Oltre Il Muro (Capitolo 4)

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La foresta era così fitta che riuscivo a percepire davanti a me soltanto il grigio argento dei capelli del dottore, tutto sommato sembrava un bravo uomo, tutto di lui mi trasmetteva sicurezza eppure c'era qualcosa che non riuscivo a capire, qualcosa che non riuscivo a percepire di lui. Era diverso, questo me l'aveva detto, eppure riuscivo ad accumularlo con le sue movenze, i suoi modi di fare a qualunque altro essere umano.
Era sicuramente speciale, iniziavo a capirlo, con i miei tempi, mio caro lettore, avrei anche compreso che sarebbe stato la chiave di volta di tutta la mia storia. Avrei compreso che il Dottore mi avrebbe fatto scoprire il mio posto in questo grande universo.
"Cosa intendi fare con tutti questi pezzi di ombra?" chiesi con voce sottile.
Mi ignoró completamente
" Oh Vega guarda, un muro!"
" Dottor io non vedo nessun muro, la foresta continua, penso che si estenda per altre 10 miglia! Non può esserci un muro!" sorrisi
Fu allora che puntando il suo cacciavite sonico di fronte al nulla, davanti a noi, il muro prese consistenza.
" Vega ti sei mai inoltrata nella foresta prima di oggi?"
" No, avevo troppa paura, ma perché me lo chiedi?"
Mi strattanó per il braccio facendomi roteare su me stessa, e mi puntó i suoi occhi nei miei.
" La terra non è in pericolo, tu lo sei!, il Tardis mi ha portato qui perché tu avevi bisogno di me, non la Terra! "
"E cosa vorrebbero mai le ombre da me?"
" Questo non lo so me lo dovresti dire tu!"
Era impossibile, non avevo mai attirato l'attenzione dell'essere umano,figuriamoci, come avrei mai potuto attirare l'attenzione degli alieni, se così si potevo definire quelle ombre. Stavo riflettendo, ma nei miei ricordi non vi era nessun accenno di una situazione che avrebbe potuto generare tutto questo.
Eppure mi ero comportata sempre bene, ero stata una bambina brava, obbediente e remissiva.
In 25 anni della mia esistenza non ricordavo di aver arrecato mai danno a qualcuno, di solito erano gli altri a farlo a me. Per questo ero molto fragile.
"Dovresti provare ad ascoltarli!" disse il Dottore, mentre cercava un modo per oltrepassare quel muro.
"Ma si, certo, appena vedo un'ombra le chiederò se vorrà diventare la mia amica di merenda!"
Ero tremendamente agitata. Volevo che questa storia finisse, era durata fin troppo. Volevo soltanto tornare a quel giorno in cui avevo abbandonato definitivamente l'orfanotrofio per iniziare una nuova vita, da sola, con tutte le forze che avevo.
Ma ora quelle forze dovevano essere riversate su questioni momentaneamente più importanti, le ombre.
“il cacciavite sonico ha finalmente terminato il calcolo. Il varco è aperto."
Si avvió in silenzio e in allerta costante, la foresta che prima giaceva intorno a noi scomparì, si volatilizzó. Mi aggrappai al suo braccio e avanzammo nella semioscurità in quello stretto cunicolo di metallo.
“Sterminare, sterminare!”
Tirai il suo braccio con forza fino a fermarlo.
“Non può essere! ”esclamò quasi impercettibilmente
“Cosa non può essere?”
“Non può essere e basta! ”
Non terminó nemmeno la frase che uno strano robot ci si palesò davanti con fare minaccioso, non che dicesse molto, ripeteva solo sterminare. Indietreggiai, il Dottore mi si parò davanti allargando le braccia.
“Esaminami stupido Dalek, forza, tu sai chi sono!”
“Tu sei il Dottore, sterminare!”
“Vega torna indietro, segui la stessa strada che abbiamo fatto, non fare deviazioni, e appena sei nella foresta, corri, raggiungi il Tardis, è l'unico posto sicuro!.”
“E tu cosa farai, non voglio lasciarti qui, non è giusto, é me che vogliono”
“niente discussioni, voltarti e và” rispose imperativo.
“Tu non mi dici quello che devo fare! Sono stanca di tirarmi indietro, se é quello che vogliono, che mi prendano.”
“L'essere umano donna non può abbandonare la capsula, il nostro signore, Davros, l'attende.”
“Davros?”
“Affermativo!”
Una quarta voce si aggiunse a noi. Proveniva da una serie di altoparlanti situati lungo il cunicolo.
“Dottore, il nemico d'eccellenza dei Dalek, dovevo aspettarmelo! "
“Davros, cosa vuoi?”
“Nulla da te Dottore, voglio la ragazza!.Caro figliolo, conducila da me! ”
Figliolo? Ma con chi parlava? Mi volsi verso il dottore con aria interrogativa.
“È tuo padre?”
“Certo che no. Non mi dire che l'hai pensato davvero!? Parla con lui!” rispose con aria offesa, puntando il dito verso quel robot.
“Ovviamente non posso impedirti di partecipare a questa riunione, giusto Dottore?” aggiungi nuovamente l'altoparlante
“Certo che no, Davros, in tanti anni non hai ancora capito con chi hai a che fare?!”
Il Dalek avanzó verso di noi con passo metallico
“Seguitemi!”
Il Dottore afferrò la mia mano stringendola, mi guardò e sorrise.
“Non preoccuparti Vega, ti prometto che riuscirò a salvarti!”

-Spazio autrice-

Whovians, ben trovati, spero che la storia vi stia intrigando.
Come al solito vi chiedo di farmi avanti per qualche consiglio o considerazione (mi piace avere dei confronti) e di esprimere un giudizio con un commento e una stellina!
Ciaoooo, al prossimo capitolo!

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