli abiti annuì semplicemente. 

Continuavo a non capire.

<< Cosa voleva quel viscido da me?>> chiese dal nulla Clara

<<Dice che hai qualcosa che vuole!>> esclamai

<<Non penso proprio, avrà confuso persona!>> rispose schifata 

Eravamo come quattro amici al bar che parlano del più e del meno senza accorgerci di essere osservati da una quinta persona, Davros.

<<Non andrete via da qui!>> urlò attirando la nostra attenzione

<<Clara dimmi dove hai messo la pietra!>> continuò

Il giovane Dottore si parò davanti a Clara, spiegando che la Clara che aveva davanti non era quella che stava cercando. Lei apparteneva a un tempo precedente al loro incontro. 

<< Tu morirai!>> 

Gli occhi di Clara si riempirono di lacrime. Sentiva un dolore nel petto senza sapere la motivazione ma sapeva che quelle parole dette da Davros erano dirette a lei. 

<<Smettila! Quale pietra stai cercando?>> 

Il vecchio era furioso. I suoi occhi splendevano alla luce della luna sembrando fuoco ardente. Lo sguardo di Clara si proiettò di scatto sul ciondolo al mio collo. Compresi, noi effettivamente avevamo quello che Davros voleva, di istinto mi portai la mano al collo per confermare la sua presenza. Annuimmo entrambe. 

Alle nostre spalle improvvisamente un vortice dimensionale si aprì, la terra tremò per un istante facendo cadere la conversazione e attirando l'attenzione verso di sé. Un uomo venne sputato fuori dal quel buco minuscolo.

Lo osservammo e lui osservò noi.

<< Aspettavo il tuo arrivo Decimo Dottore!>>




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