11.Sofia

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Mi aveva lasciata lì, su quel comò ancora con le gambe leggermente socchiuse. Il mio viso stava andando letteralmente a fuoco e appena chiuse la porta , iniziai a capire cosa fosse appena successo. Sentivo ancora le sue labbra sulle mie. La loro morbidezza , il loro sapore, la sua lingua che cercava disperatamente la mia. La sua mano tra le mie gambe che mi accarezzava. Il suo viso in mezzo alle mie gambe che mi assaporava. Non avevo mai provato quel tipo di piacere, lui era così esperto con quella lingua che mi faceva sentire in adeguata nei suoi confronti. Rispetto a lui ero inesperta, non avevo mai fatto o provato nulla del genere. Le novità a volte mi spaventavano. Nessuno mi aveva vista nuda , solo lui. Non mi sentivo in imbarazzo , quasi mi piaceva che mi guardasse in quel modo pieno di desiderio. Lo aveva detto, lui mi desiderava, voleva portarmi al letto, forse il patto era ormai andato a farsi benedire, perché ormai entrambi siamo caduti nella tentazione di sfiorarci.
Indossai nuovamente l'asciugamano intorno al mio corpo e mi ricomposi mettendomi in piedi e mi guardai allo specchio. Le mie labbra erano ancora gonfie e arrossate. L'unica cosa che chiedevo a me stessa era: " perché non lo avevo fermato?" Ero io che avevo unito le nostre labbra. Gli avevo dato la conferma che provavo un'attrazione nei suoi confronti. Perché se non fosse stato così non mi sarei fatta toccare in quel modo...rude.
Mi portai le mie mani sul viso strofinandolo leggermente "Sofia riprenditi!" Dissi a me stessa cercando di tornare in me.

Dopo essermi asciugata i capelli iniziai a vestirmi, indossai una maglia grigia a maniche corte a righe rosse e dei jeans neri. Indossai i miei stivaletti neri di pelle e la mia giacca blu.
Amanda mi aveva invitato a fare shopping . Erano un po' di settimane che ci frequentavamo e potevo dire che era una brava ragazza. Mi tirava su di morale quando Gabriel mi faceva innervosire. Quando sentivo la mancanza di Megan, lei mi aiutava ad alleviarla . Distolsi i miei pensieri e scesi al piano di sotto. Appena i miei occhi incrociarono i suoi diventai rossa immediatamente e lui se ne accorse perché iniziò a sorridere con un ghigno sul volto. Per lui era tutto un gioco. Lui era il predatore e io la preda da cacciare. Ancora non mi ero concessa completamente a lui ma il solo fatto di essermi fatta toccare aumentava il suo ego a dismisura. E questa cosa mi faceva al quanto innervosire. Mi guardai in torno e in casa c'eravamo solo noi.
" Bambi, dove vai a quest'ora ?" Mi domandò venendomi in contro.
Deglutii nuovamente appena senti ancora una volta il suo respiro caldo su di me.
"La smetti di chiamarmi così? Devo uscire con Amanda." Mi prese leggermente per il collo facendomi ansimare.
"Se non fosse stato per i miei genitori ti avrei scopato in quell'esatto momento." Ammise dandomi un leggero bacio sulle labbra. Con ancora la sua mano che accarezzava e stringeva il mio collo. Quando faceva così mi faceva impazzire.
"Ma la smetti?" Lo spostai.
"Ti scoperei anche adesso." Disse squadrando il mio corpo dalla testa ai piedi.
"Cosa vuoi da me?" Dissi incrociando le braccia.
"Voglio il tuo corpo, voglio le tue labbra. Questo voglio." Dissi sfiorandomi il labbro inferiore con il polpastrello del pollice.
"C-che intendi dire?" Gli domandai quasi imbarazzata.
"Che ti desidero da impazzire." Disse baciandomi con foga senza darmi neanche il tempo di rifiutarlo.
"G-Gabriel non possiamo." Dissi ad ogni bacio che mi dava. Cavolo ma perché non mi spostavo? Cosa mi stava succedendo? Era così forte l'attrazione verso di lui?
"Il proibito non mi ha mai fermato." Dissi sussurrandomi nell'orecchio. Lo spinsi leggermente lontano da me e uscii di casa. Toccandomi ancora le labbra. Ma perché mi faceva questo effetto? Perché non volevo staccarmi da lui? C'era una parte di me che lo voleva e l'altra parte di me che lo allontanava. Da quando lo conoscevo ero completamente in conflitto con la mia ragione. Ero diventata istintiva. E non andava affatto bene.

