quinto

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Ieri non ho saputo cosa fare, quando l'ho visto alla finestra.

Ha una faccia tutta diversa. Da un po' di tempo era cambiato, sembrava stare meglio, non lo so, più tranquillo. Spensierato? Non lo so.

Stasera invece era un po' come la prima volta che l'ho visto.

Un po' perso. Solo. Carino. Anzi, bello.

Avete presente la storia della volpe e dell'uva?

Penso si sia capito: io non sono una volpe, neanche un po'.

È per questo che lui non è la mia uva, affatto.

Anche se non ci arrivo, riconosco che è ciò che di più desidero in questo momento.

Anzi, se possibile, mi sembra ancora più... più.

L'ho lasciato perché volevo di più... Ma lui è sempre stato di più.

E io non l'ho mai capito. Mi lamentavo del fatto che lui non andasse bene. Era vero, non era ciò che volevo.

Ma non perché per me era troppo poco.

Per me era troppo.

In ogni caso... L'ho visto, mi sono avvicinato perché aveva il viso tra le mani ed ero sicuro non avrebbe potuto vedermi. Se avesse aperto gli occhi non mi avrebbe visto, ma se si fosse sporto un po' e avesse guardato giù, mi avrebbe visto eccome.

Siamo stati lì, io che lo guardavo, lui che... piangeva.

A un certo punto, appena in tempo, mi sono scansato da una parte. Vicino al muro, ma in modo che potessi ancora vederlo, anche se non benissimo.

Si è asciugato prima il naso e poi gli occhi, (uno schifo, ma ha sempre fatto così... anche se a piangere l'ho visto poco più di un paio di volte, so che fa sempre così. Il bello è che queste cose, piccole e importanti, me le sto ricordando piano piano, e solo ora che lui non è più con me.) poi si è dato una sciacquata alle mani e si è messo a lavare i piatti. Aveva gli occhi così rossi.

L'ho guardato lavare i piatti per un po'.

A volte gli tremava il mento.

A volte sorrideva, sorrisi malinconici. Ma subito dopo smetteva, come se si imponesse di non farlo.

A volte, quando le lacrime scendevano da sole, se le asciugava velocemente con la spalla della felpa, guardava in basso, e non ci stava per più di tre secondi, e poi si imponeva di continuare a lavare i piatti.

Sempre stato così.

Non chiede mai aiuto a nessuno. Non chiede mai niente. Cerca di passare inosservato, però vuole che tutti notino il fatto che lui cerchi di passare inosservato.

Per le persone a cui tiene, la sua famiglia in particolare, e pochi altri, farebbe di tutto. Anche spaccarsi la schiena.

Ho pensato a tutte le volte che gli avevo promesso dei soldi, in cambio di un po' di tempo passato insieme.

Lui probabilmente lo vedeva solo come un lavoro. Soldi da dare, appunto, alla sua famiglia.

Chissà come ho fatto ad essere così tanto stupido.

So che non finisco mai di ripeterlo... è che io me ne sono innamorato appena l'ho visto. Forse all'inizio era solo una cotta ma poi me ne sono innamorato per davvero, prima che ci mettessimo insieme. Tanto prima che ci mettessimo insieme.

E poi, proprio quando sono riuscito ad entrare nella sua lista di "persone importanti per cui farei
di tutto", ho deciso che non ne valeva più la pena. Che mi bastava così. Proprio come un coglione.

Parlo del me stesso di una settimana fa come se fosse anni indietro... Anzi, come se fosse totalmente un'altra persona...

Eppure, sono sempre io.

Sono sempre io, che ho mandato a puttane tutto ciò che mi sono impegnato ad ottenere per così tanto tempo.

Ce l'avevo fatta...

E ora non so neanche cos'ha fatto oggi... Se ha mangiato...

Ora non posso chiederglielo... Non posso chiederglielo più...

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lil gift

WINDOW - He Tian x Mo Guan Shan - 19 daysWhere stories live. Discover now