3. Sofia

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"L'amore è una canzone che non finisce mai."
-Bambi, Film Disney

Posai il bicchiere sul bancone della cucina , appena sentii il rumore delle chiavi di casa che entravano nella serratura della porta. Iniziai a sentire un odore fastidioso di alcol, subito dopo la figura di Gabriel barcollante mi apparve davanti. Era completamente ubriaco, barcollava ovunque. Cercai di evitarlo salendo le scale ma sentii la sua voce chiamarmi. Cazzo! Imprecai internamente.
"Sofia , vieni qui." Disse con un tono di voce alto.
"Shhh che cazzo ti urli sono le 3 di notte." Mi avvicinai a lui chiudendo le mia vestaglia , incrociai le braccia. "Che c'è?"
" Voglio baciarti." Ogni parola che pronunciava , l'alito che sapeva di vodka si faceva sentire.
"Ma sei scemo? Vai a letto che è tardi."
"No, voglio stare qui. Tu perché sei ancora sveglia." Disse biascicando ogni parola.
"Non riuscivo a dormire, cosa ci fai tu qui a quest'ora, per di più anche ubriaco." Si mise dritto con la schiena.
"E da quando devo dare spiegazioni a te di cosa faccio o meno. Sei arrivata da un giorno. Vola basso." Lo guardai con un sopracciglio alzato per poi rassegnarmi.
"Ma si cosa mi interessa , sono fatti tuoi se i tuoi genitori ti trovano in queste condizioni." dissi cercando di salire le scale. Mi sentii prendere delicatamente dal polso. La sua mano a contatto con la mia pelle mi fece sentire dei brividi lungo la schiena.
"Aspetta, ok mi dispiace. Potresti aiutarmi a salire le scale? Non mi reggo in piedi." Sbuffai a quella richiesta e avvolsi le mie braccia intorno alla sua vita, mentre il suo braccio era intorno al mio collo. Ci guardammo per la prima volta negli occhi con più attenzione .
"Sai ? Non avevo notato quanto fossero belli i tuoi occhi verdi , ragazzina." Ignorai il modo in cui mi aveva chiamata per poi accompagnarlo in camera sua. Gli tolsi la camicia al che  vidi dei piccoli tatuaggi sul suo petto, aveva un corpo scolpito, la sua pelle era liscissima , il suo corpo mi ipnotizzava così tanto che non mi accorsi di aver passato almeno un quarto d'ora  a fissarlo, fino a che la sua voce mi fece tornare alla realtà.
"Che c'è ? Per caso ti stai innamorando Bambi?" Inarcai il sopracciglio.
"Ahahahah io di te? Sbaglio o sei tu che hai detto di volermi baciarmi? Forse quello che si sta innamorando sei tu." Lo provocai con la stessa moneta.
"Qualcuno qui è troppo presuntuoso non credi? Io non mi innamoro mai di nessuno Bambi ne tantomeno di te." Disse aspramente, facendomi deglutire. Appena lo feci sdraiare sotto le coperte gli feci quella domanda che non mi lasciava in pace.
"Perché mi chiami Bambi?" Domandai imboccandogli le coperte
"Perché hai degli occhi da cerbiatto come Bambi." disse stringendo il lenzuolo, tirandolo leggermente in su come un bambino e crollare in un lungo sonno profondo. Quella scena mi intenerii e sorrisi leggermente, mentre dormiva era bellissimo , quel velo di barba che stava crescendo lo rendeva dannatamente attraente, ogni parte del suo viso era perfetto: il suo naso, la sua mascella , i suoi zigomi , le sue labbra carnose. Ma che diavolo stavo dicendo? Scossi il capo cercando di non pensare a lui e con la mano gli spostai quel ciuffo di capelli che gli cadeva sul volto, quel ragazzo mi avrebbe fatto uscire di testa , per i suoi sbalzi d'umore. Mi alzai lentamente dal suo letto e mentre mi allontanavo da lui mi sentii bloccare il braccio.
