CAP 2: preoccupazione

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Blu entrò ondeggiando lentamente nella grande stanza. Diamante Bianco si trovava lì, al centro, ferma, che la osservava imponente dall'alto; sul suo volto era stampato il suo solito sorriso, inquietante, che ti intimoriva e disarmava in un istante. Bianco, non appena Blu fu esattamente di fronte a lei, parlò:

"Eccoti giunta, Blu. Come sta Giallo? È ancora depressa?"

Blu dunque iniziò il discorso che si era preparata: "È proprio di lei che volevo parlarti: lei..."

"Lo so, cara. Desidero infatti rassicurarti: dopo questo colloquio Giallo ti manderà a chiamare." la interruppe l'altra.

Blu, però, dubitava di quella previsione; certo, Diamante Bianco aveva sempre avuto ragione, ma l'unica volta in cui aveva sbagliato la situazione era analoga. Inoltre, come poteva Bianco dare un giudizio sensato, se era all'oscuro di tutto? Decise dunque che fosse necessario metterla al corrente:

"Bianco... devi sapere che, durante la terza era, Giallo aveva..." e si interruppe, dopo neanche una frase: non riusciva a trovare la parola giusta per definire il fatto increscioso. Ed era imbarazzata, molto imbarazzata, per Diamante Giallo: ciò che aveva compiuto era ingiustificabile, soprattutto proprio perché era un Diamante. Bianco aveva accettato ciò che Rosa aveva fatto, ma Giallo... da lei non se lo sarebbe mai aspettato.
La sua reazione sarebbe stata imprevedibile, ma senza dubbio negativa.

Ma Bianco, che si comportava sempre come se tutto fosse palese, la stupì, spiegandole con calma:

"Lo so, cara, e l'ho sempre saputo. Ma se non sono perfetta io, non possono di certo esserlo gli altri."

Blu, allora, stava per ribattere, quando l'altra la interruppe per la terza volta:

"Non preoccuparti, cara, siamo le uniche a esserne a conoscenza sul pianeta natale."

E, senza che Diamante Bianco lo dicesse, Blu intuì che il colloquio era finito.

True love: trecento anni dopoOnde histórias criam vida. Descubra agora