Cap. 53 - Addio al Generale

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"Se ne sono andati." disse Oropher, mentre sorvolava Gran Burrone. "Gli Elfi sono andati ad Ovest."

Sotto di loro, la valle di Imladris si estendeva buia e silenziosa. Le grandi nuvole che ormai da giorni attraversavano il cielo avevano come steso un enorme manto d'ombra su quella vallata un tempo luminosa e mistica. Il grande burrone che dava nome a quel territorio non era nemmeno più visibile, talmente fitta era la nebbia che saliva dalle sue profondità.

"Va' verso quella cascata...quella grande a sinistra." ordinò Goneril. "La grotta é nascosta lí."

Il Drago virò verso un costone frastagliato, da cui sgorgava un getto d'acqua particolarmente intenso.
"Come avete fatto a nascondere cento bauli d'oro lí dentro? Il sentiero che conduce alla grotta non é nemmeno visibile." commentò Oropher.

"Li abbiamo calati con una fune. Dieci soldati avevano l'incarico di trasportare le casse raccolte fin qui, trenta bauli ogni tre mesi." spiegò la guerriera, mentre il Drago iniziava la discesa. "I dieci legionari di cui mi fidavo di più...quando ancora potevo fidarmi di loro."

"Potrebbero aver trafugato l'oro prima di te, allora." disse Oropher. "Se sanno dov'é nascosto."

"No... purtroppo hanno fatto qualcosa di ben più grave." rispose Goneril, che si immaginava il suo esercito schierato con Sauron. "Avanti, atterra e fammi scendere. Si...proprio qui."

Oropher riuscí a trovare un punto sotto la cascata abbastanza stabile su cui poggiare le zampe, e la donna saltò giù. "Fammi dare una controllata." disse, ed entrò nella grotta.

Eccole. Finalmente, pensò, non appena i suoi occhi si furono adattati all'oscurità.

Come immaginato, le casse erano tutte lí. Disposte con ordine, tutte chiuse con spesse corde ormai piene di muffa, e coperte da varie ragnatele. Goneril estrasse il pugnale di Haldir dalla cinta e taglió una delle corde, per aprire un baule. Sollevò il coperchio e un grande sorriso si disegnò sul suo volto quando davanti a lei apparvero le tanto sognate monete d'oro. Ne prese una, e la osservò: l'effige impressa era quella di Elendil, l'antico Re di Gondor e Arnor.

"Sí..." sussurrò. "Sí..."

Era suo. Quell'immenso tesoro era tutto suo, a quel punto. "Sííí!!" gridò.

"Trovato quello che cercavi?" chiese Oropher, che aveva allungato il collo per sbirciare nella grotta. "Hmm. Non un granché."

"Ma che stai dicendo? Non é nemmeno possibile contare quante sono. Questo é un capitale sufficiente per..." disse lei, mentre affondava le mani nel cumulo di monete. "...per costruirmi davvero un regno."

"Dovresti vedere la mia grotta. Una sola delle pietre che custodisco vale cinque dei tuoi bauli." disse il Drago. "E sono curioso di vedere come intendi spostarli da qui."

"Chiederò aiuto agli Elfi." rispose Goneril, ancora abbagliata da quell'immensa ricchezza.

"Quali Elfi?" ribatté Oropher. "Hai per caso notato che questo territorio é deserto?"

Goneril si girò. "Forse qualcuno é rimasto nel regno di Elrond." rispose. "Forse qualcuno ha scelto di non andare a Valinor."

"Non sperarci. Vedi, cara umana, a occhio e croce ti sei messa in una situazione un po' complicata." la prese in giro Oropher. "Io me ne andrò tra qualche minuto. Tornerò nella mia tana fra le Montagne Nebbiose, e lí chiuderò gli occhi per sempre. Giacerò sul mio letto di diamanti, rubini e zaffiri. Verranno congelati dal tempo, con me. Tu invece rimarrai qui, sola, con dell'oro del tutto inutile, e senza alcuna possibilità di portartelo via. Era questo il tuo grande sogno, l'idea ossessiva che ti ha consumata nelle ultime settimane?"

La donna dell'EstWhere stories live. Discover now