Namjin pt2

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"Si papà. Ho capito. Ok. Si ci sentiamo. Ciao."
Mamma che rottura di prima mattina.

Chiusi la chiamata con il mio <adorato> padre e scesi dall'auto.
Come quell'uomo abbia la forza di parlare di conti in banca, contratti e quella roba lì appena sveglio io non lo so.

Arrivai davanti al bar.
"Buongiorno Hyung" disse una voce alle mie spalle.
Mi voltai di scatto. Namjoon.
"Oh..ciao. Mi..mi hai spaventato" dissi con un mezzo sorriso. "Quando sei tornato?". Aprii la porta con le mie chiavi e feci il mio ingresso nel locale, seguito da Nam. Ci dirigemmo insieme al bancone e io accesi le luci e la macchina per il caffè mentre l'altro si sedeva su uno degli sgabelli.

"Ieri sera. Era più o meno l'una di notte. Scusa se non ti ho avvisato ma ho pensato che a quell'ora tu dormissi e non volevo disturbare" disse, passandosi entrambe le mani sul volto. Era distrutto. Poverino. Ci vuole un bel caffè forte per il mio piccolo Hulk.

Ho detto mio?

"Tranquillo. Piuttosto, sembra che tu non abbia chiuso occhio. Cosa ti è successo?" chiesi mentre gli preparavo la colazione.

"Beh mia nonna, come ti ho detto nel messaggio di quella mattina, ha avuto un piccolo malore. L'hanno ricoverata e quando sono arrivato lì il suo medico mi ha detto delle sue condizioni generali e che da tempo l'aveva costretta al riposo. Ti rendi conto? Lei sta male e non mi dice niente. Se gli fosse successo di peggio...." mi disse stravolto.

Adorava sua nonna. Era l'unica famiglia che gli rimaneva e il pensiero di poter perdere anche lei gli faceva male.

Allungai una mano sulle sue e lui mi guardò. Gli sorrisi e dissi "Nam, lei non vuole farti preoccupare. Ti adora ma sa anche che qui tu hai la tua vita e non vuole che la cambi per lei. La capisco. E capisco anche te. So quanto le vuoi bene."

"Lo so hyung. Ma se le succedesse qualcosa io..." sussurrò con gli occhi leggermente lucidi. Andai da lui e lo abbracciai. Si afferrò a me e scoppiò a piangere. Gli accarezzai la schiena con una mano e i capelli con l'altra.

"Shh. Non ti preoccupare Joonie, tua nonna è forte. Dai! E poi non dimenticare che non affronterai mai tutto da solo. Ci sono io qui con te."
"G..grazie hyung. Mi..mi dispiace..per..." disse indicando la mia camicia bagnata leggermente delle sue lacrime.

"Non fa niente. Ora basta piangere e essere tristi, ok? Che questo fine settimana ne ho avuto abbastanza."
"Che vuoi dire?" chiese schiarendo si la voce.
"Beh diciamo che i nostri ragazzi stanno crescendo Joonie. Ora ti racconto..."

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"Buongiorno! NAM OPPA!" Gridò Jennie.
"Ciao Jen. Sei particolarmente allegra stamattina" le dissi.
"SI! Mi sei mancato oppa. Dove sei stato?" chiese e subito guardai Jin. Lui negò col capo e capii che non aveva detto nulla ai ragazzi. Gliene fui grato. Non volevo si preoccupassero anche per me.

"Sono stato da mia nonna. Ma dimmi, dove sono Taehyung e Jimin?" cambiai discorso domandando anche degli altri due che di solito erano con lei tutte le mattine.
"Mi hanno lasciata sola per i loro <ragazzi>" mi disse allegra.
"Ragazzi?"
"Si. Il mio caro cuginetto, ha finalmente deciso di esplorare la tana del coniglio! Anche se credo che sarà Jungkook a esplorare lui, poiché Tae è un bottom nato".

Quasi mi strozzo con il caffè. Che fra parentesi è il quarto poiché un certo barista continua a riempire la tazza.

"E Jimin?"
"Lui era con me fino all'angolo della strada qui vicino, ma è apparso il bel principe con il suo cocchio blindato e sono sicura al 100% che ora stanno limonando come se non ci fosse un domani. Jin oppa potrei avere un tè verde e una nastrina? Grazie" disse.

"Beati loro allora" sussurrai guardando Jin hyung. Lui mi guardò e diventò rosso in viso.
Anche lui aveva pensato ai nostri baci? Io si. Anche al resto. E ci pensavo ancora.

