Hänsel e Gretel (Capitolo 3)

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Il Tardis era un ambiente molto confortevole, questo lo compresi, quando uscendo fuori il mio corpo subì un forte sbalzo termico, avevo la pelle d’oca. Sembrava che il Dottore non percepisse il freddo, la sua tenuta non era mica adatta a una primavera un tantino fredda.
La sua camicia bianca, forse di seta, spiccava sotto quel gilet nero di seppia. Un lungo cappotto nero fasciava il suo corpo sino ai polpacci.

Le scarpe.

Furono le scarpe a rivelarsi qualcosa di lui. Aveva ai piedi dei classici anfibi scozzesi.

Forse era scozzese e la storia dell’alieno pura finzione.

Sembrava un pazzo. Aveva appena leccato il suo indice per non so quale preciso scopo. Seguivo i suoi movimenti con gli occhi, impiantata davanti alla porta del Tardis.

“Vega, vieni e guarda qua!"

Non mi rivolse nessuno sguardo, spostò la sua mano verso di me e mi incitó ad avvicinarmi. Raggiungendolo e ponendomi alla sua stessa altezza, osservai il tutto per un paio di minuti.

“Dottore, non ti sembra un pezzo d’ombra? “ dissi guardandolo di lato.

Estrasse dalla tasca un aggeggio che si illuminava e faceva un leggero suono. Esaminò la scena intorno a noi come un ottimo detective.

“Le tue movenze mi sono familiari, mi ricordano un altro grande detective: Sherlock Holmes” aggiunsi con fare divertito

“Secondo te da chi ha preso ispirazione Sir Arthur Conan Doyle?”

“Scusa?”

“Se vorrai te lo farò conoscere, un tipo affascinante, grandi idee!” borbottò allegro

Abbandonai il discorso, non sapendo cosa aggiungere. Era pazzo, ne ero sicura. Forse dovevo allontanarmi, poteva essere pericoloso, eppure riusciva a darmi un certo senso di sicurezza e ne avevo davvero bisogno in quel momento.

“Ma cos è questo oggetto così strano?”

Probabilmente era in attesa di una risposta per quanto riguardava Doyle. Si dimostrò abbastanza scontroso successivamente, forse non gli piaceva essere ignorato.

“Questo è un cacciavite sonico, un grande strumento scientifico!” disse passandosi l’oggetto tra le mani e guardandolo con un certo fascino.

“Ma i dottori non usano cacciaviti, quelli sono gli idraulici!”

Ammetto che scoppiai a ridere, caro lettore, era così tutto surreale. Io ridevo, lui no, era tremendamente serio che mi sforzai di soffocare le risa e mi scusai.

“Questa battuta non fa ridere ora come quando mi fu fatta in passato! “ rispose guardandomi di traverso.

“E comunque sembrerebbe effettivamente che una delle nostre amiche ombre abbia perso un pezzo!”

Non era passato nemmeno un minuto dalla sua risposta acida che era già di nuovo allegro.
Era pazzo e lunatico, FANTASTICO.

“Ohh, un altro pezzo!”

Aveva compiuto qualche passo in avanti

“Per sua sfortuna ci ha lasciato una pista, Vega seguiamo i pezzi proprio come Hänsel e Gretel e raggiungeremo sicuramente la casa di marzapane!” aggiunse esuberante, come un bimbo con un nuovo giocattolo.

Seguimmo i pezzi d'ombra per quasi un miglio nella foresta. Era calato un glaciale silenzio, era molto impegnato e io ne approfittai per osservarlo.
Una serie di domande mi bombardavano la testa:

Chi é realmente? perché é qui? perché si impegna tanto per noi umani se lui non lo é?

- Spazio autrice
Scusate se il capitolo é molto breve. Spero vi piaccia, lasciate un commento e una stellina.

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