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Quel giorno Stiles finì per cucinare un  sacco di roba salutare e per congelarla, così che Aiden ed Ethan potessero prepararla a suo padre durante la sua assenza.
La giornata passò silenziosa, con Stiles impegnato ai fornelli e Derek a leggere seduto al tavolo della cucina e ad assaggiare di tanto in tanto qualcosa che gli veniva messo davanti dal più piccolo. Inutile dire che, nonostante si trattasse di cose salutari (e ciò includeva poco sale, pochi grassi e un sacco di verdura lessa) Stiles era riuscito a renderle piuttosto appetitose.

Derek, quando di tanto in tanto interrompeva la lettura, si soffermava a guardare il più piccolo muoversi agilmente da un angolo all'altro della cucina. Osservava il modo in cui le sue spalle sembravano rilasciare la tensione accumulata durante gli ultimi giorni, il modo in cui sembrava riuscire, almeno per quel breve tempo, a liberarsi di ogni pensiero, ad occupare la mente in dosi corrette, ricette, ingredienti.

L'unico momento di tensione ci fu la sera, quando si trattò di andare a dormire. Sia Derek che Stiles avevano preparato le valigie con le cose da portare alla casa in montagna e avevano impostato la sveglia. L'unica cosa che rimaneva da fare era darsi la buonanotte ed andare ognuno nel proprio letto, ma Stiles continuava a dondolarsi sui propri piedi davanti alla porta di camera sua, le labbra incastrate tra i denti e lo sguardo basso, chiaramente nervoso.

Per Derek fu quasi spontaneo sospingerlo al di là dell'uscio e farsi strada nella sua camera per poi infilarsi sotto le coperte come se quella di dormire insieme fosse ormai un'abitudine consolidata. Non lo era, ma il modo in cui gli occhi di Stiles si illuminarono e il modo in cui si fiondò a spegnere la luce e infilarsi a sua volta sotto la trapunta convinsero Derek di aver fatto la scelta giusta.

La mattina fu meno problematica. La sveglia suonò alle sei e Stiles si mosse per la casa come uno zombie per tutto il tempo, mentre Derek fu efficiente come al solito.  Verso le sette arrivarono Aiden ed Ethan e Stiles sembrò svegliarsi un pochino, occupandosi di ricapitolargli la dieta che suo padre avrebbe dovuto seguire per l'ennesima volta.

-Stiles, sappiamo cosa deve mangiare tuo padre.-sbuffò a un certo punto Aiden, scuotendo la testa esasperato.-E poi starai via solo un paio di settimane al massimo.-

-Lui cercherà di sgarrare, lo so!-si imbronciò Stiles.-Non dovete lasciarvi abbindolare dal suo tono autoritario. Vi ho lasciato tutto nel congelatore, dovrete solo...-fece per dire, prontamente interrotto da Ethan.

-Sappiamo tutto, ce lo hai ripetuto almeno trenta volte! Adesso vai, il viaggio è lungo.-sbuffò, sospingendolo non troppo gentilmente verso la macchina davanti alla quale Derek lo stava aspettando.

Stiles si mordicchiò le labbra, come se stesse pensando a cosa poteva aver dimenticato, poi annuì e lasciò che i gemelli lo abbracciassero.

-Ci prenderemo cura di lui.-promisero.

-Lo so.-annuì alla fine Stiles, sospirando.

-Allora vai, non vorrai far aspettare il tuo bello.-ammiccò Ethan, spintonandolo scherzosamente e facendogli l'occhiolino quando notò il rossore sulle sue guance e la sua espressione a metà tra l'imbarazzato e l'indignato.

                             *****

-Siamo arrivati?-

-No, Stiles.-sospirò Derek, lanciando un'occhiata all'orologio sul cruscotto e rendendosi conto che quella domanda gli era stata posta meno di dieci minuti prima.-Manca ancora un'ora e mezzo.-puntualizzò.
Stiles gonfiò le guance e allungò le mani verso la radio, cambiando la stazione che Derek aveva selezionato (-il meteo, Derek? Sul serio?-) e trovando finalmente una canzone di suo gusto, che iniziò a canticchiare battendo anche il piede a tempo.

Derek se lo sentiva, sarebbe stata un'ora e mezzo molto lunga.

-Ho googlato i Calaveras.-esordì Stiles a metà di una canzone. Il più grande si irrigidì, ma non commentò.

-Ho letto degli articoli.-aggiunse Stiles dopo un po'.

-Stiles...-fece per dire Derek, stringendo le mani sul volante fino a far sbiancare le nocche.

-Non dovrei essere io ad andare al sicuro.-disse il più piccolo, senza nemmeno dare cenno di aver sentito l'altro che pronunciava il suo nome.-E non dovrei essere io ad avere una guardia del corpo.-

-Chris è con lui e la polizia gli assegnerà una scorta se dovesse ricevere minacce.-

-Intendi più minacce di quelle che abbiamo già ricevuto?-storse le labbra Stiles.-Sento che sto facendo la cosa sbagliata ad andarmene.-sospirò, fissandosi le mani come se potesse trovare risposta ai suoi dubbi tra le linee che si intersecavano sulla sua pelle chiara.

-Tuo padre vuole saperti al sicuro.-replicò Derek, non trovando niente di meglio da dire.

-Anche io vorrei sapere che mio padre è al sicuro!-sbuffò Stiles, evidentemente frustrato da quella risposta inconcludente.-È tutto quello che mi rimane...-sussurrò, a voce così bassa che Derek fece fatica a sentirlo. Avrebbe voluto dirgli che lo capiva, che capiva cosa volesse dire voler proteggere la propria famiglia, cosa voleva dire sentirsi impotente. Avrebbe voluto dirgli tutto quello e anche di più, ma ancora una volta scelse il silenzio.





Mi dispiace molto non aver mai aggiornato in queste ultime settimane!
Domani pubblicherò un altro capitolo, con molta più sterek e molto più fluff

Bodyguard ~ SterekDove le storie prendono vita. Scoprilo ora