"Rimani con me." Disse con ancora gli occhi chiusi. Lo disse con quel tono di voce, che mi mise quasi tenerezza, sembrava piccolo e indifeso in quelle condizioni così malconce.
"N-no non sembra il caso , dai devo andare." Dissi cercando di liberarmi.
"Bambi ti prego rimani con me. Almeno fino a quando non mi addormento." Sembrava un bambino piccolo , per come cercava di convincermi. Ero davvero combattuta se rimanere o no.
"Ok va bene rimango ma tu tieni le mani a posto." Mi sdraiai accanto a lui , su un fianco, gli diedi la schiena, neanche il tempo di fare un piccolo sospiro che sentii un calore che mi pervase tutto il corpo. Le sue braccia avvolsero i miei fianchi, la mia schiena era praticamente attaccata al suo petto. Sentivo una sensazione strana allo stomaco mai provata prima. Come se avessi delle farfalle in libertà dentro il mio corpo. Deglutii a quella sua stretta quasi possessiva e abbassai il capo per vedere la sua mano che accarezzava lentamente il mio ventre, il mio battito del cuore aumentò a dismisura e non capivo perché. All'improvviso sentii il suo respiro caldo sulla mia pelle, strofinò il suo naso sul mio collo sentendo il mio odore.
"Profumi di buono." La sua voce rauca nell'orecchio mi fece rabbrividire in un istante, appena sentii le sue labbra morbide baciarmi il collo iniziai a sentire un calore sul mio viso, le mie guance stavano andando letteralmente a fuoco. Ma perché mi faceva questo effetto? Cosa diavolo mi stava succedendo?
"Smettila." Dissi cercando di tenerlo il più lontano possibile da me anche se era davvero difficile.
"Che c'è ? Non ti piacciono i miei baci?" Disse stringendomi di più a sé, continuando a baciarmi il collo.
"Gabriel sei ubriaco vai a dormire. Se devi fare così è meglio se me ne vado." Dissi togliendo le sue braccia dal mio corpo. Ma c'era una parte di me che non aveva intenzione di lasciarlo andare. Cavolo Sofia riprenditi! Imprecai mentalmente contro me stessa.
"Ok ok che guastafeste che sei." Disse girandosi dall'altro lato. Mi sdraiai nuovamente, le nostre schiene aderivano perfettamente.
"Sofia?" Mi domandò rimanendo al suo posto.
"Cosa c'è ?" Domandai rimanendo nella stessa posizione in cui stavo un secondo fa.
"Troverò mai Pace?" Inarcai un sopracciglio.
"In che senso ?" Non mi rispose e iniziai a dedurre che si fosse addormentato . Mi alzai lentamente dal suo letto e senza fare rumore chiusi la porta alle mie spalle , tornando in camera mia. Mi guardai allo specchio e istintivamente mi toccai il bordo del collo ripensando alle sue labbra morbide sulla mia pelle. Cavolo ma perché sorridevo come un ebete ? Chiusi gli occhi e scossi il capo. Andai verso il mio letto sdraiandomi sotto le coperte, cercando di prendere sonno. Non riuscivo a levarmi dalla testa la domanda che mi aveva fatto Gabriel. Era davvero così diretta. Perché si preoccupava di non trovare pace, a cosa si riferiva? Mentre cercavo di dormire mi arrivò una notifica sul mio telefono, era Megan. Cliccai sulla vignetta che usciva sul display e risposi , sdraiandomi su un fianco.

