20. polizia

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Andai nell'aula cento undici per la mia punizione pomeridiana, quella fu la prima volta che nessuno era nell'aula, dato che tutti, esclusi me, avevano finito i loro giorni di punizione, contando anche le volte in cui erano assenti e dovevano recuperarli.

Mi ricordo che finii in punizione per più tempo in confronto ai miei compagni, Kevin e Jughead; a causa della mia sfacciataggine verso il preside.

Quel giorno lo sfruttai per indagare, indagare sui segreti della riverdale north side high school, cosa che non avrei mai potuto fare se un bulldog era presente, incluso Jughead.

Sapevo, ero sicura che la scuola contenesse dei segreti, io li avrei scoperti e forse, ci avrei pure fatto un articolo per il blue and gold digitale.

Mi raggirai nell'aula (della punizione) ma non trovai nulla d'interessante, beh, se la scuola nascondesse qualcosa di scandaloso non lo metterebbe di certo in bella vista nell'aula cento undici, se fossi uscita dalla stanza il sorvegliante, il professore o il preside mi avrebbero sicuramente trovata, sbuffai, arrendendo momentaneamente il mio intento.

Annoiata, sfilai il mio telefono dalla tasca posteriore dei jeans e controllai se ci fossero nuovi messaggi o chiamate, non mi sbagliai, un quarto d'ora prima, mi era arrivato un messaggio normale da un numero sconosciuto col su scritto di doverlo chiamare. Corrucciai le sopracciglia, chi mai poteva essere? Probabilmente un semplice scherzo telefonico di cattivo gusto, ma la curiosità mi uccideva e quindi feci ciò che mi era stato richiesto nel messaggio.

Il telefono squillò tre volte, prima di ricevere una risposta,

<<ciao Elizabeth>>

mi sentì dire da una voce profonda e robotica, sicuramente stata alterata con un programma del computer,

<<chi è?>>

domandai, il mio tono della era visibilmente confuso, ma non preoccupato, o non troppo,

<<il black hood>>

mi sentii rispondere, sussultai. Era ovviamente uno scherzo, no? Perché il black hood dovrebbe chiamarmi, e perché dovrebbe ammettere di essere il black hood, tutto ciò era ovviamente insensato,

<<che cosa vuoi?>>

domandai, reggendo il gioco dell'ovvio scherzo telefonico,

<<il tuo aiuto Elizabeth>>

rispose, l'uomo, o almeno penso che fosse un uomo, ma non ne potevo essere sicura, dato che la voce era stata alterata artificialmente,

<<come potrei mai aiutarti?>>

domandai scetticamente, ridacchiando, sperando con tutta me stessa che quello fosse solo uno scherzo

<<tu Elizabeth, hai un grande lato investigativo, e una grande speranza verso la giustizia. Propio come me-come poteva un serial killer ritenersi un giustiziere?-io voglio il tuo aiuto, il tuo aiuto nell'uccidere i criminali>>

stava scherzando? Non pensava davvero che io avrei ucciso qualcuno, o anche solo collaborato con lui,

<<stai tranquilla, non dovrai uccidere nessuno, tu dovrai solo darmi dei nomi, nomi di criminali>>

mi spiegò, la mia mano cominciò a tremare, ma forse.. era solo uno scherzo, ben progettato, giusto?

<<se non volessi farlo che succederebbe?>>

domandai, l'ipotetico black hood, ridacchiò

<<speravo che mi facessi questa domanda, beh, non succederebbe niente di buono, posso dirti solo questo>>

stava bleffando e tutto ciò era solo uno scherzo, insomma, perché l'ipotetico black hood non voleva dirmi in che modo ricattarmi? Perché non aveva nulla su cui, appunto, ricattarmi,

<<domani, alle quattro ti richiamerò, e tu, dovrai darmi un nome>>

aggiunse infine, distruggendo i secondi di silenzio che c'erano stati. Chiuse la chiamata.

Rimasi col telefono all'orecchio per parecchi secondi, ero come immobilizzata, stavo pensando alla cosa migliore da fare, se chiamare la polizia, se dire o no a qualcuno ciò che era successo, se dargli o no il nome di un criminale. Ma se fosse stato uno scherzo? Come potevo essere sicura che l'uomo con cui avevo parlato fosse l'autentico black hood.

Avevo bisogno di tempo per pensare, ma invece, di tempo avevo solo domani fino alle quattro del pomeriggio, poi mi sarebbe arrivata la chiamata dal black hood.

Alla fine della punizione, corsi a casa, in tutte quelle ore, pensai a come comportarmi in questa situazione e la soluzione migliore fu quella di andare alla stazione di polizia, e raccontare l'episodio che mi era successo.

Quando arrivai venni accolta da Tom Keller, lo sceriffo di Riverdale,

<<signorina come posso aiutarla?>>

mi domandò, pensai molto a ciò che dire senza sembrare ridicola, ma la situazione capitata era allucinante,

<<sono stata chiamata dal black hood>>

dissi, sperando di sembrare credibile, lo sceriffo, mi guardò per qualche secondo scetticamente e poi decise di accompagnarmi in una stanza dai colori freddi, per parlarle privatamente.

Spiegai di quando e dov'era successo, feci vedere il numero e il messaggio sul telefono e lo sceriffo me lo prese dicendo che gli serviva per rintracciare il numero e che me l'avrebbero restituito entro qualche minuto, io annuii.

Decisi di aspettare alla stazione di polizia che avrebbe rintracciato il numero entro qualche minuto,

<<Elizabeth tu vai alla stessa scuola di mio figlio>>

mi domandò lo sceriffo, sapeva in che scuola andassi data la mia spiegazione dell'accaduto, nel quale gli riferii dove mi trovassi in quel momento, mi ci volle poco per capire che il figlio dell'uomo fosse Kevin, dato il cognome in comune

<<sì, Kevin, giusto?>>

domandai puntando involontariamente il dito allo sceriffo mentre parlavo, lui annuii sorridendomi,

<<sì lo conosco, è un mio amico>>

ammisi, lo sceriffo annuii

<<pensi che gli dirai ciò è successo?>>

domandò, io negai col capo, spaventata,

<<non penso che lo dirò a qualcuno>>

dissi, a braccia incrociate

<<sì è meglio così>>

disse l'uomo.

Dopo qualche minuto, Un poliziotto, mi portò il telefono, porgendomelo

<<la chiamata non è rintracciabile, probabilmente ha usato un telefono usa e getta>>

mi spiegò riferendosi al black hood, io annuii, ciò mi aiutò ad auto convincermi di aver veramente parlato con il serial killer di Riverdale, se fosse stato uno scherzo, nessuno, si sarebbe di certo preso il disturbo di architettarlo così accuratamente.

Lo sceriffo, prima che me andassi, mi fermò e si raccomandò che non rispondessi a nessuna chiamata dell'ipotetico black hood, se non in presenza della polizia, io accettai.

south side cooper//ITAWhere stories live. Discover now