Capitolo 20

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Errori e cuori infranti.

“Harry, di qua!”- urlò stringendo la mia mano per trascinarmi verso un altro viale di alberi. Tuoni e fulmini incupivano l’aria che ci circondava. Erano passati minuti e ancora correvamo fra le mille goccioline d’acqua che lentamente avevano inzuppato i nostri vestiti rendendoli sempre più attillati. L’uscita doveva essere nei paraggi ma lei si ostinava a correre sotto quella cascata ridendo come una bambina che salta sulle pozzanghere di fango. Era felice. Finalmente era felice e potevo capirlo dal suono della sua risata, così sincera, vera.

“Abby, guarda c’è il cancello!”- esclamai indicando l’uscita davanti al nostro percorso.
“L’ho vista intelligente! Oh scusa, io sono l’intelligente qui!”- scherzò ridendo più forte. Mollò la mia mano e iniziò a correre più veloce lasciandomi indietro. Mi fermai un secondo e sentii anche io quella pace che stava invadendo Abby. Sollevai il viso verso il cielo e aprii le braccia stendendole bene nell’aria. Chiusi gli occhi e sorrisi, poi senza accorgermene iniziai a cantare. Semplicemente il ritornello di Little Things. Sentivo che quella canzone era giusta in quel momento e la libertà mi rendeva euforico. Quando ero felice cantavo sempre.

“Harry! Andiamo, non è il momento di cantare adesso.”- sentii urlare Abby e la sua voce mi riportò alla realtà. Smisi di cantare e iniziai a correre arrivando presto da lei. Tolsi il cappellino ormai zuppo e spostai i miei capelli indomabili indietro, almeno grazie all’acqua restavano fermi e non tornavano sulla fronte.
“Ecco Bob, vieni.”- le presi ancora la mano e attraversammo la strada per salire in fretta e furia sulla macchina. Bob accese immediatamente i riscaldamenti e spense la radio che stava ascoltando nell’attesa che tornassimo.
“Passato un bel pomeriggio signor Styles?”- Abby rispose al posto mio sempre più euforica di prima.
“Oh Bob, non puoi immaginare quanto è stato bello correre sotto la pioggia in quel meraviglioso posto! Harry è stato un ottimo corridore, a parte quando stava per inciampare e cadere con la faccia per terra.”
“Ehi!! Non è colpa mia se sono andato incontro a un sasso, qualcuno continuava a tirarmi!”- protestai tirando fuori dalla tasca bagnata dei pantaloni il mio cellulare.

“Sono felice che abbiate passato una bella giornata. Adesso vi porto in hotel?”- chiese Bob mettendo in moto l’automobile. Feci cenno di si con la testa e mi voltai verso Abby che ancora rideva con le lacrime agli occhi. Il resto del tragitto lo passammo a raccontare a Bob l’incredibile spettacolo che avevamo visto in quei giardini e la mia quasi caduta. Mi sentivo bene e anche se quella felicità sarebbe scomparsa una volta in hotel, volevo comunque immaginare il contrario.
Una volta arrivati, Bob e un altro uomo della security, ci scortarono all’interno dell’edificio e corremmo proprio come due bambini verso gli ascensori urlando come pazzi. In effetti eravamo dei bambini e la gente continuava a guardarci stranita dalla situazione, ma non mi importava perché lei stava bene e io anche grazie al suo stato d’animo.

“Siamo una forza insieme! Mi sono mancati i nostri momenti.”- disse Abby riprendendo fiato, una volta nell’ascensore. Io annuì smettendo di ridere e le diedi un bacio sulla guancia. Immediatamente si irrigidì e io smisi completamente di sorridere. Avevo sbagliato? Avevo appena rovinato tutto quello che avevamo costruito in quella giornata? Un silenzio tenebroso ci accompagnò per il resto della salita e quando le porte dell’ascensore si aprirono, lei scese per prima aspettandomi però fuori affinché l’accompagnassi fino in camera.

Quando arrivammo davanti alla sua porta, si voltò e si avvicinò a me che ero a qualche metro di distanza. Avvolse le sue braccia intorno alla mia schiena e mi strinse forte, poggiando la sua testa sul mio petto. Immediatamente la strinsi a me, avvolgendo le mie braccia sul suo piccolo corpicino. I nostri vestiti erano ancora bagnati e quella vicinanza permetteva ai nostri corpi di avere un maggiore contatto. Mi mancò per un attimo il respiro quando mi resi contro che aveva spostato la sua testa per guardarmi dritto negli occhi. Mi sciolsi sotto il tocco della sua mano sulla mia guancia e quando si mise sulle punte per lasciarmi un tenero e caldo bacio sulla guancia rabbrividii. Non si allontanò subito anche perché io continuavo a sorreggerla e stringerla a me. Solo quando mi accorsi che i nostri visi erano troppo vicini, la lasciai andare perché non poteva accadere. Non di nuovo. Abby continuò a guardarmi dal basso e io cercai in tutti i modi di trattenere quella voglia irrefrenabile che avevo di assaporarla ancora una volta. Quando mi sorrise dolcemente e si voltò per entrare in camera, la guardai attentamente e sussurrai una dolce “buonanotte”, per poi avviarmi lungo il corridoio.