Megan
Online

"Amore come è andata questo
primo giorno?"

"Loro sono molto simpatici ma hanno un figlio davvero insopportabile."

"Uhhh un fratellastro, è carino?"

"Megan ma che domande fai? Comunque si , bello quanto stronzo però ."

"Attenzione amica ancora te ne innamori"

"Io ? Innamorarmi di lui? Non se ne parla proprio, tu stai fuori di testa."

"Quando succederà mi dirai "Avevi ragione."

"Vai a dormire che stai dicendo solo cazzate, buonanotte scema."

"Buonanotte scema"

Bloccai il mio telefono e lo posai sul comò per poi riuscire finalmente a prendere  sonno.

Il giorno dopo, a svegliarmi furono dei cinguettii di uccello, la primavera iniziava a farsi sentire, mi alzai dal mio letto e guardai fuori dalla finestra , un piccolo uccellino si posò sulla ringhiera del mio balcone, lentamente con l'indice riuscii ad accarezzarlo delicatamente. Sorrisi appena prese il volo, mi guardai intorno si sentiva un profumo stupendo, una brezza fresca che mi scompigliava i capelli già scompigliati. Feci un lungo respiro per sentire quell'odore di fiori che mi piaceva tanto, mi avvicinai a uno dei vasi che si trovava sul balcone e vidi che tra tante rose rosse ne era uscita una gialla, era stupenda , il sole illuminava il suo colore acceso. Avvicinai il mio naso e sentii il suo profumo. Amavo il profumo delle rose. Improvvisamente sentii la porta di camera mia aprirsi ed era Marlene.
"Oh sei già sveglia." Disse guardandomi da lontano , vicino lo stipite della porta. Entrai dentro e chiusi la porta di vetro
"Sì mi piace alzarmi e analizzare tutto quello che c'è intorno." Dissi stringendomi nelle mie spalle, incrociando le mie braccia.
"Mi fa davvero piacere, che stai iniziando ad ambientarti, mi dispiace tanto per mio figlio ma dopo la perdita di Jasmine non è più lo stesso." Inarcai le sopracciglia.
"Chi era Jasmine?" Domandai incuriosita.
"Era mia figlia , per via di una malattia se ne andò all'età di 4 anni." Appena disse quelle parole il mio cuore si strinse sempre di più , diventando minuscolo. Non potevo immaginare il dolore che quella famiglia stesse passando. Sentii un magone allo stomaco e un nodo in gola per quello che mi aveva raccontato, ora capivo il significato della domanda di Gabriel, se avrebbe trovato mai pace.
"Mi dispiace davvero tanto, ora capisco perché mi odia." Dissi guardando altrove.
"Oh no tesoro non pensarlo nemmeno. Lui non ti odia , è solo che le manca sua sorella ed è arrabbiato con noi perché non lo abbiamo consultato , ma voglio che tu sappia che non sei un rimpiazzo o una sostituta, abbiamo scelto te perché il desiderio di avere ancora una figlia femmina mi stava devastando. La tua presenza in questa famiglia mi fa stare bene." Disse sorridendo con gli occhi lucidi. L'avvolsi in un abbraccio affettuoso.
"Cercherò di darvi quell'amore che vi è mancato" Dissi stringendola sempre di più. Mi era sempre mancata una madre ma lei mi avrebbe potuto dare quello che non avevo mai avuto. Decisi da quel momento in poi, di fidarmi ciecamente di loro e di considerarli come una famiglia, la mia.
"Dai andiamo a fare colazione." Disse prendendomi il viso per poi darmi un bacio sulla guancia, sorrisi a quel gesto e insieme a lei scesi giù in cucina.
" Sei pronta per il primo giorno di scuola." Mi domandò Marlene mettendosi ai fornelli.
"Credo di sì anche se sarò l'unica nuova , tutti hanno già iniziato il semestre da un bel po', credo di essere leggermente in ritardo." Dissi appoggiandomi al bancone della cucina.
"Tranquilla , ci sono dei corsi pomeridiani con dei tutor che potrebbero aiutarti a stare al passo." Presi dei piatti da una mensola e glieli passai uno alla volta.
"Credo che chiederò informazioni." Sforzai un sorriso. Mentre parlavamo la figura di Gabriel apparve davanti alla porta della cucina, indossava solo una tuta grigia ed era a petto nudo. Il mio viso sembrava l'ingresso dell'infermo, per quanto stesse prendendo fuoco. La sua pelle era così lucida e liscia che ti ci potevi specchiare. Cercai di non guardarlo troppo a lungo ma era davvero impossibile.

L'Ennesimo Errore.Nơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