46.

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Provo ad aprire gli occhi e, nonostante ho un fortissimo mal di testa, cerco di guardarmi intorno.

Una camera da letto ben illuminata, arredata di tutto punto, con i tappeti coordinati. Le lenzuola profumano di pulito, e si vede che c'è di mezzo la mano di una donna...
Donna... Mia figlia...
Nora.

Mi alzo di colpo, ricordandomi di quello che è successo, con il cuore che sembra impazzito, ma che comincia a calmarsi, quando mi rendo conto che Nora è vicino a me, che dorme serena, o almeno è quello che sembra.

Mi avvicino a lei e la scuoto, provando a svegliarla, ma lei si gira dall'altra parte, continuando a dormire.

Mi alzo guardandomi intorno e mi avvicino alla finestra provando a capire dove mi trovo.

Avevo chiesto aiuto ad Alessio, convinta che stava davvero provando a cambiare, ma ancora una volta mi sono sbagliata.
Ancora una volta è stato bravo a nascondere le sue vere intenzioni, ed io come una cretina, ci sono cascata.

Adesso sono qua, non so dove esattamente, e non mi interessa nemmeno saperlo, voglio solo poter uscire e portare via Nora, portarla al sicuro nella sua cameretta a casa nostra, dove è giusto che sia.

Mi avvicino alla porta che provo subito ad aprire e non trovo nessuna difficoltà nel farlo, ma i miei piedi restano piantati al suolo quando sento la voce di Alessio.

< Stanno ancora dormendo... Si...
Senti io non ti devo niente...
Non abbiamo fatto l'amore Rachele, volevi essere ripagata solo con del buon sesso e l'ho fatto, ma non ho detto che avrei rinunciato a loro.
No, e non mi fare urlare, non ti voglio qui e non mi interessa se mi hai aiutato.
Non venire perché sai cosa potrei farti.
Adesso devo andare. >

Richiudo la porta e corro verso il letto prima che lui possa entrare.
Lui e Rachele.
Loro hanno escogitato tutto questo, mentre io mi allontanavo da Domenico.
Ma la colpa è sua.
È colpa sua se sono in questo casino, colpa sua per non avermi detto niente, se l'avesse fatto... E poggio la mano sul seno, proprio dove ho fatto il tatuaggio e mi ricordo solo ora che, prima di uscire dal bagno dell'autogril, avevo nascosto proprio lì il mio telefono, come se già sapessi che  poteva servirmi nascosto.

Lo avvio senza guardare le chiamate o i messaggi che lampeggiano sul display e mando un messaggio.

"AIUTAMI. GPS"

Non ho il tempo di scrivere altro, riesco a nascondere il telefono sotto al cuscino, quando Alessio entra in camera.

<Ti sei svegliata finalmente. Come ti senti? >

< Come se te ne fregasse davvero qualcosa.
Cosa vuoi Alessio. >

<Niente, adesso niente.
Tutto ciò che volevo è qui con me. >

<Cazzate. Non mi hai mai voluto prima, figurati ora.
E comunque sono io a non volere più te. > dico alzandomi dal letto solo per far sì che si allontani da Nora e dal telefono che ho appena nascosto.

<E chi vorresti? Il tuo bel asiatico, che non ha aspettato un attimo per raccontarti minchiate? > comincia ad alzare il tono della voce mentre si avvicina a me.

<Sicuramente lui non è andato a letto con la tua Rachele, cosa che hai fatto tu e chissà da quanto lo facevi, forse non hai mai smesso e sicuramente, le sue minchiate, pesano meno delle tue. >

In un attimo è su di me, facendomi sbattere la schiena alla porta.

< Io ti avevo avvisata Mia, ma tu non mi hai creduto.
Ti ho fatto credere che stavo cambiando, ma non è così.
Io sono questo, questa è la mia natura e dovresti sapere bene che ottengo sempre ciò che voglio.
Rachele è stata solo una marcia in più per potervi portare qui.>

Nessuno può giudicarti! Completa🙈Where stories live. Discover now