Una Cabina Blu (Capitolo 1)

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Il giorno in cui la mia vita cambiò, era un giorno diverso da quelli trascorsi, il sole stava calando dietro le montagne e il vento soffiava leggero. Nonostante ciò il mio corpo si rifiutava di muoversi, di alzarsi e andare a cercare qualche altro essere umano. Ero stanca della solitudine e del silenzio, volevo tanto andare fuori guardare il sole e riacquistare un minimo di forza e coraggio per affrontare quella situazione. Ma nulla, non riuscivo, mi sentivo in trappola nel mio stesso corpo, non riuscivo a muovere nessun arto, la paura di quello che vi era lì fuori mi bloccava.
La notte era il momento più terribile, il silenzio faceva da padrone, producendo rumori che forse erano solo nella mia mente.

Ero stanca. 

Mi alzai e guardai fuori da quella piccola finestrella che rappresentava l'unico squarcio di realtà che mi rimaneva, tutto era quieto, presi coraggio e varcai la porta. La brezza primaverile mi colpì in faccia come uno schiaffo, ma sorrisi, quel piccolo venticello mi avvertiva di essere ancora viva. Presi ancora più coraggio, mi allontanai di un paio di passi dal mio porto sicuro, era un rischio, lo so, le ombre potevano giungere in qualsiasi momento.

Le ombre. 

Avevo sempre avuto paura delle ombre, da piccola in quei grandi cameroni composti almeno da 20 bambini esse riempivano la stanza facendomi rimanere vigile fin quando dalla troppa stanchezza mi abbandonavo a Morfeo. Anche la mia stessa ombra mi spaventava, così grande rispetto alla creaturina che ero, cercavo di non guardarla mai per paura che prendesse vita, ed ora la mia più grande paura era diventata realtà. Prima che la terra si riducesse ad una superficie quasi arida e deserta, le ombre avevano cominciato a mietere vittime, senza però accontentandosi, avevano esteso la loro furia anche sulla natura. Non si conosceva né il motivo né il perché, o almeno io non lo conoscevo. Era cominciato tutto tre mesi fa, il tempo di una stagione.
Dinanzi a me si estendeva quel che rimaneva di una foresta, illuminata da scarsi raggi di luna. Quel panorama che si estendeva in lungo e in largo mi faceva percepire che da lì a poco anche la natura avrebbe mollato, si sarebbe arresa.
Fu ridestata dai miei pensieri da una serie di rumori alle mie spalle, il mio corpo si irrigidì e la mente si paralizzó. Sentì respirarmi sul collo, il battito del cuore accellerò e i miei occhi guizzarono al suolo. Fu allora che notai una seconda ombra, molto più grande della mia.
Mi assalì il panico, le gambe iniziarono a muoversi in avanti in passi che si trasformarono da lì a poco in una corsa. Più accelleravo i miei movimenti più l'ombra mi stava addosso, mi sentivo in trappola anche se la foresta era molto grande. Continuai la mia fuga, con il cuore in gola e il petto bruciante, in quello stato non sarei resistita a lungo; quando ad un tratto il mio sguardo fu attirato da una scritta luminosa : "POLICE PUBLIC CALL BOX".
Il primo pensiero che riuscì a formulare in quel momento fu: "Cosa ci faceva una cabina della polizia forse risalente agli anni 60 in mezzo a una foresta?"

Mi arrestai di colpo. 

Forse ero salva. Presi un respiro profondo e ripresi a correre in direzione di quella cabina blu che splendeva al chiaro di luna.
Appena i miei occhi ebbero la possibilità di mettere a fuoco, notai accanto ad essa appoggiato su un lato un uomo.
Entrando nella sua visuale, l'uomo volse inizialmente il suo sguardo su di me e poi alle mie spalle, si sistemò la giacca e cominciò a venirmi incontro con una calma quasi spaventosa, io non riuscendo più a fermarmi gli passai accanto come un fulmine e mi precipitai nella cabina sbattendo la porta.

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