Annabeth viene rapita da una mucca

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Era stata l'estate più impegnativa che Riley e compagni avessero mai trascorso. Ma anche, da un certo punto di vista, la migliore.

Quasi tre mesi pieni senza altre rotture di scatole da parte di Titani, Giganti o altre simpatiche, vecchie conoscenze. La faccenda stava quasi diventando strana, avrebbero potuto abituarcisi.

Il difficile, però, sarebbe arrivato in inverno, al ritorno a scuola, perché per Riley, Billy e Adam iniziava l'ultimo anno di scuola superiore e l'annoso problema del cosa fare dopo si univa all'ansia degli esami. Riley e Billy erano già sicuri di continuare con l'università, mentre Adam era ancora indeciso, non amava studiare e faticava a star dietro alle lezioni, ma al contempo avrebbe preferito non restare un ignorante; magari avrebbe scelto qualcosa di non troppo difficile.

Per Riley, tornare nel proprio appartamento nell'Upper East Side era stato magnifico, le sembrava di mancare da chissà quanto. Prendere la metropolitana per andare a scuola, fare cose normali come studiare in biblioteca e seguire le lezioni... dopo quanto avevano passato, le era mancato.

Mancava solo una settimana alle vacanze di Natale e tutto era andato liscio come l'olio, anche troppo, tanto che la sola cosa che aveva tenuto la sua mente impegnata erano stati gli studi.

Ma era inutile sperare che la calma durasse a lungo: erano eroi, dopotutto.

- Sono a casa-

Rientrando, Riley chiuse la porta e rabbrividì. Il gelo invernale era arrivato presto a New York e qualche fiocco di neve aveva già iniziato a posarsi sul terreno. Felice di essere in casa, al caldo, Riley si tolse la sciarpa all'ingresso, sentendo voci un po' alterate provenire dal salotto, la cui porta era misteriosamente accostata. Dal piano di sopra scese suo padre.

- Che succede?- chiese Riley.

- Tua madre- rispose solo Percy, sospirando.

- E' al telefono con qualcuno del suo studio? Sta mangiando la faccia all'ennesimo, disgraziato stagista imbranato?-

- No, c'è tuo nonno Frederick, di là con lei-

Annuendo, Riley lasciò cappotto e stivali innevati all'ingresso ed entrò in casa.

- Sbaglio o ultimamente bisticciano spesso?- fece, andando in cucina.

- Sì, ma non ho ben capito perché, ogni volta che provo a chiederle cosa succede mi lancia una di quelle sue occhiate gelide e non risponde. La sola cosa che ho compreso dalla loro recente conversazione, è che tuo nonno sta pensando di trasferirsi a Manhattan-

Riley si voltò, il bollitore per il tè in mano. Annabeth aveva da anni raddrizzato i rapporti con la propria famiglia, ma non per questo era disposta a dividere gli spazi, per così dire. Era contenta di andare d'accordo con suo padre, ma meglio se stavano in stati diversi.

I Chase e i Jackson erano come il giorno e la notte. Sua madre detestava sentirsi troppo legata alla famiglia (almeno non quella che lei stessa aveva costruito), mentre suo padre era sempre felicissimo di avere la propria a pochi isolati di distanza.

- Sta comunque al nonno decidere, non a lei- disse Riley, prendendo i biscotti- tè?-

- Ah, sì, grazie sardina!- rispose Percy, sorridendo.

Mentre padre e figlia erano seduti al tavolo della cucina a sorseggiare tè bollente e sgranocchiare biscotti azzurri, la porta del salotto si aprì, quasi sbattendo. Annabeth uscì, impettita come al solito. Dietro di lei, rassegnato, suo padre. Riley andò subito a salutare il nonno, che però era di fretta e poi lo guardò andare via.

- Mamma, che succede?- tentò.

Annabeth lasciò uscire un sospiro frustrato e si sedette con loro.

Riley Jackson e gli Dei dell'Olimpo - Il Seme della Follia [CONCLUSA]On viuen les histories. Descobreix ara