Mi voltai ancora una volta per vedere la sua testolina che faceva capolino dalla porta e mi sorrideva, ricambiai il sorriso e feci un cenno con la mano. Mi voltai e ripresi a camminare sentendo ancora il suo sguardo su di me. Solo quando sentii la porta chiudersi, mi bloccai di colpo e feci marcia indietro senza pensarci due volte. Niente pensieri, niente dubbi, solo conseguenze che avrei affrontato senza rimpianti. Bussai alla porta e dopo qualche secondo, Abby aprì la porta con ancora addosso i vestiti bagnati.

“Harry?”- mi guardò perplessa e fece un passo indietro quando portai la mano sulla porta e la aprii per poter entrare. La chiusi alle mie spalle e Abby indietreggiò ancora fermando la sua corsa quando toccò il letto. Mi avvicinai e la afferrai delicatamente per i fianchi. Mi avvicinai a lei che mi guardava sorpresa o forse ammaliata, non riuscivo a capirlo. E dopo un attimo di esitazione feci scontare le nostre labbra. Abby si allontanò immediatamente dalle mie braccia e mi fece indietreggiare. Abbassò lo sguardo portando la sua mano sulle labbra e vidi forte incertezza nei suoi occhi.

“Mi-mi dispiace Abby…”- mi scusai passando una mano fra i capelli ormai asciutti che scendevano morbidi sulla mia fronte. Era stato uno stupido sbaglio e avevo rovinato tutto. Mi voltai per andare via ma poco prima di aprire la porta, sentii una stretta alla schiena. Mi voltai e Abby non aspettò un secondo di più prima di tornare a far combaciare le nostre labbra. Il bacio sembrava così focoso, più di quello ad Amsterdam. La presi in braccio da sotto il sedere e la strinsi di più a me. Abby portò le sue braccia intorno al mio collo e iniziò a giocare con i miei ricci. Questo scatenò una voglia irrefrenabile dentro di me, voglia di lei. Mi spostai sul letto e la feci stendere portando immediatamente il mio corpo sul suo. Mi cacciò il giubbotto e io feci lo stesso con la sua giacca. Baciai ogni centimetro del suo collo e mentre sentivo dei gemiti uscire dalla sua bocca, alzai l’orlo della mia maglia per toglierla e in un attimo restai a petto nudo. Abby portò le sue mani sul mio torace e si spostò sulle mie spalle per attirarmi a sé e riprendere a baciarla.

Le nostre lingue si muovevano veloci senza fermarsi. L’attrazione che c’era tra noi era tale che sentii in pochi minuti i boxer sempre più stretti. Abby era capace di farmi questo effetto anche solo guardandomi come stava facendo in quel momento mentre io sollevavo la sua maglia. La tolsi insieme a quella collana lunga che portava al collo. Un cuore, il ciondolo era un cuore. Forse era stato Niall a regalarle quella collana. I sensi di colpa si fecero spazio nella mia mente e li allontanai subito perché quella era la mia unica occasione di dimostrare ad Abby quanto io l’amassi. Portai le mie labbra sul suo collo in una corsa infinita di baci fino ad arrivare al suo seno, coperto da un reggiseno bianco. Il suo sapore era di fragola come avevo sempre immaginato. Era così bella e così perfetta. Quando portai la mano vicino ai suoi leggings, fermò la mia mano e mi paralizzai sul posto. Mi allontanai dalle sue labbra e vidi i suoi occhi lucidi, sempre più lucidi, fino a quando delle lacrime iniziarono a scendere veloci. Mi resi conto in quel momento che tutto quello era sbagliato. Lei voleva solo fare una ripicca a Niall ma stava solo per ferire se stessa, non pensando che aveva del tutto ferito me. Mi alzai immediatamente e misi la mia maglia addosso. Abby stava coricata paralizzata con il seno quasi del tutto scoperto. Presi il mio giubbotto da terra e la guardai senza sapere cosa fare o dire. L’avrei abbracciata, l’avrei fatta sentire meglio perché sapevo che si era pentita di quello che stava per fare ma non ci riuscivo. Mi sentivo ferito. Afflitto. Ferito. Mi voltai e aprii la porta. Uscii fuori e senza guardarmi indietro la chiusi camminando a passi veloci verso l’ascensore. Avevo bisogno di bere, dovevo dimenticare.

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Vorrei scomparire credetemi… sono forse due settimane che non aggiorno ma credetemi, non voglio abbandonare la storia. Purtroppo la scuola mi ostacola, i compiti e le interrogazioni mi stanno mettendo a tappeto e poiché di solito scrivevo la sera, adesso già quando sono le nove, i miei occhi lentamente si chiudono e non trovo concentrazione per scrivere. Prometto che cercherò di scrivere e postare i capitoli almeno a distanza di una settimana.♥♥♥

Bhe, Abby questa volta l’ha combinata davvero grossa! Secondo voi cosa succederà? Niall verrà a sapere dell’accaduto o Abby continuerà a tenere tutto segreto? O sarà proprio Harry a dire tutta la verità?

Lasciate tanti commenti, voglio i vostri pareri.♥ Votate e continuate a sostenermi perché ne ho bisogno♥♥♥

A presto♥♥

A. 

Secret loves || Niall HoranDove le storie prendono vita. Scoprilo ora