15. Sofia

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Appena mi posò sul letto iniziai a capire che lo stavo per fare , per la prima volta. Sentii la sua lingua calda sul mio collo facendomi venire i brividi per tutto il corpo.con due dita mi fece scivolare via il vestito e mi guardò attentamente il mio corpo. Le mie guance si tinsero di rosso per l'imbarazzo, nessuno mi aveva vista senza vestiti.
Iniziò a lasciarmi dei baci umidi sul mio capezzolo , passando subito dopo la sua lingua calda , facendomi gemere. Inarcai la schiena appena iniziò a succhiarlo e a prenderlo tra i denti, con l'altra mano mi palpava il seno destro.
"Oh Gabriel." Gemetti il suo nome.
"Shhh possono sentirci." Disse inserendo la sua lingua dentro la mia bocca. Scese sempre di più con le labbra , dal incavo del mio corpo , fino all'ombelico, arrivò all'interno coscia e dopo averlo preso leggermente a morsi , delicatamente mi lasciò dei baci leggeri. Passò la sua lingua sul mio inguine e iniziai ad ansimare. Passò la sua lingua calda lungo la mia intimità fermandosi sul mio clitoride, iniziò a fare dei movimenti circolari con la lingua, per poi succhiarlo improvvisamente. Portai il capo indietro sul cuscino per il piacere che mi stava provocando. Mi morsi il labbro inferiore, mugolando su di esso per non urlare.
Lo vidi alzarsi e mettersi il preservativo. Stava per succedere. L'ansia è la paura che facesse male aumentò sempre di più.
"Fidati di me Bambi." Dissi accarezzando il mio viso. Iniziò a baciarmi nuovamente e sentii la punta della sua erezione lungo la mia intimità , gemetti appena sentii come era duro e lungo.
Si avvicinò al mio orecchio.
"Farà male all'inizio ma poi passerà, vi entrerà tutto tranquilla." Disse in modo malizioso. Lentamente lo sentii entrare dentro di me , iniziando a sentire un leggero dolore.
"Ahhh." Dissi mugolando leggermente dal dolore ma un istante dopo, sentii solo piacere e mi aggrappai alla sua schiena.
"Oh mio Dio." Gemetti nel suo orecchio, accarezzai il suo collo, baciandolo leggermente e lasciando dei piccoli morsi.
Aumentò sempre di più la velocità, e il piacere si intensificò sempre di più , in mezzo alle mie gambe stavo andando letteralmente a fuoco per il piacere inmenso che provavo. Sentii le sue mani accarezzarmi la gambe stringendole tra le mani.
"S-sto per venire." Mi prese leggermente per il collo.
"Non ti azzardare a venire ora." Disse inserendo la sua lingua nella mia bocca. Gemetti su di essa , cercando di controllarmi.
"Adesso bambi, vieni ora." Appena mi diede il consenso venni completamente e lui si staccò da me subito dopo.
Rimasi ancora su quel letto con il lenzuolo ancora tra le mie mani. Guardai i suoi movimenti, uscì da quella stanza , lasciandomi lì senza vestiti, con il viso completamente rosso per l'eccitazione, le labbra gonfie, i capelli scompigliati e il respiro affannato.Non riuscivo neanche a decifrare la sua espressione. Mi rialzai e indossai nuovamente il mio vestito, avvicinandomi allo specchio mi aggiustai i capelli e uscii da quella stanza.Scesi le scale e lo vidi da lontano baciarsi con una ragazza. La guardai bene ed era Ginevra la ragazza che mi aveva preso di mira a scuola. Rimasi ferma a guardare come quella lingua entrava nella sua bocca, quando un secondo fa era nella mia. Perché mi dava così fastidio ? Ma soprattutto perché sentivo delle lacrime scendere sulle mie guance?! Forse erano per il nervoso. Per il modo in cui mi aveva lasciata lì da sola, per come si era preso gioco di me e di come io glielo avessi permesso. Mi sentivo soffocare in quella sala e decisi di uscire in giardino. Rimasi in piedi, con le braccia conserte a vedere il mare in lontananza con la luna che rifletteva su di esso. Mi sentivo ferita e non capivo il perché. Mi asciugai quella piccola lacrima che mi sfiorò il viso. Sentii qualcuno abbracciarmi da dietro ed era Theo.
"Perché sei qui da sola a piangere?" Disse stringendomi.
"Non sto piangendo." Sforzai un sorriso.
"Invece si. C'entra Gabriel?" Disse dandomi dei baci sulla guancia. Tenevo tanto a lui , in poco tempo era diventato il mio migliore amico.
"Non lo so." In realtà era così, non sapevo il motivo per cui stessi così male.
"Sai che puoi parlare con me. Non giudicherei mai i tuoi sentimenti." Chiusi gli occhi facendo scendere altre lacrime.
"Lo stavamo facendo e all'improvviso se ne è uscito con "Io devo andare." Mi guardò con un espressione corrucciata.
"Gabriel? Che non arriva fino in fondo? Strano." Mi girai verso di lui staccandomi dall'abbraccio.
"Cosa intendi?" Domandai confusa.
"Beh di solito lui quello che inizia finisce." Dissi alzando entrambe le spalle, con le mani in tasca.
"Allora sono io il problema. Faccio così schifo?" Guardai altrove.
"Hey guardami non fai schifo. Sei la persona più bella, sexy e buona che io conosca. Non fai per niente schifo e se lui non riconosce il tuo valore ci perde lui." Disse pizzicandomi il naso.
"Sai che ti voglio bene?" Dissi stringendolo a me.
"Chi non mi vorrebbe bene?" Disse in modo sarcastico.
"Sei uno scemo." Dissi ridendo e posando  il mio capo sul suo petto.
Tornammo dentro e vidi Gabriel e Ginevra salire le scale. Almeno con lei sarebbe arrivato fino in fondo.
"Hey eccoti. Stai bene?" Disse Amanda guardandomi negli occhi.
"Oh si sto bene, solo che mi fa male un po' lo stomaco. Forse è meglio se torno a casa." Stavo per andarmene ma Amanda mi fermò.
"Aspetta, Sofia hai pianto? Per Gabriel vero? Io te lo avevo detto." Disse esasperata.
"Adesso basta ma è possibile che devi sempre rimproverarmi? Non sei mia madre. Non comandi i miei sentimenti, non li comando nemmeno io. Da vera amica invece di giudicarmi e di farmi sentire in colpa per quello che sento, dovresti consolarmi. Io torno a casa. Chiamerò un taxi." Stavo già male di mio, senza capire perché, se ci si metteva anche lei era la fine.
Dopo aver chiamato il taxi arrivò in pochi minuti. Entrai in auto e chiusi la portiera guardando quella porta rossa. Come se sperassi che mi venisse a prendere. Mentre guardavo il mio telefono senti l'altra portiera aprirsi. Girai il capo e incontrai nuovamente i suoi occhi. Lo ignorai completamente.
"Mi dispiace per prima." Risi in modo nervoso.
"Oh lo vedo come ti dispiace, hai finito il lavoro con Ginevra." Dissi aspramente.
"Sofia..." cercò di prendermi la mano ma la tolsi.
"Lasciami stare." Dissi guardando fuori il finestrino , con la voce quasi spezzata dal pianto. In quell'esatto momento capì che ormai il danno era fatto. Mi ero innamorata di lui. Avevo permesso al mio cuore di innamorarmi di lui.

