Capitolo 39

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"Aggiornamenti sul caso Morello.

Fonti interne alla polizia hanno svelato il nome del presunto investitore dello zuccherificio appartenente a Nick Verace. Si tratterebbe di uno stimato banchiere di Chicago, R.F. Ashworth. Stando alle informazioni trapelate dalla procura, il suo nome appare in tutti gli incartamenti in possesso degli inquirenti: dai prestiti che la banca del signor Ashworth ha concesso alla famiglia Verace, agli investimenti fatti sempre dal signor Ashworth in tale impresa. I soldi richiesti sono stati utilizzati dalla famiglia criminale per acquistare il terreno sul quale sorgono l'immobile e la distilleria sequestrati. Il procuratore distrettuale procederà con l'imputazione dell'uomo per complicità e per finanziamenti illeciti. L'aggravante della distilleria illegale porterebbe alla confisca dei beni patrimoniali della famiglia Ashworth fino alla data del processo che, al momento, non è ancora stata definita.

Ma chi è Ronald Ashworth? L'uomo, discendente di una storica famiglia chicagoense, ereditò già in giovane età la banca di famiglia che, grazie alle sue capacità imprenditoriali, è riuscita a reggere al giovedì nero. Tuttavia, non ha avuto vita facile: è tristemente noto il suicidio della figlia maggiore, Rossella, avvenuto poco più di anno fa. La ragazza avrebbe dovuto sposarsi poco tempo dopo.

Si preannunciano quindi altri tempi bui per la famiglia Ashworth che, attualmente, rischia di finire sul lastrico. Ci auguriamo che si faccia presto chiarezza sull'intera faccenda e che queste persone trovino un po' di tranquillità.

Continueremo a tenervi aggiornati sulla vicenda nelle prossime edizioni.

Mortimer McCaleb"

Il giornale, il cui articolo aveva destato ulteriori preoccupazioni in Ronald, cadde per terra rovinosamente. L'uomo, dopo aver aperto la porta di casa, si era trovato davanti due agenti pronti a prenderlo in custodia per condurlo alla centrale più vicina e le mani gli si erano rilassate involontariamente dalla forte emozione.

Sul volto, teso in un'espressione terrorizzata, comparve un ghigno malevolo mentre il più grosso dei due poliziotti gli si avvicinava statuario. Sentì giusto un lieve tremolio alle ginocchia quando capì di non avere scampo.

«Signor Ashworth, le spiacerebbe seguirci alla centrale? Dobbiamo chiarire alcune questioni sul caso Morello.» Disse apatico. Ormai, dopo anni di servizio, la classica frase che usava prima di un arresto o di un fermo, aveva perso colore e aveva assunto la stessa cadenza di un semplice saluto di cortesia.

Ronald guardò dietro di sé verso l'androne vuoto, sentendo l'eco dei passi affrettati della figlia mentre lo raggiungeva: la ragazza, infatti, fece capolino pochi istanti dopo in cima alle scale.

«Padre, cosa...» Chiese trafelata, fissando dapprima l'uomo in vestaglia e poi i due agenti appena fuori dalla porta, ma Ronald la interruppe subito:

«Elizabeth, vai a prendermi il cappotto.» Sibilò trattenendosi dal dare in escandescenza.

«Faccia presto, non abbiamo tempo da perdere.» Borbottò l'agente più anziano fissando di sbieco la giovane mentre si allontanava.

«Non avete il diritto di trattarmi come un becero criminale da quattro soldi, non mi hanno ancora incastrato.» Mormorò rauco mantenendo fisso lo sguardo negli occhi chiari dell'agente.

«Stiamo facendo solo il nostro lavoro, signor Ashworth. Eseguiamo gli ordini.» Disse il poliziotto senza nemmeno scomporsi.

«Quando questa storia finirà, ve la farò pagare cara.»

L'uomo più giovane fece un sorriso di rito, invitandolo a restare calmo e spiegandogli che l'arresto non era ancora previsto: c'erano "solo" questioni e domande irrisolte, le quali, con risposte esaustive da parte sua, sarebbero state facilmente archiviate e lui avrebbe potuto essere scagionato. A quelle parole, Ronald sembrò rilassare momentaneamente i nervi.

L'odore pungente del legno neroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora