8.

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Non riesco a muovermi, continuo a guardare lui e poi la chiazza che si allarga sulla sua camicia e un'altra volta lui.

Mia datti una mossa, non hai chiesto nemmeno scusa e continui a guardarlo...
Mi suggerisce la mia coscienza, mentre Francesca è piegata a terra per il troppo ridere, e forse l'avrei fatto pure io, se non fossi stata l'artefice di questo casino.

<Oddio, oddio,> comincio a farfugliare mentre agito le mani in aria.
Ma sono talmente fortunata, che faccio volare il vassoio dalle mani della ragazza che stava andando a servire altre persone, creando ancora più casino di quanto non ne avessi fatto prima.

Mi copro il viso con le mani, ma non posso lasciarlo così, non è giusto.
Mi sporgo sul bancone prendendo dalle mani di Andrea, che non riesce a rimanere serio, una tovaglietta pulita.

<Facciamo i conti un'altra volta, noi due> dico rivolta ad Andrea e ritorno verso il mal capitato, che non si è mosso di mezzo millimetro.

<Mi dispiace tanto, non volevo.> gli dico mentre cerco di tamponare il casino che gli ho combinato.

Mi tremano le mani e non riesco a fare molto, nemmeno a parlare visto che mi trema pure l voce.

<,Non ti ho visto, sarei stata più attenta.>

<Non ti preoccupare, sono cose che possono succedere quando c'è così  tanta confusione

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<Non ti preoccupare, sono cose che possono succedere quando c'è così tanta confusione.>alzo un attimo il viso e mi scontro con i suoi occhi, ma subito dopo distolgo lo sguardo, sembra voglia scrutarmi e capire cosa e chi sono veramente.

Sono presa dal cercare di rimediare almeno qualcosa e ripenso al suo sguardo, quando...

<Mia...> sento chiamarmi da Francesca e non capisco perché la visuale è cambiata.
La stronza continua a ridere, così mi volto verso il povero sfortunato...

Capisco immediatamente perché Francesca mi ha chiamata.

Talmente presa com'ero, non mi sono accorta di essere finita in ginocchio, a tamponare sulla patta dei suoi pantaloni.

Lancio la tovaglietta urlando

< Cazzo.>

Mi alzo di botto andando a sbattere la testa contro la sua mandibola e, di conseguenza, faccio sbattere i suoi denti.

Poverino si porta le mani sulla bocca, forse a coprire pure una bestemmia, io mi sento mortificata al massimo, sussurro un flebile
<Scusami.> e ritorno al mio posto, coprendo il mio viso prima con gli occhiali da sole e poi poggiando la testa sul tavolo e coprendola con la giacca e scoppio a ridere, mentre Francesca sembra un maiale in procinto di partorire.

<Ti prego Fra, avvisami quando tutti vanno via.>

<E dai Mia, non è mica successo nulla...>

Alzo la testa dal tavolo, togliendo la giacca, solo per poter guardare la mia amica.

< No, non è mica successo nulla...>

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