Eden Club (SPIN OFF)

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Questo è lo Spin Off della shot "Eden Club", creato per una semplice scommessa.
Mostra uno scenario alternativo alla trama della shot originale.
NOTA BENE
Io NON SHIPPO Hank e Connor. Ma proprio NO, levatelo dalla testa.
Buona lettura
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Hank guidava con le mani aggrappate al volante, intento a seguire i bordi della strada con gli occhi ridotti a due fessure.
Sbandava continuamente, talvolta sbagliava ad inserire la marcia grattando gli ingranaggi del cambio, e più volte lungo il percorso scampò per un pelo da qualche tragico incidente.
  -Cosa cazzo... Mi hanno messo in quel cocktail- mugolò, uscendo dalla rampa dell'autostrada nella quale era presente una rassicurante insegna colorata riportante la scritta "Città di Detroit, centro"; la lesse lentamente, passandoci sopra lo sguardo un paio di volte; aveva la vista appannata, come se stesse indossando un paio di occhiali da vista senza averne effettivo bisogno.
  -Perché non mi consideri, amore?- esclamò l'androide seduto sul sedile passeggero, cercando di allungare le mani in direzione del guidatore.
L'altro, prontamente, lo respinse tornando subito ad afferrare il volante. -Dacci un taglio, maledizione! Mi sento una merda e mancano ancora più di venti minuti quindi ti prego... Stai fermo e basta-. grugnì.
Il robot annuì con fin troppo entusiasmo. - Sto fermo- disse -Fammi tutto quello che vuoi-. Si portò una mano al cavallo dei pantaloni, come volesse indicargli il punto in cui gradiva essere toccato.
L'auto si fermò in modo brusco davanti al vialetto di casa, ed Hank scese sbattendo la portiera. Girò attorno alla vecchia vettura arrugginita barcollando come uno zombie ed aprì con violenza la portiera del passeggero, per poi tirare Connor fuori dell'abitacolo afferrandolo per la giacca.
  -Andiamo dentro casa..Dai- balbettò.
Percorsero rapidamente il vialetto in fila indiana, il tenente di polizia ad aprire la fila e all'androide dietro di lui che si lasciava tirare come un cane senza fare nessun commento.
Hank aprì la porta e lo spinse dentro, per poi rinchiudere a chiave e tirare un grosso sospiro di sollievo.
-Merda... Sto malissimo- commentò, appoggiando la schiena contro al muro per paura di poter cadere a terra da un momento all' altro. Aveva delle dolorose fitte alla testa, come se qualcosa gliela stesse divorando.
  - Sei timido... Hai bisogno di un aiutino?- chiese l'androide, a seguito di alcuni lunghi minuti in cui era rimasto in  totale silenzio, osservandolo. Si avvicinò all'uomo e posò le mani sul suo petto con un movimento sensuale.
  - Connor basta!- gridò l'altro esasperato. Lo spinse via con poco tatto, e mentre il robot veniva sbalzato indietro si accorse che la sua vista si stava progressivamente sfocando sempre più  La stanza intorno a lui iniziò a roteare, i profili dei mobili a distorgersi in un inquietante ballo come se fossero fatti di gelatina.
  - Oh merda...- commentò chiudendo gli occhi. La sua mente si era offuscata, si rendeva conto di non essere più in grado di ragionare con lucidità.
Perché era andato in quel maledetto bar prima di entrare al club?
Questo si chiese, mentre sentiva il suo corpo diventare via via più leggero. La testa volteggiava quasi come fosse distaccata dal corpo, e la mente inizia a a viaggiare in discorsi sconnessi e visioni irreali.
Qualcuno doveva avere gettato della droga nel suo bicchiere, ne era assolutamente certo.
Barcollando staccò la schiena dal muro e camminò lentamente in direzione del divano, per poi gettarsi sopra a peso morto emettendo un lamento soffocato.
Si sentiva distrutto, ma nonostante il suo forte desiderio di assicurarsi che Connor stesse bene non si sentiva per niente in grado di ragionare lucidamente, oltre al fatto che la sua testa aveva iniziato a girare in modo vertiginoso, tanto che aveva l'impressione di star seduto su una giostra.
Si sentiva estremamente confuso, motivo per cui neanche si accorse che nel frattempo l'androide si era avvicinato e messo a sedere sul divano proprio accanto a lui.
  -È la prima volta che vai con un maschio, uh?- esclamò -Non ti preoccupare tesoro... Ci penso io a te-.
  -Guarda che io non..- farfugliò il tenente con la bocca impastata -Io non voglio mica.. -. Le sue palpebre si facevano pesanti, i pensieri sempre più disconnessi.
  -Coraggio..- esclamò ancora Connor, con una voce sensuale che per niente gli si addiceva -Lasciami fare... Penso a tutto io-.
Il tenente di polizia tentò di divincolarsi, scoprendosi debole e confuso, non più in grado di mettere a fuoco l'ambiente che lo circondava. Quello era il soffitto, o il pavimento?
  -Vattene..Via...- borbottò con un filo di voce.
Ma L'androide, deciso a svolgere il compito per il quale era stato programmato dall'EdenClub, gli diede una spinta sul petto facendolo distendere forzatamente sul divano. L'uomo si ritrovò a guardare il soffitto, che adesso pareva assumere ogni possibile forma forchè quella che doveva avere.
Connor, piegato sopra di lui, sorrise maliziosamente mentre faceva scorrere le punte delle dita sui suoi jeans, salendo dal ginocchio fino a fermarsi sul cavallo.
  -Lasciami fare, non te ne pentirai- disse, passando lentamente la lingua sulle sue labbra.
Ciò che accadde dopo fu per Hank tanto confuso quanto strano; tuttavia, da quel momento, cessò del tutto di cercare di fermarlo.
La mano destra di Connor afferrò la cintola e la slacciò, per poi abbassare i pantaloni quanto bastava; mentre con la mano sinistra, compiendo movimenti lenti e calcolati, accarezzava il suo torso sollevando la maglia che lo copriva, per poi giocherellare con i peli grigi del suo petto.
  -Conn..- balbettò Hank, ormai quasi del tutto incosciente -Ti prego... Non....-.
Furono le ultime parole che riuscì a dire, prima di cadere in uno stato di totale abbandono a ciò che stava accadendo.
Le mani dell'androide afferrarono il suo membro, ed in quell'esatto momento Hank chiuse gli occhi.