Arrivammo a casa e dopo aver pagato il tassista entrai in casa. Prima di salire le scale mi fermai e lo guardai.
"Non osare più avvicinarti a me o a toccarmi." "Davvero vuoi che non ti tocchi più? Prima sbaglio o urlavi il mio nome?" Disse con un ghigno sul volto. Non riuscivo a crederci che me lo rinfacciava.
"Vaffanculo Gabriel." Dissi salendo in camera mia per poi sbattere la porta. Presi un cuscino e mi sfogai urlando contro di esso. Appena mi calmai indossai il pigiama e mi misi sotto le coperte, fissando il soffitto bianco. Sapevo benissimo che innamorarmi di lui era un errore. L'ennesimo errore della mia vita. Cercavo in tutti i modi di odiarlo , senza riuscirci. Sentivo ancora la sua bocca sul mio collo e le sue dita dentro di me. Lo sentivo ancora. Sentivo il suo respiro caldo sulla mia pelle. Non riuscivo a capire il motivo per cui si fosse fermato. Forse perché lui desiderava Ginevra e non me. Allora perché dirmi quelle bugie? Perché mentirmi dicendo che provava un'attrazione per me quando l'unica che desiderava era lei? Dopo svariati minuti riuscii a cadere in un lungo sonno profondo. Durante la notte ebbi un incubo e mi alzai di scatto urlando. Sentii la porta aprirsi di scatto, ed era Gabriel. Lo guardai in lacrime. Ancora spaventata per quell'incubo.
"Sofia cosa è successo stai bene?" Disse sedendosi accanto a me sul letto.
"Sì ho fatto solo un incubo." Dissi asciugandomi le lacrime.
"Non mi sembra. Cosa hai sognato." Non potevo di certo dirgli la verità, di quella notte che mi perseguitava da ormai 5 anni.
"Nulla non me lo ricordo." Dissi guardando altrove.
"Vuoi che resto fino a quando non ti addormenti?" Mi domandò vedendomi ancora tremare. Annuii semplicemente e si sdraiò accanto a me stringendomi dai fianchi e mi massaggiò il basso ventre.
"Cosa fai?" Domandai girando il capo verso di lui.
"So che ti fa male, mi dispiace essermene andato così. Non so cosa mi sia preso."
"Non sei attratto da me semplicemente." Rise per poi baciarmi.
"Davvero pensi che non sia attratto da te? Ma ti sei vista?" Sorrisi imbarazzata per que suo commento. " Adesso dormi." Disse dandomi un bacio sulla fronte e mi addormentai tra le sue braccia.

L'Ennesimo Errore.Where stories live. Discover now