16. It's Not Your Fault

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«Grazie ragazzi» Leah accompagnò i due alla porta per poi richiuderla.

Kwan si avvicinò alle due casse strofinandosi le mani come un antagonista di un film d'azione il quale fece ridere Mya.
«Be', cosa abbiamo qui?» chiese Mya incrociando le braccia al petto in attesa di una risposta.

«Qui, amica mia...» Kwan si inginocchiò pronto ad aprire la prima cassa. Questa era sigillata grazie a una password da inserire manualmente, il ragazzo inserì velocemente cinque cifre e la cassa si aprì con un solo colpo. Il coperchio ebbe un'apertura di centottanta gradi e, più si apriva, più ne uscivano dei ripiani. Mya ne contò tre. «Abbiamo l'oasi del tesoro.»

Mise a fuoco il contenuto della cassa e, sì, tutto quello era un tesoro.
Le nuove Glock chiamate generalmente "le tre gemelle", da 17M, 19Mhs e G19. 9 mm, 20 mm, fucile Ar15, accanto ad ogni pistola e fucile vi erano i propri proiettili, luccicanti da potersi specchiare.
Quella cassa era il sogno di qualsiasi detective, poliziotto e agente segreto. A Kwan brillavano gli occhi e, Mya poteva scommettere che anche i suoi erano in quello stato.

«Porca vacca!» commentò Leah aprendo la seconda cassa con la stessa apertura della prima, solo che all'interno di quella vi erano giubbotto anti proiettili, manette, fumogeni e quant'altro.
«Connor! Vieni a vedere!»

Mya si avvicinò ai fumogeni. «Questa cosa mi spaventa» mai in vita sua aveva usato dei fumogeni durante un caso, le erano sembrati sempre troppo eccessivi e, per i casi che doveva risolvere di solito, erano inutili. «Non dovremmo arrivare a tanto, vero?» Leah scosse le spalle in risposta, come se, usarli o meno, non le cambiasse la vita.

La donna prese una maschera anti-gas, indossandola. «Nel caso avremmo questi.»

Fantastico.

Connor fece capolino in soggiorno ammirando a qualche passo di distanza il bottino che era appena arrivato. Mya abbassò il capo, evitando il suo sguardo.
Osservò le Glock dentro la prima cassa prendendo la 17M, una delle tre gemelle. Era nera opaca e non presentava diverse caratteristiche che invece la Glock Gen 4 aveva, per esempio l'assenza del finger groove e l'impugnatura era semicircolare, molto più comoda. Anche l'inserimento del caricatore sembrava molto più facile da usare. Una cosa che però si notava subito era la lunghezza, più lunga rispetto alla precedente Glock 17. Le piaceva.
«Questa è mia.»

Connor le si accostò accanto e Mya si immobilizzò, concentrando lo sguardo sulla pistola.
Non aveva paura di lui ovviamente, ma avrebbe voluto evitarlo il più possibile.
Lui però le sfiorò la mano prendendole la pistola, quel contatto le procurò una vampata. Scostò lo sguardo imbarazzata.
Cavolo, sembrava una dodicenne in preda agli ormoni.

Connor allargò le gambe tenendo la destra leggermente più avanti della sinistra. Drizzò le spalle e piegò leggermente le ginocchia in avanti e si abbassò di qualche millimetro. Posizionò la pistola davanti a sé e la tenne stretta, sorreggendola poi con la mano sinistra. Provò a sparare un paio di volte e naturalmente non ne uscì nessun proiettile.
«Dico io ma sei scemo?» Leah lo riprese. «E se fosse stata carica?»

Connor abbassò l'arma restituendola a Mya, le lanciò un'occhiata che lei evitò deliberatamente.
«Quando mai consegnano le armi già cariche?»

«Be', una volta lo hanno fatto» disse Kwan prendendo in mano una 9mm. «Menomale che ce n'eravamo accorti, vero Leah?»

Leah annuì. «Già, quel giorno qualcuno avrebbe potuto farsi male se qualcun altro fosse stato stupido come te» fulminò Connor con lo sguardo. «Non cadermi su queste cose, Hill.»

Connor alzò gli occhi al cielo prendendo una delle Glock gemella a quella di Mya, la 19 Mhs, carrello e canna uguali alla 19, ma con l'impugnatura della 17. «Prendo questa, siccome la più bella me l'ha rubata Mya» a sentire pronunciare il suo nome le saltò un battito. Era più di un giorno che non lo pronunciava però le era mancato tantissimo, il suo nome sulle labbra di Connor.
Questa volta lo guardò e gli rivolse un piccolo sorriso. Gli mancava, molto.

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