CAP 22: spiedino di Diamante

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Cadde per terra, con grazia. Si appoggiò sul terreno così lentamente da non fare rumore. Intorno a lei era tutto così silenzioso, tutto così calmo... allora non si trattenne più. Aprì gli occhi ed esclamò, fiera:

"Boom, bitch! Sooorpresa!" si piegò in due e rise, rise a crepapelle.

Lapis guardò la figura che era appena atterrata. Non riusciva a toglierle gli occhi di dosso.

Le lacrime sgorgarono dagli occhi di Lapis, mentre quell'essere continuava a sghignazzare. Lo sapeva, la felicità non era una cosa che le poteva appartenere. Non era mai stata felice, se non per brevissimi periodi. Lei aveva vissuto di tutto, era stata imprigionata dentro uno specchio, poi scheggiata, poi intrappolata di nuovo, dentro Malachite questa volta, infine si era isolata da sola sulla luna.

Ma questo era troppo per lei. Non poteva assolutamente tollerarlo. Una simile illusione, seguita da una tanto grande delusione. E in tutto ciò, quella gemma ridacchiava.

Doveva fuggire, e subito. Evocò le ali, e volò via, senza dire nulla.

"Lapis! Lapis, aspettami!" gridò Peridot, e corse via dal cimitero, anche lei con le lacrime agli occhi, tanto per fare l'alternativa.

Ad un certo punto la nuova arrivata smise di ridere, si asciugò dagli occhi una lacrima. Finalmente aveva avuto l'occasione di utilizzare quell'esclamazione. Era soddisfatta.

Si decise allora a guardarsi attorno. Lo scenario che le si parò davanti la lasciò confusa: una Lapislazzuli che volava via, una Peridot che correva e delle pietre incise, con sopra fotografie. C'era qualcosa che non le quadrava. Aggrottò le sopracciglia e mormorò.

"Mmh, mi sa che mi sono persa qualcosa..."

Improvvisamente qualcuno le strinse la vita, abbracciandola. Non aveva avuto neanche bisogno di guardare, per riconoscere quelle braccine e quel corpicino tanto famigliare.

"Non sai quanto io abbia sofferto in tutti questi anni." Perla alzò la testa, e così furono visibili i suoi occhi pieni di lacrime, come al solito.

"Rosa..." mormorò.

Diamante Rosa la abbracciò. La strinse così forte che l'altra non riuscì a finire la frase.

Dunque sussurrò, a bassissima voce:

"Shh... maledizione, chiamami Rose. Era un segreto ricordi?"

Sorrise, sperando che nessuno avesse sentito. Sentì i passi di un'altra gemma avvicinarsi. Allora alzò lo sguardo, e vide una gemma grigia dai capelli colorati. Sbiancò. Bismuth era proprio di fronte a lei, e non nella criniera del leone.

"Uh, ehm, Bismuth... non ti avevo visto..."

Si staccò da Perla, ed andò a dare una pacca sulla spalla alla gemma, lanciandole qualche sorrisino di supplica.

Poi abbassò lo sguardo, e il suo volto si fece serio. Allora parlò con gravità:

"Ragazze, per quanto riguarda Bismuth, dovrei confessarvi una cosa, io..."

Sospirò:

"Io ho pensato... che non l'avrei più rivista. Ma ora sei qui, eh? Come hai fatto a scampare alla corruzione?" tentò di mentire, facendole occhiolini e dandole gomitate. Ma fallì miseramente.

Bismuth si infuriò.

"Rose... sei sempre a mentire..."

Jasper si avvicinò all'amica grigia, e le mise una pacca sulla spalla. Poi guardò male Diamante Rosa, che ormai non ci capiva più niente.

True love: trecento anni dopoWhere stories live. Discover now