42. Il lavoro è lavoro

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Erano passati anni e Dain era ormai cresciuto trasformandosi in un uomo, ormai prendeva lui le decisioni e sopratutto da un qualche avvenimento che lui non ricordava aveva deciso di ribellarsi completamente al padre. L'unico problema è che aveva preso la strada che a nessun membro della sua famiglia piaceva: un gigolò. 

Dain nei suoi numerosi anni di vita aveva combattuto molto al fianco dei demoni contro gli angeli, ne era davvero felice, amava scatenare la sua bestia e sopratutto combatteva accanto alla sua sorella adottiva. La amava, era una cosa fantastica, i suoi capelli bianchi la affascinavano. Si erano sempre allentati insieme a a differenza di sua sorella non era una checca che indossava vestiti e beveva sangue in bottiglia, no. Era una guerriera.

Lui molto spesso le chiedeva il suo sangue, era pazzo di lei, letteralmente, tanto che il guerra arrivò a farsi ferire mortalmente in modo che lei gli desse la linfa che lui tanto ambiva. Alla fine la ragazza gli diede il proprio sangue e Dain impazzì, la desiderava tutta per sé, la bramava in ogni modo possibile e immaginabile.

La povera ragazza era disperata e dopo qualche tempo sparì dalla circolazione come se non fosse mai esistita, anche se Dain a modo suo la cercava ma godendosi nel frattempo la sua vita.

Si divertiva ogni sera in modo spensierato, però in questo modo si era completamente allontanato dalla sua famiglia, non che la cosa gli dispiacesse, anzi, odiava suo padre, lo aveva spinto a uccidere tutti i suoi fratelli in quanto gli riteneva troppo deboli rispetto a Dain. Era un mostro, pensava solo al potere e a come temperare il figlio, non gli importava altro, se non del potere.

Ormai era la creatura che riusciva a soddisfare molte dame che facevano parte dei ceti maggiori nel mondo dei demoni, era molto amato su come trattava le sue dolci ospiti e sopratutto sapeva tutto di tutti. In questo modo aveva saputo che Satana l'aveva chiamato a sé per un lavoro molto particolare. 

Saputa quella comunicazione la mattina seguente dopo la bella notte passata con la messaggera si preparò andando da Satana. 

-Ma quale onore mio signore, a cosa devo questo onore?- chiese il ragazzo inchinandosi e guardando Satana negli occhi. 

-Beh, vedi, mia figlia si sta comportando molto male, mi ignora e quasi non viene a trovarmi- disse con un ghigno guardando il ragazzo dall'alto al basso, come per fargli capire quanto fosse inferiore a lui.

-Devi farla impazzire, voglio che i suoi peggiori incubi prendano vita se la ucciderai nessun problema, ma voglio vederla soffrire- disse quasi annoiato.

Dain a quelle parole si irrigidì per poi ghignare, gli piaceva quel lavoro.

-Quando posso iniziare mio signore?- chiese il ragazzo beffardo e pronto a scatenare la bestia


Eyanel ormai era ritornata da un paio di mesi dal regno di Acheronte senza ricordarsi di quest'ultimo. Era stata affidata per un piccolo periodo a Supremo  e Farel ne aveva profittato come non mai, era diventata la sua bambolina, la sua macchina, la sua schiava e la bambina non  aveva nessun modo di ribellarsi a lui. 

Nel frattempo Supremo le aveva insegnato tutto quello che c'era da sapere riguardo alla medicina, la bambina era diventata un medico perfetto, capace di individuare qualsiasi tipo di malattia e operare in qualsiasi modo, in quanto Supremo aveva fatto in modo che si rendesse utile nel campo da battaglia come appunto medico , superando tutti nel regno intero. 

Eyanel amava quel lavoro, si sentiva utile e vedere le creature vivere grazie al suo aiuto la faceva star bene con se stessa, ne era davvero felice. 

Però era da un po' di tempo che si sentiva osservata come non mai, e sopratutto era da un po' di tempo che si svegliava con lividi e ferite molto profonde. Suo fratello non la lasciava stare, era opprimente e lei si sentiva molto impotente, anche se riusciva a sentirsi meglio lavorando con le varie scartoffie e curando le creature che le imponevano al campo da battaglia. 

Sentiva dei passi risuonare nel corridoio, passi sconosciuti. Non era stranamente suo fratello o sua madre o suo padre. Vide la porta spalancarsi e qualcosa arrivarle in faccia. 

Poi il buio. 

Eyanel [SOSPESO]Tahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon