14.

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Dopo aver urlato ad Alessio che sarò più forte di lui, con Francesca restiamo abbracciate per lunghissimo tempo a piangere.

Non sarò più la Mia chiusa, che si lascia trascinare dalla gente, cercherò di essere me stessa, cercherò di non vergognarmi del mio viso gonfio e pieno di lividi, non è stata colpa mia, perché non ho fatto nulla, o forse si?

Non ho tradito Alessio, ma forse è come se lo avessi fatto?
Mi sono trovata bene con una persona che nemmeno conosco e che voglio rivedere, ma non perché penso a chissà cosa  quando sono con lui, ma per il semplice motivo che non penso proprio a nulla, sto bene ed in questo momento ho quello che voglio, un po di pace.

Francesca si allontana dal nostro abbraccio.

< Per un attimo ho avuto paura.> dice senza riuscire a guardarmi negli occhi e non capisco cosa voglia dire.

<Sei partita sparata e ho pensato che volessi lanciarti dal balcone.>

La guardo, dapprima seria, ma poi scoppio a ridere.

< E secondo te, sarei capace di fare qualcosa di simile?
Dai Fra, non l'ho mai pensato nei miei momenti peggiori, figurati se l'avessi fatto ora, che ho finalmente deciso di reagire.>

<Lo so e sono stata una stupida a pensarlo, ma davvero ho avuto paura.
Promettimi una cosa Mia, qualunque cosa ti possa capitare o che possa succedere, rendimi partecipe.
Non sei sola Mia.>

<Lo farò, ma mi serve tempo.
Non sono ancora pronta...>

Non riesco a completare la frase,che qualcuno suona al citofono.
Guardo Francesca e non nascondo che ho un po di paura, così decido di guardare dal balcone.

È un uomo e non mi sembra di conoscerlo, ma quando alza il viso verso di me, non trattengo un urlo di felicità...

<Giacomo!>

Corro verso l'ingresso, facendo le scale di corsa, e quando apro il portone mi lancio su di lui, per quanto mi sia possibile muovermi.

Mi tiene stretta tra le sue braccia, mentre comincio a piangere.

<Shhh, va tutto bene.
Mi sei mancata sorellina.>

<Anche tu, da morire e mi dispiace.
Mi dispiace non essere venuta al matrimonio, mi dispiace non esserci stata per la nascita di
Angelo.
Mi dispiace.> gli dico continuando a stare stretta  a lui.

< Avremo modo di parlarne, adesso c'è un piccolino che vuole conoscere la sua zia.> mi dice sorridendo, ma quando alzo il viso verso di lui, il suo sorriso muore.

Non gli avevo dato il tempo di guardarmi bene, ed ora che lo sta facendo, vedo la rabbia impossessarsi di lui.

Mi allontana dal suo corpo, facendomi sentire ancora più piccola di come già mi sento e comincia ad indietreggiare fino ad arrivare alla sua macchina e tirare un pugno sul cofano.

<Dove sta?
Dove è andato quel grandissimo bastardo?>

Provo ad avvicinarmi,anche perché sento il piccolo piangere, ma lui mi blocca.
Poi viene verso di me e, mettendo le sue mani sulle mie spalle, comincia a scuotermi.

Mi sta facendo male, ma non per la sua presa, ma per i movimenti bruschi.
Un gemito fuoriesce dalle mie labbra e subito capisce che la parte colpita, non è solo il viso.

<Scusa Mia scusa.
Non volevo farti male, scusami.>

E così, per la prima volta in trentacinque anni, vedo le lacrime di mio fratello ed è una cosa che non riesco a sopportare, non più.
Per colpa mia, dei miei ideali e della folle convinzione di non valere nulla, non ho fatto male solo a me stessa, ma ho trainato con me, anche le persone che più amo, compreso mio fratello adesso.

Nessuno può giudicarti! Completa🙈Where stories live. Discover now