...

Le otto del mattino, un fascio giallo di luce entrava dalla finestra indice che la tempesta era finalmente finita. Hank aprì le palpebre lentamente, recuperando coscienza del mondo che lo circondava.
Vide dapprima il soffitto bianco sopra di lui, poi spostò leggermente lo sguardo e notificò la presenza di Connor in piedi vicino alla porta d'ingresso, con lo sguardo perso nel vuoto. Indossava soltanto le mutande dall'Eden Club, e stava fissando la parete restando completamente immobile.
L'uomo aggrottò la fronte, confuso, e fece leva suo gomiti per issare la schiena. In un attimo, come un lampo luminoso che illuminò la sua mente, i ricordi di quella notte apparvero davanti ai suoi occhi, fin troppo vividi.
Il cocktail bevuto a quel bar, il recupero di Connor al club di Cleveland, ed infine ciò che di intollerabile era accaduto in quella stessa stanza, su quello stesso squallido vecchio divano.
Notificò solo allora di essere seminudo, con i pantaloni e le mutande abbassari. Con orrore chiuse la zip dei jeans mentre le sue mani avevano preso a tremare, e sentì un nodo formarsi nella sua gola.
Come aveva potuto?
  - Il tempo di noleggio è scaduto- esclamò l'androide con un tono di voce freddo e piatto, senza muovere un solo muscolo robotico. -Devo rientrare nella mia capsula-.
Hank si alzò in piedi barcollando, e si avvicinò a lui. Strinse i pugni ed abbassò lo sguardo, travolto da una intollerabile sensodi colpa. - Connor...- farfugliò con un filo di voce. -Perdonami io... Non so come ho potuto-.
Deglutì saliva, e per un attimo si sentì perso; avrebbe mai potuto perdonarsi una cosa del genere?
Strinse i pugni e sospirò pesantemente; doveva aiutare Connor a tornare in sé, solo questo importava adesso. Per un attimo si chiese se quella notte ssrebbe rimasta memorizzata nel suo sistema, se la avrebbe ricordata. Sperava con tutto il cuore di no, sperava che sarebbe ststo il solo ad avere memoria di quel gesto intollerabile.
Hank, sull'orlo del pianto, guardò dritto in faccia il robit con gli occhi già zuppi di lacrime, seppur lo sguardo dell'altro fosse totalmente inespressivo.
  -Ti aiuterò..  Ti riporterò in te, è una promessa- farfugliò.
  -Perdonami, ti prego-.
  -Il tempo di noleggio è scaduto-.

Detroit Became Human - RaccoltaWhere stories live. Discover now