Capitolo sei.

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CAPITOLO 6

Vengo svegliata dal piccolo e fastidioso fascio di luce che penetra attraverso la fessura delle tende. Mi alzo quasi svogliatamente e vado in bagno per darmi una sciacquata; dopo essere uscita dalla doccia vado in camera con un asciugamano avvolto intorno al mio corpo e una attorno ai capelli.

«Buongiorno!»

Sobbalzo.

Alzo lo sguardo verso la finestra e trovo Zayn, perfetto come sempre, che si sporge dalla finestra cercando di entrare. Dopo qualche secondo eccolo lì, vicino al mio letto.

«Vedo che ti sei svegliata da molto!» Dice ridacchiando notando il mio aspetto.

Merda, ho solo un asciugamano addosso.

«Uno, esci subito dalla mia stanza; due, come cazzo sei entrato?» Gli chiedo curiosa cercando di coprirmi.

«Mi hai visto; hanno inventato le finestre per un motivo.» Si avvicina fissandomi dalla testa ai piedi. «Ti consiglio di fare presto se vuoi fare colazione.» Continua andando verso la finestra. «Ah, e vestiti comoda, oggi si va in campeggio.» Conclude per poi saltare giù dalla finestra, aggrappandosi a qualche albero, e sparire.

Mi ha rimasta qui senza parole. Quel ragazzo è sempre più strano. Poi chi cazzo gli ha dato l’ordine di decidere per me? Ovviamente mi sta bene andare con lui in campeggio, ma è un lunatico del caspito e doveva chiedermelo.

«E lui sarebbe il lunatico?!» Dice il mio subconscio.

Vado verso l’armadio e metto dei semplici leggins, una maglia a mezze maniche, una felpa con la zip aperta e delle air force basse. Asciugo i capelli arricciandoli un po’ e metto un filo di matita attorno agli occhi azzurri; prendo il cellulare, vado giù in cucina e trovo mio padre mentre parla con Zayn.

«Non si preoccupi signore, ve la riporto entro stasera.» Dice Zayn stringendo la mano a mio padre.

«Ok Zayn, mi fido di te.» Ricambia il sorriso mio padre.

Tossisco per farmi notare e Zayn appena mi vede esce fuori andando verso la macchina.

«Stai attenta!» Dice papà mentre mi da un bacio sulla fronte.

«Sono grande e vaccinata papi, non ti preoccupare.» Lo saluto con un bacio sulla guancia, poi esco di casa e vado verso la Volvo parcheggiata sul vialetto. Entro in macchina in silenzio e metto la cintura.

Mi squilla il telefono.

«Eh no piccola, oggi siamo solo io e te!» Dice Zayn prendendo il mio telefono e mettendoselo in tasca.

«Zayn dammi il telefono!» Gli porgo la mano aspettando che mi dia il telefono, ma rimango a mani vuote. «Dai Zayn, non fare l’idiota.»

«Zitta un po’ Charlie.» Sbuffo.

«Siamo arrivati?» Continuo a ripetere a Zayn.

Siamo in viaggio da una decina di minuti e sto incominciando a scocciarmi.

«Un attimo solo.» Dice parcheggiando in uno spiazzale isolato. «Ora sì.» Sorride.

Scendo dall’auto. «Ma questo posto è sperduto da Gesù Cristo Zayn!» Urlo alzando le braccia. Guardo verso il cielo ricoperto di nuvole. «Quanto scommetti che inizierà a piovere? E se ci prendiamo una polmonite?» Gli chiedo avvicinandomi a lui gesticolando con le mani.

Zayn scende dall’auto, chiude lo sportello e va verso il bagagliaio.

«Smettila di fare la cretina e prendi il tuo zaino.» Risponde porgendomelo.

«Dobbiamo andare tanto lontani?» Metto il mio zaino sulle spalle.

«Dobbiamo solo camminare per una decina di chilometri.»

Sobbalzo al suono di quelle parole mentre lui se la ride. «Davvero?» Mi lamento. «Sto scherzando. Dobbiamo arrivare dopo quell'albero.» Dice indicandomi un albero lontano da noi qualche metro.

Così prendiamo il tutto, o meglio, Zayn prende il tutto e ci avviamo verso l'albero.

Dopo qualche minuto a camminare arriviamo in una radura piana, ricoperta di fiori di primavera viola e gialli. È un posto così tranquillo, così perfetto. In un batti baleno trovo la tovaglia distesa per terra con tanto di panini e coca sopra.

«Come hai fatto a preparare così velocemente?» Chiedo a Zayn sedendomi sull'erba.

«Arte naturale la mia.»  Ridacchia. Poi viene verso di me e mi aiuta ad alzarmi.

Al contatto di pelle e pelle rabbrividisco sentendolo freddo come il ghiaccio, ma le sue mani sono morbide e soffici.

«Zayn? Ti senti bene?» Mi preoccupo, lui indietreggia e fa un respiro profondo.

«Sì, dobbiamo andare a prendere della legna se non vuoi morire ibernata.» Risponde con un tono più duro di prima.

Lo raggiungo e ci avventuriamo nella foresta. Vedo lui camminare sicuro di se, come se sappia già dove andare.

Dopo aver preso qualche ramo, ritorniamo nella radura e ci sediamo uno di fronte all'altro.

«Raccontami di te.» Dice Zayn mentre accende il fuoco.

«Che vuoi sapere?»

«Inizia col dirmi perché stai con quel Irwin. È irritante quel ragazzo.» Fa una smorfia nel nominare Ash. Lo odio quando fa così.

«Non parlare di lui in quel modo. È pur sempre il mio migliore amico.» Difendo la persona interessata non presente.

«Ora è il tuo migliore amico? Ma fammi il piacere.» Si stende sull'erba appoggiato sui gomiti, poi si allunga e prende un panino da sopra la tovaglia. «Scommetto che hai fame, quindi mangia.» Continua offrendomi il panino. 

In effetti ho una fame da lupi, quindi accetto il panino e inizio a mangiare.

«Tu non hai fame?» Gli chiedo aprendo il secondo panino e dando un morso.

«Mh no, io non mangio.» Sorride.

«E che è? Una specie di dieta aliena?» Rido all'idea e quasi mi strozzo.

«Sì, se vuoi chiamarla così.» Segue la mia risata infilando la lingua tra i suoi denti perfetti. Ha lo sguardo fisso sul mio corpo mentre si morde il labbro, come se mi stesse mangiando con gli occhi.

«Che c'è?» Dico imbarazzata ingoiando l'ultimo morso del panino e prendendo un bicchiere d'acqua.

Zayn si alza e viene lentamente verso di me.

«C'è che sei stupenda.» Mi sussurra prendendomi lentamente la mano.

| EHI BIMBEE!

DIO MIO, È PASSATO UN SACCO DI TEMPO, MA NON HO AVUTO LA LINEA PER UN BEL MESETTO QUINDI NON HO POTUTO AGGIORNARE c.c. SPERO CHE CONTINUERETE COMUNQUE A SEGUIERE LA STORIA E, SE VOLETE IL CONTINUO, u.u, POTETE VOTARLA (cliccare sulla stellina) E LASCIARE UN COMMENTINO? GRAZIE MILLE, VI AMO.♥ |

Strange love. || Zayn MalikWhere stories live. Discover now