Continuavo a guardarlo e lui abbassava lo sguardo o cercava qualcosa da pulire per la milionesima volta pur di non ricambiare l'occhiata. Era bellissimo. Lo è sempre stato.
Quella notte eravamo un pò alticci a causa dell'alcool. Ma forse è stato un bene perché da sobrio non avrei mai avuto il coraggio di fare quello che ho fatto. E scoprire che gli piaccio tanto quanto lui piace a me, mi rende felice.

Devo solo capire a questo punto cosa succederà tra noi.
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"Calmati. Respira e inspira. Va tutto bene. Ce la puoi fare" sussurrai a me stesso. Ma sapevo che era inutile.
"Hyung con chi stai parlando?" disse la voce di Namjoon spaventandomi per l'ennesima volta.
"Oh madre mia, Joonie, mi vuoi uccidere oggi?" dissi.
"Scusa non l'ho fatto a posta" disse avvicinandosi e poggiando una mano sul mio petto. "Cavolo ti ho proprio spaventato di brutto. Hai il cuore a mille".

No caro mio non è a causa dello spavento. È la tua mano perfetta che in questo momento è poggiata sul mio cuore e il tuo profumo che riesco a sentire così bene poiché sei praticamente a due centimetri da me.
E perché sto ricordando nei minimi dettagli quello che è successo quella notte.

Il rumore della porta d'ingresso ci separò e corsi ad accogliere il nuovo cliente.

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"Che ore sono hyung?" Domandai.
"Mancano dieci minuti alle tre" rispose Jin. "Nam?"
"Si?"
"Dov'é il tuo orologio?" Chiese con un sopracciglio alzato.
"Ehm...ecco devi sapere che...si insomma..".
"Oh signore..Nam è il sesto in tre mesi. Ma riesci a non disintegrare qualcosa nella tua vita?"

Abbassai il capo imbarazzatissimo.
"Scusa hyung".
"Non fa niente. Per favore vammi a prendere il vassoio con i cioccolatini dalla cucina. E STAI ATTENTO!"
"SI hyung!".

Corsi verso la cucina e vidi il vassoio. Feci molta attenzione e con lentezza tornai da Jin.
Miracolosamente non avevo fatto danni. E infatti anche il maggiore ne fu sorpreso, mi sorrise e disse "oh allora i miracoli accadono. Bravo Nam. Ti sei guadagnato un premio".
"Un premio? Cosa?" Chiesi.
"Non so. Quello che vuoi".
"Quello che voglio...mmh" mormora avvicinandomi a lui.

Lo presi per i fianchi e subito notai il suo imbarazzo.
"E se...volessi te?" Sussurrai al suo orecchio.
"N-Nam cosa stai f-facendo?" Domandò.
"Mi prendo il mio premio" risposi.

Poggiai una mano sulla su schiena e l'altra sulla sua guancia e mi avvicinai alle sue labbra.
Poi finalmente lo baciati di nuovo. Lui ricambiò e si aggrappò alle mie braccia.
Fu un bacio splendido, dolce, bellissimo. Mi staccai e fissandolo diritto negli occhi gli dissi "non sai quanto ti ho pensato in questi giorni. Sei stato la mia forza. E...non vedevo l'ora di rivederti e stringerti, anche se avevo paura potessi essere arrabbiato con me per quello che è successo fra noi".

Mi avvolse le braccia al collo e mi rispose "anch'io ti ho pensato. Ero molto preoccupato. Volevo esserti vicino, sostenerti. E credimi, non mi sono assolutamente pentito, a-anzi m-mi è piaciuto...m-molto". Era imbarazzato, ed io felice.

Lo abbracciai e posai un leggero bacio sul suo mento.
"Anche a me è piaciuto molto."
Stavamo bene, eravamo insieme ma non mi bastava. Volevo di più. "Hyung, ti...ti va di...ehm u-uscire..stasera..con me?"

Spalancò gli occhi e si morse il labbro inferiore. Poi con un mezzo sorriso disse "assolutamente si" e mi diede un piccolo bacio a stampo.
Io lo riavvicinai e lo baciai più a lungo.

Eravamo così presi nel nostro piccolo mondo che non sentimmo la porta del locale venire aperta, per poi chiudersi. Solo successivamente dovemmo staccarci poiché una voce familiare urlò "OH MIO DIO I NAMJIN SONO FOTTUTAMENTE VERIIIII".

Non c'é bisogno che vi dica chi fosse. Miss finezza.
*

Buon inizio settimana a tutti!

Il Futuro Signor MinOnde as histórias ganham vida. Descobre agora