45.

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Domenico.

Non credevo che le sue parole avrebbero fatto così male, non credevo che la mia voglia di far bene, di far stare bene, la stessa di cui lei si è innamorata, si sarebbe messa contro di noi, non così.

Eppure ho sbagliato.
Ho sbagliato a non dirle nulla già dall'inizio, ho continuato a sbagliare quando credevo fosse solo una cosa innocente, e ho sbagliato quando ho giurato su mia madre che non fosse successo niente, anche se effettivamente non è successo nulla.

Sono tornato subito da Mia, quando ho avuto il sentore che Rachele cominciasse a provare qualcosa per me, anche se era finto, anche se lei ha fatto tutto con un piano ben preciso, ma sentivo, nelle sue parole scritte, che qualcosa stava cambiando e non volevo che cambiasse.
Non volevo entrare in tunnel che non avrebbe più avuto fine e non volevo perdere Mia.

Ma forse l'ho persa ugualmente.
Mi ha sempre detto che preferiva sapere la verità, e ne parlammo quando mi raccontò dei suoi genitori, non le  importava stare male, le importava sapere soltanto che chiunque fosse al suo fianco, amici compresi, le dicessero sempre la verità, quella vera e non come ho fatto io che, sincero fino in fondo, non sono stato.

Mi passo le mani sul viso, mentre cerco di pensare a come avvicinarmi a lei.
Dopo aver sentito Mia parlare con suo fratello, sono ritornato dagli altri dicendo che sarei stato in albergo, se mai Mia avesse voluto cercarmi, ma Milena mi ha permesso di aspettare qui nonostante non merito tutta questa comprensione da parte loro

< Ti avevo avvisato, non sarebbe stato facile. >

Balzo in piedi per lo spavento e mi ritrovo Francesca e la madre di Mia davanti a me.

<Già, non vuole sentire ragioni e forse ha ragione. >

<Ascolta Nico, mia figlia non è facile di carattere, dopo tutto somiglia a me, ma se la conosco davvero, so che questa volta le serve solo tempo.
Lasciale smaltire la cosa e vedrai che tornerà sui suoi passi. >

<Io ho sbagliato, io ho permesso che tutto questo succedesse...>

<Tu non hai fatto nulla, pensavi solo di aiutare mentre stavano tramando alle tue spalle. >

<No!
Io ho la mia parte di colpa e mi dispiace davvero. >

<Che vuoi dire?
Io c'ero quando hai raccontato la storia Domenico, di cosa stai parlando? >

Vedo il cambiamento nel volto di Francesca e immagino i vari scenari che appaiono nella sua mente.

<Sto dicendo che sono un grandissimo coglione.
Ho giurato su mia madre che non è successo niente, ed è così davvero, ma dovete sapere tutto. >

Sto per uscire il mio portafogli dalla tasca dei pantaloni, quando Francesca si avventa su di me, facendomi ricadere sul divano.

<Cazzo hai fatto stronzo!
Ti sei visto con quella?
Sapevi chi era?
Che cazzo hai fatto a Mia? > dice prendendomi per la camicia e sbattendomi sul divano.

La madre di Mia le mette una mano sulla spalla.

<Fallo parlare Francesca, qualunque cosa sia è giusto che lui abbia il diritto di dirla. Continua pure Domenico. > dice riuscendo a calmare, almeno momentaneamente Francesca, che ritorna seduta.

Così esco una vecchia sim e la inserisco nel mio telefono.
Aspetto qualche minuto e vado ai messaggi privati, porgendo il cellulare a Francesca che non smette di guardarmi male e per la prima volta, in vita mia, sono costretto ad abbassare lo sguardo, perché non riesco a tenere quel confronto.

Nessuno può giudicarti! Completa🙈Where stories live. Discover now