XVI

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Incespicando tra i vicoli di New York,  Annabeth ascoltò quel che Nico aveva da dirle. Era contenta per il suo ragazzo: finalmente era rinato e c'era una buona possibilità di avere una vita felice. Ma a lei mancava tantissimo e quando pensava di non poterlo anche soltando rivedere mai più doveva fare un grande sforzo per non scoppiare a piangere. E poi c'era una cosa che non la quadrava: cosa c'entrava Era? Insomma,  se Percy era rinato, lei cosa aveva fatto? Aveva per caso intenzione di dargli filo da torcere persino nella nuova vita? Qualunque fosse, lei era decisa a scoprirlo. Non poteva accadere nulla di buono quando si trattava di Sua Grande Vacca. Molte domande le turbinavano nella testa e probabilmente la diretta interessata doveva averle udite, perchè per poco, la figlia di Atena non scivolò in una pozza di escremento di mucca. Subito cominciò a maledire la dea con i passanti che la guardavano come se fosse matta.
Nico le mise una mano sulla spalla, incoraggiandola a camminare. -Andiamo, siamo quasi arrivati.- Infatti, a pochi metri di distanza c'era il negozio "Dolcezze D'America", dove una volta lavorava Sally ed era ormai abitudine di tutti gli amici più stretti di Percy comprarci del cibo blu in onore dell'amico perduto.
Quando entrarono una signora dai lunghi capelli corvini li accolse con un sorriso.
-Ciao! Come posso aiutarvi?
-Un paio di cupcake blu, per favore.- ordinò Annabeth educatamente tirando fuori i soldi dalla borsa.
-Oh, anche voi fissati con il cibo blu, ragazzi? Anche mio figlio ne è ossessionato.- li informò la donna mettendo in un sacchetto i dolci.
Ad Annabeth salì un groppo in gola. Che si trattasse di Percy? Impossibile! Era rinato pochi giorni prima! Però... La ragazza scacciò quei pensieri assurdi, ma Nico li fece rievocare.
-Scusi, quanto anni ha suo figlio?
La donna guardò aggrottando le sopracciglia.  -Venti, perchè?
-No, magari lo conosco. Avev...cioè ho un amico di quella stessa età ossessionato di cibo blu. - disse il figlio di Ade, furbescamente.
Annabeth osservò attentamente la commessa e si soffermò sulla targhetta attaccata al grembiule della donna: C'era scritto "G. Johnson". Uno strano presentimento, e anche un pizzico di speranza nacquero dentro di lei.  -E come si chiama suo figlio?- chiese,  per poi affrettarsi ad aggiungere: -Per capire se si tratta del nostro amico, naturalmente-
-Peter, Peter Johnson.
-No, allora non è lui,  Arrivederci.- Salutò Nico, chiudendo la porta del negozio dopo esser uscito con Annabeth.
Peter Johnson... Ad un tratto si illuminò.
-Nico!
Lui la guardò masticando il suo pasticcino.
-Peter Johnson! Non era così che a volte il signor D chiamava Percy?- disse, alspettandosi una risposta affermativa e entusiasta, ma invece Nico scosse la testa e replicò: -Non credo proprio possa essere lui. È rinato soltando l'altro ieri. Avrebbe due giorni!
Annabeth annuì tristemente.  -Hai ragione tu. Mi sono solo illusa...mi manca tantissimo.
-Lo so- le sorrise comprensivo e la abbracciò. -Mi dispiace
Annabeth si sciolse dall'abbraccio.  -Sai mica che ore sono?
-Le sette e mezza
-Oddio, devo correre a scuola per un progetto con i bambini. Vado a piedi, tanto son solo due isolati.
-Okay. A cena vieni da me e Will?
Lei gli fece okay con la mano e si allontanò.

Percy's deathWhere stories live. Discover now