8. Gabriel

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"Ci guarderemo negli occhi con quella immensa voglia di baciarci,
ma ci passeremo di fianco senza
nemmeno salutarci."

Sentivo il suo profumo delicato che mi inebriava le narici. La sua pelle era così liscia, i suoi capelli erano morbidi e sottili , si illuminavano per via del riflesso della luna. Profumavano di buono. Sentivo il suo corpo irrigidirsi contro il muro. Volevo scoparmela in quell'esatto momento, contro quel muro. Volevo sollevarle quelle sue gambe esili per farle avvolgere alla mia vita. Volevo stringerle i seni e sentire i suoi capezzoli contro il palmo della mia mano, attraverso il tessuto del suo vestito. Volevo infilare la mia mano tra le sue gambe per crearle piacere. Avevo una voglia matta di lei.  Appena si allontanò da me sentii un fastidio tra i miei pantaloni. Stavo per avere un erezione. Proprio in quel momento. Cazzo! Tornai dentro e cercai disperatamente Ginevra. Le presi il viso prepotentemente inserendo la mia lingua nella sua bocca. Accarezzando ogni centimetro del suo corpo solo che non era il corpo che volevo toccare. Mi staccai dal bacio e la presi per mano e la portai al piano di sopra , in una stanza qualunque . Anche se non era lei che volevo scoparmi in quel momento , sapevo che era l'unica scelta che potessi fare per non impazzire dall'eccitazione. Appena chiusi la porta la feci sbattere contro il muro e iniziai a baciarle il collo, lasciando dei baci umidi su di esso. Mentre ero intento a spogliarla all'improvviso sentimmo un suono di sirene della polizia, provenire dal vialetto di casa.
"Cazzo la polizia." Esclamò Ginevra mezza nuda.
"Dobbiamo andare e anche di corsa." Dissi passandole il vestito. Mi abbottinai i pantaloni ma lei mi fermò.
"Non posso andarmene, è casa mia questa. Io rimango in camera mia , tu esci dal retro." In effetti non aveva tutti i torti. Scesi
Velocemente le scale per poi uscire dal cortile ma poi mi ricordai di Sofia. Ritornai dentro e la cercai velocemente in tutte le stanze ma di lei nessuna traccia.
"Sofia! Dove sei?" Cercai di urlare il suo nome. Dovevo trovarla assolutamente.
"Sono qui!" Senti la sua voce ovattata. Vidi la sua figura uscire da una stanza qualunque della casa. Aveva i suoi capelli castani scombinati , le labbra gonfie e il rossetto sbavato. Dietro di lei apparve un ragazzo moro.
"Ma che cazzo fai?" Fulminai quel ragazzo con lo sguardo non capivo perché mi desse così fastidio.
"Ci siamo solo baciati non è successo altro. Era solo un semplice bacio che si dà alle festa sta calmo." Disse grattandosi la nuca.
"Si è vero nulla di importante ma a te cosa importa? Non sono fatti tuoi chi io bacio o no." Disse scendendo le scale ed io la seguii. Lentamente uscimmo dal cortile, senza farci vedere ed entrammo nella mia auto.
"Non so volevi farti anche mettere incinta?" Dissi uscendo dal vialetto.
"Era solo un bacio. Ma poi a te cosa interessa?" Incrociò le braccia.
"Forse non hai capito, quando esci con me e i miei amici sono responsabile per te." Dissi dirigendomi verso casa nostra. Lentamente, senza farci sentire entrammo in casa e la vidi salire le scale. La seguii e la fermai prendendole il polso, facendola aderire al mio corpo.
"Ti è piaciuto quel bacio?" Dissi con voce rauca.
"Cosa ti interessa ? Sei geloso per caso?" Le accarezza il collo per poi sfiorarle il labbro inferiore con il pollice.
"Non potrei mai essere geloso di una come te." Dissi sussurrando sulle sue labbra. Mi staccai da lei ed entrai in camera mia, indossai solo i pantaloni della tuta e rimasi a petto nudo. Non avendo ancora sonno scesi giù in cucina per prepararmi una tisana calda, appena entrai vidi Sofia preparado una tazza di latte al cioccolato.
"La bimba non riesce a dormire?" Dissi prendendola in giro , mentre stavo riempiendo d'acqua, la teiera di alluminio , accesi il fornello e aspettai.
"A quanto pare nemmeno tu." Mi rispose in modo freddo.
"Non hai risposto alla mia domanda. Quel bacio ti è piaciuto?" Dissi avvicinandomi al suo corpo, imprigionandola nell'angolo del bancone.
"Se ti dicessi di sì? Cosa cambierebbe?" Disse alzando il capo.
"Beh ti farei cambiare idea." Dissi accarezzando i suoi fianchi.
"C-che stai facendo?" La sua pelle chiara si tinse di rosso.
"Voglio dimostrarti che quel tipo non ti ha baciato come volevi essere baciata." Feci scivolare lentamente la mia mano sul suo collo, premendo i polpastrelli sulla sua nuca, proprio sotto i suoi capelli castani. Posò le sue mani sul mio petto , mentre io mi avvicinavo sempre di più, il mio respiro caldo si posò sulle sue labbra per poi unirle, si muovevano in modo perfetto, come degli ingranaggi che si incastravano perfettamente. Con la punta della mia lingua picchiettai sulle sue labbra, poneva resistenza . Era tesa.
"Rilassati, è solo un bacio, lasciati andare." A quelle mie parole le sue labbra si schiusero lasciando libero accesso alla mia lingua. Cercai la sua in modo quasi disperato.Le nostre lingue ormai danzavano, in collisione, sentii le sue mani scivolare dal mio petto, fino al mio collo. Strinse i miei capelli tra le mani. I nostri ansimi si unirono per diventarne uno solo.
"Sei uno stronzo." Disse ansimando tra un bacio e l'altro.
"Oh eccome se lo sono." Dissi facendola sedere sul bancone della cucina , mi strinsi a lei continuando a baciarla, a sentire il sapore del suo burro cacao alla ciliegia.
"Dobbiamo smetterla o finisce male." Non riuscivo a staccarmi dalle sue labbra sembravano una calamita .
"Forse hai ragione." Continuai a baciarla con le mie mani che continuavano ad accarezzare il suo corpo, in quell'esatto momento tornai a ragionare. Staccai le mie mani da lei e mi allontanai. Mi avvicinai ai fornelli e tolsi la teiera dal fuoco per poi spegnerlo.
Buttai quell'acqua. Non avevo più voglia di tisana. La guardai per l'ultima volta , prima di risalire in camera mia. Mi misi sotto le coperte , con i miei polsi intrecciati e poggiati sulla mia fronte. Guardai il soffitto bianco. Ripensai a quel bacio. Avevo sbagliato ad avvicinarmi a lei in quel modo non dovevo baciarla. L'immagine della mia mano che stringeva delicatamente il suo collo, mentre la mia lingua era dentro la sua bocca, non spariva dalla mia mente. Mi toccai il labbro inferiore ripensando a quante volte me lo aveva morso. Cavolo Sofia sapeva baciare e anche bene. L'attrazione verso di lei cresceva sempre di più e non andava affatto bene.

L'Ennesimo Errore.Where stories live. Discover now