Appena uscii di casa, difronte a me e c'era l'auto parcheggiata di Amanda. Entrai ancora scossa per prima e lei se ne accorse.
"Sofia? Che cosa sono quelle labbra gonfie? Non mi dire che...Sofia!" Disse quasi urlando . Era riuscita ad intuirlo vedendo solo le mie labbra.
"Mi ha baciato, più di una volta...e mi ha toccato." Dissi esasperata ormai.
"Ma che dici? Gabriel? Cazzo Sofia ma diventerà tuo fratello." Mi misi le mani tra i capelli.
"Che grande casino. Sto nella merda." Dissi esasperata , guardando la strada mentre Amanda avviava l'auto.
"Devi stare lontano da lui , prima che inizi a provare qualcosa .Ti farà soffrire. Lo conosco. Per lui è solo un gioco. Proprio perché farai parte della sua famiglia. Il proibito lo invoglia a fare questo. Non voglio che tu sia una delle tante che soffra per lui." Le strinsi la mano che aveva leggermente appoggiato sul cambio.
"Non succederà, non mi innamorerò di lui. La mia è solo attrazione fisica e già lo so che devo tenerlo lontano da me e ci riuscirò." Dissi dandole delle rassicurazioni.
Neanche io credevo a quello che avevo detto. Come avrei fatto a tenerlo lontano da me se anche adesso volevo ancora le sue labbra sulle mie? C'era qualcosa dentro di me che mi riportava da lui. Stavo completamente impazzendo e dovevo rinsanire prima che fosse troppo tardi. Arrivammo al centro commerciale e dopo aver parcheggiato l'auto entrammo. Era gigantesco.
"Dai vieni con me , devo comprare un intimo da "Vittoria Secret" inarcai un sopracciglio.
"Ma lì ci sono solo pigiami e intimi sexy. Amanda con chi stai uscendo?" Dissi spalancando gli occhi, mentre entravamo nel negozio.
"Beh diciamo che Gabriel lo conosce." Inarcai il sopracciglio ancora una volta.
"Ma che dici? Non so capendo, vuoi dirmi chi è?" Continuava a cercare tra gli indumenti , scelse un intimo di pizzo , verde petrolio.
"Amanda!  Vuoi parlare?" Continuava a stare in silenzio fino a quando non disse il nome a bassa voce.
"Manuel." Disse sussurrando.
"Chi??" Non riuscivo a capire il nome.
"Manuel." Lo disse con un tono di voce alto facendo sobbalzare tutti.
"Stai scherzando? Manuel? Non è fidanzato?" Domandai guardandomi altrove.
"Si è fidanzato ma ehm ha detto che la lascerà, prova qualcosa per me da tanto tempo e con quella ha cercato di dimenticarmi." Sospettosa la guardai.
"E tu ci credi alle stronzate che dice?" Ci avvicinammo agli spogliatoi e Amanda mi parlò da dietro la tenda , mentre se lo provava.
"Lui non dice stronzate , lui non è come Gabriel, è diverso. Lui è dolce, affettuoso, sensibile. Io gli credo, lo vedo dai suoi occhi che brillano mentre mi guarda."
"Non so Amanda , non vorrei ti stesse solo prendendo in giro." Uscii con l'intimo in dosso ed era bellissima, la guardai dal divanetto.
"Sei stupenda, ma adesso torna dentro che sono gelosa." Dissi scherzosamente.
"Bene allora lo prendo." Disse ridendo.
La vidi uscire e si era già rivestita.
"Perché non ti compri anche tu qualcosa?" Scossi il capo.
"No io non sono per queste cose, non mi sentirei a mio agio." La vidi andare verso la categoria hot dell'intimo. E prese un completo di pizzo nero.
"Ma tu sei scema! Non lo metterò mai." Me lo mise tra le braccia.
"Invece si , adesso muoviti, metti caso che scopi con Gabriel, almeno hai una biancheria sexy." Disse con il sorrisetto.
"Scusami ma tu non eri contraria ?" Dissi guardandola come si contraddiceva.
"Hai detto che è solo attrazione fisica? Che sarà mai una scopata." Disse in modo superficiale. Beh rischiavo di provare qualcosa per lui se solo lo avessi fatto, gli avrei dato un motivo in più per vantarsi con i suoi amici.
Lo andai a provare e mi guardai allo specchio, non mi ero mai visto così bella, forse era la prima volta. Uscii aprendo la tendina e feci una giravolta.
"Cavolo Sofia, sei spettacolare." Sorrisi al suo commento e decisi di prenderlo. Mi vestii nuovamente per poi uscire dallo spogliatoio. Andammo a pagare e decidemmo di mangiare fuori. Entrammo al McDonald e ci sedemmo ai nostri posti per ordinare attraverso l'app.
"Io quest'app non la capisco, è tutta confusionaria, ma come si ordina con sto coso?" Vedendola come era in difficoltà e impacciata dopo aver ordinato il mio menù le ordinai il suo.
"Dai qua che non sei capace." Dissi ridendo.
"Non è colpa mia. Io sono più per il vecchio stampo, era più bello con i camerieri." Disse mettendo il broncio, con le braccia incrociate.
"Ah si? Così potevi provarci con loro?" Scoppiai a ridere, mentre cliccavo il tasto invio.
"Sii, era più divertente cazzo!" Esclamò sbattendo leggermente le mani sul tavolo.
"Tu non stai bene fattelo dire." Dissi ridendo.

Finimmo di pranzare e decidemmo di tornare a casa. Dopo aver parcheggiato l'auto ci recammo verso la porta di ingresso e l'aprii. Guardai in salone e c'erano i ragazzi che giocavano alla PlayStation. Si sentivano i loro schiamazzi anche da fuori la porta.
Vidi Amanda arrossire appena Manuel le sorrise. In auto mi spiegò che nessuno doveva sapere nulla, che si vedevano di nascosto. Si mise una ciocca di capelli dietro l'orecchio, imbarazzata. Da quando la conoscevo non l'avevo mai vista così timida e vulnerabile, temeva davvero a Manuel e come lei avesse paura che io soffrissi , valeva la stessa cosa per me nei suoi confronti.

L'Ennesimo Errore.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora