CAP 13: latte

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Bismuth spense la tv, soddisfatta. Sì, era proprio stata una bella gara. I concorrenti erano agguerriti, ma Jason Mackille era riuscita a superare tutti, prendendo il primo posto; come sempre d'altronde.

Si lasciò cadere sul letto, soddisfatta. Quasi quasi aveva voglia di compiere quella curiosa azione, quella che fanno gli umani; come si chiamava? Ah già, dormire.

Aveva appena chiuso le palpebre, quando sentì la porta del tempio aprirsi. Dunque spalancò gli e scorse una gemma entrare in cucina.

Ametista, senza degnarla di uno sguardo, si diresse spedita verso il frigorifero. Non sembrava allegra, tutt'altro. Tirò fuori un po' di roba da mangiare e ritornò verso la porta del tempio, senza ancora rivolgerle parola.

Ma, non appena la porta si aprì, sbucò Garnet. Ametista, che aveva la visuale coperta dalla pila di cibo che portava in braccio, non la vide, e le sbattè contro. Le cadde tutto per terra, compreso i due cartoni di latte aperti, che le lavarono.

"Merda!" imprecò Ametista.

Garnet si tolse gli occhiali, e li asciugò.
Ametista invece si chinò e raccolse tutto il cibo, sparso per terra, per poi dirigersi di nuovo verso la porta del tempio, gocciolando latte in giro.
Garnet la fermò, afferrandola per una spalla:

"Dobbiamo parlare."

"Che c'è?" domandò l'altra, impertinente.

"Ora mi aiuterai a mettere a posto il disastro che hai combinato."

"Guarda che ho già raccolto il cibo per terra." sbuffò.

"Non è il momento di scherzare."

Ametista rivolse lo sguardo verso quella figura che torreggiava sopra di lei. Scocciata, lasciò cadere tutto e andrò a sedersi sul divano. Garnet la seguì, ma rimase in piedi. Fu la fusione la prima a parlare:

"Perla non è intenzionata a uscire di lì."

"Aspettiamo che si dia una calmata"

"Non c'è tempo."

"Lasciamola qui allora"

"No." rispose secca Garnet.

"E allora quale sarebbe il tuo piano?"

"Che tu la convinca."

"Eh, io? No no no no..."

"Sì, tu ci andrai."

"Spero che tu stia scherzando..."

"No: è colpa tua se siamo in questa situazione."

"Colpa mia?!" la guardò basita. Tacque per qualche secondo, e riprese infuriata:

"Beh, certo che è colpa mia! È sempre colpa mia! Mai di Perla! Certo che no, lei, poverina, soffre!"

"Non è il momento per una scenata." la interruppe.

"Ah, non è il momento? Non è il momento?! Però quando l'ha fatta lei, andava bene! Va sempre bene, quando si tratta di lei!"

"Ametista, non è il momento."

"E quando è il momento, se no?! Non ti vedo mai! Mi eviti!"
"Ti ho detto che non c'è tempo, dobbiamo convincere Perla!"

"Certo, come no, ci ascolterà di sicuro! Lo sai che a lei non interessa altro che stare lì, e piangere, abbracciata alla gemma di Steven... ah, non fare quella faccia, lo sai che è così."

True love: trecento anni dopoWhere stories live. Discover now