12. Gabriel

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La lasciai andare passando il mio dito sulle mie labbra. Non avrei smesso di baciarla nemmeno per un secondo. Quelle labbra , erano così morbide. Mi facevano letteralmente impazzire e non capivo il motivo.

Decisi di rimanere a casa con i miei amici a giocare alla play. Non avevo molta voglia di uscire.
"Allora tu e Sofia?" Domandò Manuel a Theo in modo malizioso.
"Io e Sofia cosa?" Disse continuando a cliccare i tasti del joystick.
"Dai sai cosa intendo. Ti abbiamo visto come la limonavi in mezzo alla pista."  Strinsi i bordi di plastica del joystick. Ripensando a quella scena mi veniva il nervoso e non capivo perché.
"Ma nulla siamo solo amici, eravamo solo ubriachi." Vidi il viso di Theo un po' strano.
"Tutto bene amico?" Domandai mettendo pausa la partita.
"Raga io devo dirvi una cosa davvero importante." Disse strofinando le sue mani lungo le sue gambe.
"Dicci pure." Disse Manuel sistemandosi bene sul divano.
"Solo che non so come dirlo, ho paura che possa cambiare qualcosa tra di noi o nella nostra amicizia." Posai una mano sulla sua spalla.
"Non ci sarà mai nulla che cambierà la nostra amicizia, dai parla." Lo incitai a sfogarsi con noi.
"Ehm mi sento con una persona." Disse giocando con le sue dita.
"Chi è lei? Emily di 4G?" Disse Manuel prendendolo in giro, sapeva che odiava quella ragazza.
"Ehm con Jason." Disse abbassando il capo.
In quell'istante sentimmo la porta aprirsi , erano tornate Sofia e Amanda, vidi le buste e spalancai gli occhi nel vedere la marca di intimo. Mi leccai le labbra sorridendo, lei se ne accorse del mio sguardo e arrossì immediatamente.
"Che succede qui?" Domandò Amanda avvicinandosi a noi.
"Mi vedo con Jasón." Disse con il capo basso. Lei si mise difronte a lui , seduta sul tavolino che si trovava al centro della sala. Gli alzò il capo con due dita sul mento e gli sorride per poi abbracciarlo.
"Lo sapevamo da tanto tempo."Disse abbracciandolo.
"Ha ragione amico, noi lo abbiamo sempre saputo ma a noi interessa quello che sei, non chi ami." Disse Manuel dandogli una pacca sulla spalla. Guardai la figura di Sofia ancora ferma dietro al divano. Aveva un sorriso smagliante nel vederli abbracciati. Appena il mio sguardo incontrò il suo, vidi il suo viso quasi diventare rosso per l'imbarazzo. Mi avvicinai a lei, la vidi indietreggiare.
"Tutto bene ?" Mi guardò sorpresa per la domanda che le avevo fatto. Perché mi preoccupavo se stesse bene? Cosa mi interessava a me di come potesse stare?
"Bene, non vedi?" Disse con il suo solito tono di voce arrogante.
"Perché mi rispondi così? Non ti è piaciuto prima?" Dissi accarezzandole il mento.
"Gabriel smettila. Non deve più succedere." Disse entrando in cucina. La seguii chiudendomi la porta alle spalle.
"Perché no? So che sei attratta da me come io lo sono di te." Dissi bloccando il suo piccolo corpo contro l'angolo del bancone.
"E quindi? Cosa vuol dire? Sono pur sempre una ragazza e ho i miei ormoni. È normale che sono attratta da un..."
"Bel ragazzo?" Dissi sorridendo in modo malizioso.
"Ragazzo, solo ragazzo." Disse deglutendo.
"Io so che mi desideri , perché dobbiamo placare i nostri desideri?" Dissi mordendomi il labbro inferiore.
"Desideri? Quali desideri?" Rise nervosamente.
"So che desideri baciare ancora le mie labbra." Dissi quasi sussurrando.
"Ah si ? E da cosa lo deduci sentiamo?" Disse guardandomi con superiorità.
"Beh mi stai guardando le labbra da ben 10 minuti." Sentivo il suo respiro farsi pesante. Strofinai il mio naso contro il suo.
"Baciami" sussurrai vicino alle sue labbra.
La vidi tentennare fino a quando finalmente non sentii le sue labbra morbide sulle mie. Con la punta della mia lingua picchiettai le sue labbra per chiederle l'accesso , che mi diede subito dopo. Le nostre lingue si cercavano disperatamente per via del desidero. Come se avessimo avuto bisogno di quel bacio. Le mie mani si spostarono dai bordi del bancone fino si suoi fianchi stringendoli, creando dei solchi sulla sua pelle chiara , con i miei polpastrelli.
Mentre le sue mani si trovavano sul mio viso, passai le mie labbra dalla sua bocca alla mandibola, fino a scendere sul suo collo.
"Perché sei ostinata a respingermi? Lasciati andare." Dissi accarezzando ogni centimetro del suo corpo.
"Ho paura." Disse ansimando leggermente.
"Di cosa Bambi? Di cosa hai paura?" Dissi con l'affanno, arrivando a morderle il lobo dell'orecchio.
"Ho paura che qualcuno lo venga a sapere."
"Non lo saprà nessuno. Sarà una cosa nostra." Dissi facendo scivolare la mia mano sotto la sua maglietta . Arrivando al suo seno. Lo strinsi leggermente facendola mugolare leggermente. "Hai comprato un intimo mia piccola bambi?" Dissi Continuando a palparle il seno e a baciarle il collo. I suoi ansimi erano musica per le mie orecchie.
"Si, ma non farti strane idee , non è per te " Mi staccai dal suo collo per guardarla.
"Io invece credo propio di sì, sei la mia piccola sporcacciona." Dissi leccandole ancora una volta il suo collo, le mie mani scivolarono sui suoi glutei stringendoli in modo voglioso e lei sussultò dal piacere.
"Smettila di parlarmi così." Disse ansimando ad ogni parola pronunciata.
"Quando lo capirai che in questi momenti non devi parlare?" Dissi esasperato ma pieno di desiderio per lei.
"Zittiscimi." A quella sua richiesta le presi il volto per poi inserire la mia lingua , nuovamente nella sua bocca. Sentire il suo corpo tra le mie mani mi faceva impazzire letteralmente. Non avevo mai provato così tanto desiderio per nessuna ma per lei si e non capivo perché. Non mi sarei fermato fino a quando non me la sarei scopata. Questa era la scommessa con Manuel, dovevo portarla al termine. Nessuna riusciva a resistermi, tanto meno lei.
"Voglio scoparti su questo bancone." Sussurrai al suo orecchio.
"Te lo scordi, non lo farò per la prima volta su un bancone della cucina. Disse gemendo, appena la mia mano scivolò dentro il suo pantalone, in mezzo alle sue gambe. Con il polpastrello toccai il tuo clitoride attraverso il tessuto delle sue mutandine, potevo già sentire l' indumento complementare bagnato.
"Mi ci vuole poco per farti bagnare?" Dissi sorridendo. Aumentai la velocità delle mie dita, dopo averle inserite dentro la sua mutandina.
"Basta possono sentirci." Disse portando il suo capo indietro dal piacere, cercava in tutti i modi di attenuare i suoi gemiti ma era impossibile.
"Se farsi la brava non ci sentirà nessuno." Dissi sussurrando nel suo orecchio. Si mise una mano davanti alla bocca attenuando i suoi mugolii contro di essa. Sentimmo un rumore di porta e vi staccammo immediatamente.

L'Ennesimo Errore.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora