PROLOGO

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27 Ottobre
22:46

Tu
Hey
Sei a casa dei tuoi zii?

Little Mo
Sì, te l'ho detto, ci starò per un po'
Perché?

Tu
Puoi mandarmi l'indirizzo?

Little Mo
?
Perché?

Tu
Puoi?

Little Mo
Ok
Ti mando la posizione
Clicca per vedere la posizione di Little Mo

22:53

Devo preoccuparmi?

Tu
Ne parliamo quando ci vediamo
A dopo
Visualizzato

xxx

Parcheggiò la moto vicino alla macchina da cui vedeva Guan Shan scendere quando uscivano insieme, le poche volte che non lo andava a prendere.

"Sono qui " scrisse semplicemente a Little Mo. Fissò quel nomignolo, che ora trovava tanto stupido. Aprì velocemente la rubrica, cambiò il nome in "Mo Guan Shan" e tornò ai messaggi, per poi inviare quello che aveva scritto poco prima. Troppo tardi, perché non appena alzò la testa, lo vide scendere le scalette del portico. Forse aveva sentito il motore.

Guan Shan tenne le distanze. Di certo non si salutavano mai con un bacio o cose del genere, ma evidentemente aveva ben capito la situazione.

Quella distanza non era però sufficiente a non far confondere i loro profumi. Il più basso parve non reagire, mentre He Tian sentì un brivido percorrere la sua schiena nel pensare che avrebbe fatto meglio a odorare bene, perché quel profumo non l'averebbe sentito per un bel po' - pensò che mai più poteva essere considerato un bel po'. E subito dopo, per la prima volta in quella settimana ma solo per un attimo, pensò che forse stava facendo un errore, o che per lo meno avrebbe dovuto riflettere meglio sulla sua decisione.

Scacciò subito quel pensiero; ci aveva riflettuto abbastanza. beh, non un granché, in effetti. Ma lui non rifletteva mai un granché.

"Hey" disse finalmente He Tian sottovoce.

"Hey." rispose duramente Guan Shan.

"Ti devo parlare" continuò il primo, ma l'altro non gli permise di finire:

"Non fare come se fossi scemo. So bene perché sei qui." disse. "Ma voglio che ti spieghi, quindi arriva al punto e basta."

"Semplicemente non sta funzionando." fece un sospiro.

"Ah no?"

"No." Si rispondevano prontamente, all'istante, come se avessero un copione scritto.
O più come se entrambi si fossero immaginati quella scena numerose volte...

"Beh fammi, che so, un quadro generale. Sai, è che fino a ieri non mi sembrava che le cose stessero così." sputò il rosso con acidità.
Non era vero. Lui lo sapeva benissimo che non stava funzionando, anzi; probabilmente l'aveva capito prima di lui.

He Tian voleva "di più". Guan Shan non era mai stato capace di dare "di più". Non finora.

E non c'era solo quello, c'era dell'altro, ma ci aveva pensato solo Guan Shan. E preferì non parlarne a He Tian quella sera, chissà come mai.

"Non mi dai quello che voglio" fu tutto ciò che a He Tian venne da dire. Non voleva suonare sgarbato, ma non voleva neanche fare troppe cerimonie. Voleva solo sganciare la palla al piede.

Il rosso annuì e lentamente. "Capisco." disse, e si girò, per rientrare lentamente verso casa sua.

L'altro rivalutò le sue parole solo a quel punto. "No, aspetta - non intendevo... non doveva suonare così." disse in fretta, afferrandogli il braccio.

Guan Shan si liberò dalla presa. "Figurati." disse, impassibile. "Ho capito benissimo."

He Tian lo lasciò semplicemente andare.

Guardò quei capelli rossi diventare una macchia accesa indefinita dietro la porta di vetro opaco, e pensò che gli sarebbero mancati.

Si preoccupò subito, perché non avrebbe dovuto pensarlo. Una preoccupazione che però durò poco: in genere si preoccupava tanto quanto rifletteva; per l'appunto, non un granché.

Si rimise in sella, guardò l'ora sul telefono, che segnava le 23:14, e gli cadde l'occhio su "venerdì 27 Ottobre".

Si erano proprio scordati di farsi gli auguri per il loro secondo mesiversario.

In realtà, Guan Shan non glieli aveva fatti neanche il 27 Settembre; diceva che i mesiversari erano una cosa stupida. Però He Tian glieli aveva promessi.

Per ogni mesiversario. E per ogni anniversario. E per tutto.

Lanciò un'occhiata veloce all'unica finestra illuminata del condominio, primo piano, tutto a sinistra. Cercò di scorgere qualcuno. E lo trovò davvero, qualcuno. Lo vide chiaramente, era proprio lì sotto e vicinissimo e da quella finestra si vedeva tutto; gli occhi un po' rossi, gli parve, e pure i capelli, ma quelli rossi erano sempre. Stava appallottolando un pezzo di stoffa nera che sembrava proprio la sua felpa, quella che gli aveva dato qualche tempo prima, mentre parlava animatamente con la zia. E poi la felpa non ce l'aveva più tra le mani. Era probabile che fosse finita dritta nel cestino.

xxx

Gli mancava un casino. Era passato solo un giorno e un po', ma gli mancava un casino.

He Tian non si era reso conto quanto Guan Shan fosse parte della sua vita finché non l'aveva spodestato.

Che poi, "spodestato" era una parola grossa. Quel ragazzo dai capelli rossi era sempre nella sua testa, eppure era come se He Tian, nel castello che era la sua mente, gli avesse ceduto solo un misero sgabellino di legno. Ecco tutta l'importanza che gli aveva riconosciuto. E la gente si spodesta dai troni, non dagli sgabelli.
L'aveva capito benissimo, il suo errore; ma questo non gli permetteva di rimediare all'istante.

Come già accennato, He Tian era uno che rifletteva poco; anzi, le ore che aveva dedicato esclusivamente al pensare alla cazzata che aveva fatto lo avevano rincoglionito, a dir poco; perfino più di quanto non lo fosse già. E perciò, così, dal nulla, decise di fare un salto sotto casa del rosso.

Riaprì nuovamente la stessa chat che aveva letto centinaia di volte nelle ultime due ore e, mentre si ripeteva che era un cretino, cliccò sulla posizione inviatagli due giorni prima. E ci si diresse di nuovo in sella alla sua moto.

Quella fu la prima, ma non l'ultima volta.

WINDOW - He Tian x Mo Guan Shan - 19 daysWhere stories live. Discover now