9. Normal Friends

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8 Giugno
Ore 14:23

«Hei» una piccola mano tiepida le scosse la spalla delicatamente. «Mya sei.. sei viva?»
Aprì gli occhi trovando davanti a sé il buio più totale, sbatté un paio di volte gli occhi, respirando a fatica. Scoprì un attimo dopo che faticava a inspirare per via del cuscino sopra la testa e i naso schiacciato contro il materasso.
Aveva tutti i muscoli indolenziti, i piedi e le gambe più che altro, a causa degli stivali alti che portava la notte prima. Distese i muscoli sentendo un brivido lungo la gamba.
«Okay, sei viva» concluse Kwan sollevato, Mya avvertì il sorriso sulle labbra del ragazzo, il che la mise di buon umore. Scostò il cuscino rivelando un po' di luce. Aveva ancora le serrande della camera sigillate, ma riusciva a distinguere Kwan seduto sul bordo del letto.

«Kwan..» salutò il ragazzo con voce impastata.

«Non è per te far serata, eh?» chiese lui retoricamente, accompagnando la domanda a una risata divertita.

«No, direi di no» si sedette poggiando la schiena contro la tastiera del letto. «Che ora è?» chiese sbadigliando.

«Due e mezza.»

Strabuzzò gli occhi svegliandosi all'improvviso. «Due e mezza?!»
Si tolse il lenzuolo di dosso che finì in faccia a Kwan. Si alzò prendendo della roba pulita dall'armadio per poi avviarsi verso la porta di camera sua. Si fermò ricordandosi del ragazzo seduto sul suo letto con ancora il lenzuolo in faccia.
Rise avvicinandosi all'asiatico per poi liberarlo dal lenzuolo. «Scusa» disse imbarazzata per per poi andare in bagno a farsi una doccia che si era detta di fare la sera prima.

Mezz'ora dopo uscì dalla doccia avvolta dal vapore. Si coprì il corpo nudo in un'asciugamano e si strizzò i capelli liberandoli dall'acqua in eccesso. Le ci voleva una bella doccia che andava a distendere tutti i muscoli, anche se era ancora disorientata dalla lunga dormita che si era fatta quella notte, ma non rimaneva sveglia tutta la notte per colpa di un caso da anni. Anche se a dire il vero la vera stanchezza le abitava la testa, non il corpo. Avevano ricavato molte prove ore prima e a pensare ciò che sarebbe venuto dopo non le dava poi così tanto sollievo. Pensò a quel tipo, Trevor, e a come doveva riacquistare la sua fiducia. Non si erano lasciati in buoni rapporti e non c'era tempo per entrare nelle grazie di qualche altro suo amico. Avrebbe dovuto ingannarlo per bene, forse spingersi oltre.
Sbuffò arrendendosi a quel pensiero.

Qualcuno bussò alla porta.
«Mya» era Connor.

Pensò all'abbraccio di quella notte, e di quanto entrambi, in fondo, ne avessero avuto il bisogno. Sorrise meditando che tra di loro non ci sarebbe stato più nessun imbarazzo o incomprensione. O almeno, secondo i loro normali standard.

«Sì?»

«Hai finito? Chi ha progettato questa villa era un coglione. Potrà mai fare un solo bagno?» chiese Connor riflettendo tra sé e sé.

Mya rise a quelle parole. «Okay, dammi cinque minuti.»

Cinque minuti dopo aprì la porta del bagno, trovando Connor poggiato alla ringhiera delle scale.
Sorrise appena la vide. Un gesto che fece balzare il cuore di Mya. «Potevi dormire ancora un po', tanto non abbiamo nulla da fare qui.»

«Ah-ah. Sono operativa ora, giuro.»
Connor le passò accanto, o meglio, la sfiorò, per entrare in bagno. Le rivolse un sorriso sghembo prima di chiudere la porta del bagno in faccia a Mya che era rimasta tutto il tempo ferma a guardarlo.
Era stato strano, e anche imbarazzante, pensò lei prima di scendere le scale che portavano direttamente in salotto. I suoi colleghi la salutarono calorosamente, lanciandole battute sulla sua tendenza a dormire sin troppo, quando faceva tardi la notte.
«Okay, ho capito, ho dormito molto. Adesso parliamo di cose serie per favore?»

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