7. Go Home

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San Francisco's House
7 Giugno
Ore 8:34

Quel mattino Mya si svegliò con un leggero mal di testa. La musica del locale, i rumori di sottofondo, la birra e la giornata pesante  avevano dato i loro frutti.
Il sole era già alto nel cielo e si chiese se fossero già tutti sotto, come al solito. Così si alzò e si vestì, pronta ad affrontare la giornata.
Nonostante il mal di testa, però, si sentiva serena, proprio come ieri sera.
Ripensò al giorno prima e la serata trascorsa al bar e sorrise involontariamente: si erano divertiti a parlare del più e del meno ed erano tornati a casa verso le undici, per poi rintanarsi ognuno nella propria camera.

Scese le scale facendo capolino in cucina, dove trovò solamente Kwan e Hazel intenti a osservare una cartella di un giallo sporco. I due alzarono il capo notato la donna entrare nella stanza.
«Buongiorno, fatto serata ieri?» la salutò Hazel passandole la tazza di caffè che ormai era diventata sua.

Mya salutò i presenti versandosi del caffè. «Fino alle undici non è fare serata, è ormai accettare di star invecchiando e rintanarsi in casa il prima possibile.»

«Ahh, - Hazel alzò gli occhi al cielo, divertita - i trentenni di oggi. Così vecchi dentro!» Mya le diede un colpetto alla spalla suscitando una risata alla ragazza.

«Ne ho ventisette!»

«Ma sei una trentenne dentro.» Mya rise a quella risposta.

«Connor e Leah? Dormono?» chiese Mya cambiando argomento. Trovva strano che a quell'ora non li avessero degnati ancora della loro presenza.

«Sì.»

«Si spera in altro.»

Dissero in coro Kwan e Hazel, ma la battuta di quest'ultima fece ridere solo i due ragazzi, Mya non vi trovò niente di divertente. Continuò a bere il suo caffè mentre la risata di Hazel venne smorzata dalla serietà della donna.
Mya posò gli occhi sulla cartellina, incuriosita. «Le informazioni dateci da Cooper?»

«Esattamente» Kwan affermò la teoria di Mya. «A proposito, ottimo lavoro. Te la sei giocata bene.»

Il ragazzo le passò un paio di foto raffiguranti i posti in cui si sarebbero tenute le gare. Luoghi abbastanza comuni di giorno, ma di notte completamente isolati. «Da quanto dettoci dal ragazzo, dovrebbe tenersi una gara proprio questa sera.»

«Che succede 'sta sera?» Connor fece capolino in cucina, seguito da una raggiante Leah, sempre perfetta.

Non era la prima volta che i due arrivavano nello stesso momento, anzi, insieme. La cosa iniziò a puzzare a Mya, sopratutto dopo le continue battute da parte di Kwan e Hazel - non le voleva ascoltare, ma le veniva impossibile.

C'era qualcosa tra quei due? Poteva benissimo essere, Leah era la prima a guardare Connor con sguardo fervente.
Eppure Connor non aveva mai detto nulla su loro due, nessuna battuta, nessuno sguardo o tocco rivelatore.

Quando lo sguardo di Connor si posò su Mya, lei cercò di evitarlo a tutti i costi, per non fargli capire che lo stesse già fissando da un pezzo. Nascose il viso dietro la tazza di caffè, ma quando andò per bere si accorse che stava risucchiando solo aria. E' finito il caffè, notò tristemente.

«Questa sera si terrà una gara, da quanto detto dal nostro informatore» rispose Hazel passando il fascicolo a Connor. «O agiamo oggi o giovedì.»

Giovedì sarebbe stato il tredici, diciannove giorni prima del suo matrimonio. Dovevano ancora prendere confidenza con gli abituali delle gare e ammanettare tutti i membri della gang, in più doveva ancora fare l'addio al nubilato, comprare il vestito che si era fatta mettere da parte, ma prima ancora riprovarlo per accettarsi della sua scelta.
Non c'era tempo. La gang organizzava le gare ogni sei giorni, ma se avessero concluso il tutto in tre serate, lei sarebbe stata a casa per il ventuno giugno. Poteva concedere ancora una settimana, per poi ritrovarsi a casa per il ventisette e vivere il suo addio al nubilato con l'ansia.
In ogni caso, ce l'avrebbe fatta, si sperava.
«Il prima possibile. Questa sera perlustreremo le zone e ci imbucheremo come spettatori.»

Burn SlowWhere stories live. Discover now