24. Miss Coerenza Weasley

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28 Novembre, ore 15:20.
Grimmuld Place numero 12.

Quando andavo ad Hogwarts, amavo cambiare colore di capelli a seconda del mio stato d'animo. A volte era un gesto involontario, succedeva senza che lo volessi. Accadeva spesso che si tingessero di rosa acceso, e senza dubbio, non era mai stata mia intenzione scorrazzare per il castello con la testa dello stesso colore di una gomma da masticare, anche perché non era affatto virile. Adesso, alla veneranda età di ventuno anni, ho capito il perché.

Mia madre, Nimphadora Tonks in Lupin recita la didascalia della foto che ho in mano, era una vera patita del rosa. In quasi tutte le immagini sfoggia una chioma sbarazzina dai toni sgargianti e sorride. Sorride anche in questa, mentre tiene una tazza fumante e mio padre la guarda ridere. Lui è più serio e rovinato dalle cicatrici, ma è felice. La sua mano è sopra la pancia di mia madre, pancia in cui immagino ci fossi io.

Non li ho mai conosciuti, ma li sento sempre vicini, come se fossero con me.

Ripongo la fotografia nella tasca della giacca e mi alzo dalla poltrona. Lo specchio rovinato appeso sopra al camino acceso, mi restituisce il riflesso di un Remus Lupin più giovane, sano, con un piercing al sopracciglio e degli eccentrici capelli azzurri

C'è un motivo se ho scelto di tingerli in quel modo e, inoltre, ora che riesco quasi completamente a controllare il mio potere da metamorfomagus, raramente cambio aspetto.

"Stai bene così, adoro l'azzurro è il mio colore preferito" Mi disse Victoire, prima di partire per il suo ultimo anno.

Ricordo perfettamente quel giorno. Ricordo lei intenta a salire sull'Hogwarts Express, il nostro primo bacio, il suo profumo al gelsomino e James appostato dietro una colonna.

È stato magnifico, le domande inopportune che si sono susseguite subito dopo, decisamente meno.

-Sono a casa!- urla la mia ragazza dal piano di sotto. Sento la porta che si chiude, e i miei muscoli facciali si rilassano quando mi rendo conto che Walburga Black, il cui quadro è stato recentemente murato, non urla. -Ti ho comprato i muffin-

Non penso che si possa amare una persona più di quanto io ami Victoire Weasley e per dimostrarle la mia adorazione incondizionata, mi fiondo giù per le scale per baciarla. Fatto sta che il mio nobile gesto si conclude con le mie ginocchia che sbattono suo gradini, il sedere che mi si spiaccica sulle assi sconnesse e con la mia faccia stesa ai piedi di Vic, proprio sopra le sue scarpe rosse.

-Sto bene-

















È sempre la stessa storia: cado, un enorme livido compare su una parte del mio corpo di cui fino a quel momento ignoravo l'esistenza, e Victoire mi costringe a spiattellare cibo surgelato sulla pelle. Basterebbe una semplice pozione, certo, ma un solo ingrediente sbagliato potrebbe far saltare in aria la casa che si, non è il massimo, ma è comunque abitabile. Ed è noto ormai a tutti quelli che mi conoscono che io e le pozioni siamo come il giorno e la notte: meravigliosi da separati e uniti l'apocalisse.

-Va meglio?- Vic mi guarda. Il suo corpo magro e slanciato sprofonda nella poltrona, mentre lei si porta le ginocchia al petto.

Osservo con attenzione la curva delle sue labbra rosse, stesa in un sorriso che le illumina il viso. Se non avessi una bistecca gelata su un ginocchio — ma anche un braccio fasciato e una caviglia gonfia — mi alzerei dal divano per andare a baciarla.

-Si, grazie amore- addento un muffin, subito il sapore della cioccolata sul palato mi fa venire i brividi e la mia ragazza ride quando emetto fraintendibili versi d'approvazione.

Per fortuna Cupido mi odia Where stories live. Discover now