Cap. 17 - Alleanze

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Decise di scuoterla.  "Forza, ci sono circa seicento persone da condurre nei sotterranei. Dobbiamo sbrigarci." le disse bruscamente. Éowyn si girò a osservarla. Non pareva comprendere. "Ascolta: é un fatto che devi accettare. Era un guerriero, questo é il rischio con cui si convive ogni giorno, quando si sceglie questa strada."

La giovane non rispose. Le girò le spalle e si diresse verso il suo popolo, pronta a riprendere il suo ruolo. Sembrava quasi che si fosse rinchiusa in una corazza, quella stessa nella quale aveva trovato rifugio da bambina, quando lo zio aveva informato lei e Éomer della morte dei genitori, quando ancora lo zio le aveva detto fra le lacrime che sua moglie Elfhild aveva raggiunto i suoi genitori in cielo, quando Grima aveva spedito suo fratello fuori dal reame, quando suo cugino se ne era andato per sempre. Era una ragazza ormai allenata al dolore, e a suo modo aveva imparato a gestirlo. Un po' come Goneril: la differenza era che i dispiaceri della vita avevano trasformato quest'ultima in una macchina di morte; Éowyn, invece, aveva preservato una buona dose di umanità e compassione.

La guerriera guardò il cielo grigio e sentí nell'aria odore di pioggia. Senza Aragorn sarebbe stata dura resistere anche solo un'ora.

Théoden e la sua gente erano spacciati, lo sapeva, bene...ma se l'Uomo di Gondor avesse preso in mano la situazione forse potevano rimanere vivi. Almeno per un po'.

Théoden era un buon Re, ma aveva una vaga predisposizione al pessimismo. Non aveva più il fegato e la tempra dei suoi anni d'oro, e in quella circostanza, invece, erano doti che servivano più che mai.

Legolas e Gimli erano due principi delle rispettive razze, ma nessuno dei due aveva sufficiente esperienza per guidare la resistenza a un assedio.
Gandalf era disperso chissà dove a cercare Éomer.

No, qualcun altro doveva aiutarli.

⚜️⚜️⚜️

Dopo alcune ore, l'umore generale era precipitato ancora di più verso il basso. Fra i popolani, era diffusa sensazione di dover presto dare il bacio dell'addio alla Terra. Molti pregavano.

"La situazione é molto grave." commentò Legolas, osservando la massa di gente che si dirigeva verso i sotterranei. "Come può pensare, Théoden, di..."

"Perché non chiami tuo padre con il pensiero?" propose Goneril, sorridendo, mentre con un pugnale tagliuzzava una mela. "Voi Elfi avete potere psichico, no?"

Legolas le rivolse uno sguardo infastidito. "Non tutti abbiamo questo dono. Non te l'ha detto Amon?"

"Mi ha detto che gli Elfi sono uniti da un legame indistruttibile, se c'é parentela fra loro. E quando uno é in pericolo, i suoi congiunti accorrono." spiegò lei, tenendo lo sguardo fisso sul Principe. "L'armata di Boscoverde é imponente, lo so. Arcieri, spadaccini...ci farebbero comodo."

"Mio padre non sa che sono qui." tagliò corto Legolas.

"Già. Per lui é più importante l' altro figlio, ormai. Il futuro Re di Eryn Galen." aggiunse Goneril. "Hai perso il diritto di successione al trono. Questo, mi ha detto Amon."
La donna si godette l'espressione ferita di Legolas. "Davvero un Re crudele...mettere nell'angolo il suo primogenito."

A quel punto, Legolas non riuscí a trattenersi. "Non parlare mai più della mia famiglia. La prossima volta che lo fai, sarà l'ultimo tuo giorno, puoi credermi."

"Come desideri, Altezza. Piuttosto dimmi... come si chiamava lei? L'amante di tuo padre?" Goneril insisteva. Quella storia la incuriosiva da matti. "La straordinaria umana che ha risvegliato il cuore del Re del Ghiaccio? So che veniva dal reame di Dale."

La donna dell'EstWhere stories live. Discover now