CAP 9: angoscia

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Ametista guardò di nuovo verso la porta. Niente, ancora niente. Sarà stato ormai un quarto d'ora che aspettava seduta sul divano. Si alzò per andare a prendere da mangiare nel frigo, mai poi cambiò idea: se proprio in quel momento sarebbero arrivate le altre, cosa avrebbero detto di lei? No, non era proprio il caso.
Quindi si risedette. Girò i pollici, e osservò la porta: nessuno. Guardò il soffitto, poi controllò la porta: ancora nessuno. Si sdraiò per stare più comoda, ma non funzionò, perciò si rimise seduta. Pose un attimo il suo sguardo sulla porta: nessuno, sempre nessuno. Aspettò qualche altro minuto, quando decise di andare a controllare. Si avvicinò alla porta ma poi tornò indietro. E se le altre due sarebbero arrivate e non l'avrebbero trovata? Si sedette. Ma vide che la porta non si apriva ancora. Dunque si rialzò, si avvicinò al portale... ma ritornò indietro.

"Bismuth?"

La gemma si voltò, grata di non venire più ignorata:

"Sì, Ametista?"

"Ma tu... oggi sei andata da Perla, vero?"

La gemma annuì:

"Mi hai aperto tu la porta"

"Sì, beh... come sta?"

Il volto di Bismuth si incupì.

"Oggi è una giornata no."

"Una giornata no?!" la interrogò Ametista, trasudando ansia da tutte le parti.

L'altra annuì gravemente.

"Oggi è proprio di pessimo umore."

La gemma viola trasalì.

"Non appena mi ha visto mi ha scacciato malamente." continuò Bismuth.

"Come?! Ha scacciato te?!"

"Sì; ma io non me ne sono andata."

"E cosa ha fatto?"

"Io mi sono avvicinata, cercando di tranquillizzarla, facendo appello a ciò che abbiamo vissuto assieme, sai, come la guerra..."

Ametista pendeva dalle sue labbra:

"Allora?"

"Allora... ho nominato per sbaglio Rose Quartz."

"Eh!??"

"E lei ha tirato fuori il tridente e ha minacciato di frantumarmi."

Ametista si prese un colpo. Assunse un'aria prima sconvolta, poi terrorizzata. E infine si sentì in colpa, molto in colpa. Era tutta colpa sua. Se non avesse abbandonato Perla... se si fosse scusata... se solo non avesse parlato a quella cena...

Poi si ricordò. No, non era affatto colpa sua. Non aveva assolutamente nulla di cui biasimarsi, lei. Lei l'aveva fatto solo per Jasper. Era stata solo colpa di Perla. Anche a lei mancava Steven, e Rosa, ma non si comportava così. Non l'aveva mai fatto, nonostante soffrisse pure lei. Aveva sempre cercato di stringere i denti e andare avanti. Sempre. E c'era riuscita; ma non era colpa sua se Perla neanche ci provava. Non era colpa sua se non la smetteva di fare la vittima. E non era neanche colpa sua se Garnet... e al suo pensiero sbiancò.
Si era completamente dimenticata di Garnet! L'aveva lasciata là, sola, con quella pazza! E se l'avesse attaccata? Garnet era una fusione, certo... ma anche Sugilite era una fusione, e l'aveva sconfitta, una volta. E Sugilite era una fusione di ben tre gemme.

Dunque, senza aspettare altro tempo siamo precipitò verso la sua stanza.

True love: trecento anni dopoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora