Cap. 52 - Il Signore del Lothlórien

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Celeborn entró a Palazzo scortato da cinque Galadhrim.

Subito avvertì nell'aria odore di incenso, e un generale silenzio.
"Cosa sta succedendo?" chiese a Feren, che lo accompagnava.

"Qualcuno ha attraversato il grande buio." rispose il comandante di Boscoverde. Era l'espressione degli Elfi per definire la morte.

Feren chiamó a sé uno degli Elfi messi a piantonare la Grande Porta. Gli chiese qualcosa sottovoce, e il soldato rispose: "Roswehn."

Celeborn sentì. "La donna umana é morta?" chiese a Feren.

Il comandante fece cenno di sì col capo. "La conoscevate, Lord Celeborn?"

"Sí. Moltissimi anni fa fu ospite a Caras Galadhon. Rimase tre giorni nel nostro territorio. Sapevo che si era unita a Thranduil, ma credevo fosse tornata a Dale negli ultimi anni." rispose il Signore del Lórien.

"Il nostro Re l'ha riportata qui, qualche giorno fa. Era molto anziana. Un crudele scherzo del destino l'ha strappata subito ai suoi affetti." rispose Feren. "Ma tutti ce l'aspettavamo, la sua salute era già precaria."

"E dov'é loro figlio?" volle sapere Celeborn.

Feren spalancò gli occhi. "Voi...sapete...del giovane principe?"

"Galadriel ed io sappiamo ogni cosa. É un Elfo mezzo sangue la cui esistenza ha grande valore. Immagino sia qui, nascosto da qualche parte." disse il nobile Elfo.

"È fuggito, in verità. Lord Thranduil é andato alla sua ricerca." spiegava Feren, mentre con Celeborn si dirigeva verso la grotta dei consigli. "Ha investito me della piena autorità, in sua assenza. Perciò, dovremo discutere noi due delle prossime azioni."

"Fuggito... questa é una notizia tragica. Immagino le paure di Thranduil... e il dolore di Roswehn. Il suo vecchio cuore non ha retto." commentò Celeborn. "Povera donna. Nel Lórien conserviamo un ottimo ricordo di lei. Era cosí bella, e tenace."
Pensò ad Haldir, il suo capitano ucciso al Fosso di Helm. Quanto l'aveva amata. Il viso della ragazza di Dale non se n'era mai andato dalla sua mente.

"Vogliate seguirmi, Lord Celeborn. É tempo di decidere cosa fare. Il vostro aiuto é stato essenziale, riferirò tutto al nostro Re quando rientrerá. Ma la guerra non é vinta. Quegli Orchi potrebbero tornare. Sauron ha a disposizione molte legioni, non é escluso che tentino un nuovo attacco. Inoltre, buona parte della nostra Foresta é stata distrutta. Pare che un Drago dei ghiacciai abbia spento l'incendio. Non sappiamo perché l'abbia fatto, e non sappiamo neanche se quella creatura potrebbe diventare ostile. Con un Drago che si aggira sul nostro territorio e nuovi nemici che potrebbero arrivare, l'allarme é ancora elevato." spiegò Feren. Entrambi entrarono nella spartana grotta dove venivano prese tutte le decisioni amministrative e militari a Boscoverde.

"Un Drago..." ripeté Celeborn. "...Feren, io non posso prendere decisioni entro i vostri confini. Spetta a Thranduil l'ultima parola. Ora che gli Orchi sono stati respinti qui, sarebbe opportuno portare il nostro aiuto a Gondor. Questo solo mi sento di dire. Non possiamo lasciare gli Uomini da soli." rispose Celeborn. "Stavo per decidere di condurre i miei Galadhrim laggiù."

"Sarebbe inutile." commentò una voce. Thranduil apparve dietro a loro. Ancora in armatura, il viso pallido e tirato, osservò prima Celeborn e poi Feren.

"Siete tornato!" esclamò il comandante.

"Non hai sentito il suono del corno che annunciava il mio ritorno?" chiese Thranduil.

"No. No, mio signore." rispose Feren, un po' in imbarazzo.

"Ora ci deve essere silenzio, qui. Siamo in lutto." disse il Re. Si girò verso Celeborn e si portó una mano al cuore, e suo cugino fece altrettanto. "Ti ringrazio per aver trascinato il tuo esercito in nostra difesa." gli disse.

La donna dell'EstDove le storie prendono vita. Scoprilo ora