•io e me stessa•

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Arrivò la quarta elementare e io ero ancora sola senza nessuno in classe sempre presa in giro e trattata male da tutti i compagni così un giorno dopo l'ennesimo episodio di bullismo decisi di ribellarmi e di tirare fuori il mio coraggio di un leone che nonostante tutto combatteva ancora.
Quel giorno avevo un giubbotto rosso e cominciarono a dire che sembravo una prugna, mi dissero che ero grassa e che ero stupida.
Un'ora dopo decisi di andare da una maestra in un'altra classe che conoscevo grazie a mia zia e di dirle tutto, si scoppiai in lacrime ma feci un'azione di gran coraggio.
Pochi giorni dopo furono chiamati i genitori di tutta la classe e così smisero di trattarmi male anche se per poco, cominciarono a chiamarmi spia e mi trattarono ancora peggio fino alla fine.
Arrivò l'estate e mio padre decise di iscrivermi a una ludoteca estiva, i primi giorni erano difficili ero sola ma poi incontrai Roberta e subito fu amicizia e coalizione contro una bambina che ci comandava e così instaurammo un'amicizia così bella che dura ancora adesso dopo tanti anni anche se per un periodo non trattammo molto eravamo amiche nel cuore e lei è sempre stata la mia migliore amica da sempre e per sempre è stata la mia prima amica e occupa il mio cuore da sempre.
In quel periodo avevo tanti problemi o forse ero io a mettermene tanti, e davo peso anche alle piccole cose, ai dettagli e a tutto quello che mi circondava ricordo ancora lo studio della psicologa da cui andavo e ricordo il suo profumo dolce e i suoi abbracci caldi e morbidi, ricordo che mi raccontava tante storie e mi faceva calmare ogni volta che stavo male, ricordo ancora i quadri che appendeva nello studio e le canzoni che metteva per farmele commentare, si avevo tanti problemi ma con lei li dimenticavo e mi sentivo un'altra persona.
Il mio problema era basato sui pensieri che facevo sulla vita, mi chiedevo spesso cosa ci fosse dopo la vita, e mi chiedevo come sarebbe stata la vita quando non ci sarebbero stati più i miei, mi sentivo sola, spesso piangevo ma non dicevo niente nemmeno alla psicologa e mi tenevo tutto dentro.
Mi svegliavo la mattina e fingevo di essere felice e quando andavo a scuola mi mettevo nel mio angolo e non parlavo con nessuno.
Erano tempi veramente strani e io mi ci stavo abituando.

Vita Da BullizzataWhere stories live. Discover now