capitolo nove

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L'orologio ticchettava insolente contro la parete del locale, mentre le lancette indicavano che erano appena le nove meno cinque. Seokjin, lasciandosi scappare un sospiro dettato dal nervosismo, aveva deciso di arrivare con molto anticipo, infatti era già seduto in uno dei tavolini accanto alla finestra della piccola caffetteria non lontana dal dormitorio.

Il nome Honey Bee lo aveva attirato fin da subito, esattamente come un fiore dai colori luminosi ed il nettare prelibato attira l'ape. Non era molto grande, creando così un'atmosfera ancora più intima, come entrare nel salotto di casa propria. La modesta vetrata - che riportava semplicemente il nome del locale - ed il clima sempre accogliente che avvolgeva tutti i tavolini come in un abbraccio. E, fin da quando si apriva la porta, nell'aria era presente un buon profumo di paste appena sfornate, cioccolata e caffè.

Sapeva già, fin dal primo momento che aveva messo piede in quel luogo, che non sarebbe stata l'ultima volta. Era la sua piccola via di fuga. Quando si sentiva come se nella propria stanza l'aria fosse diventata arida come nel bel mezzo del deserto, quando aveva bisogno di stare un po' solo, approfittava sedendosi ad uno dei tavolini posti in angolo, portando con sé qualche libro o degli appunti da ripassare.

Sospirando nuovamente per rilasciare quel peso malinconico che si era formato sulle spalle, pensò che sicuramente, un posto come quello, gli sarebbe mancato una volta preso il diploma. Ma avrebbe sicuramente rimediato, sarebbe riuscito a tornare certamente, non poteva lasciare certo che i ricordi legati al piccolo locale sfilassero tra le sue dita come sabbia.

Storse appena le labbra, leggendo il menù più e più volte in preda all'agitazione, nonostante quel foglio di carta lo conoscesse praticamente a memoria e, nove su dieci, aveva provato ogni singolo piatto presente sulla lista. Si morse con forza il labbro inferiore. E se la persona che Taehyung voleva presentargli, avesse avuto poca pazienza? O lui non gli fosse piaciuto? Se Taehyung gli aveva proposto di procurargli un insegnate, sicuramente Seokjin non si sarebbe messo a dubitare delle capacità di questa persona; in realtà, era ben più che preoccupato per le proprie.

Per un momento pensò di alzarsi e tornarsene a casa, mentre la sua mente si inondava di domande, sommergendo completamente il resto dei propri pensieri che, probabilmente, erano molto più razionali della serie di paranoie inutili e sconvenienti che in quel momento lo stavano torturando. Ma non poteva farne a meno di sentirsi a quel modo, era semplicemente fatto così e, crescendo, sembrava proprio che quel tratto - detestato - ancora non si fosse fatto da parte per lasciargli vivere la propria vita in pace.

La cameriera arrivò dieci minuti dopo con il tè che aveva ordinato. Forse non era educato cominciare senza aspettare il proprio ospite, ma doveva assolutamente cercare di rilassarsi il più possibile, altrimenti non sarebbe riuscito a spiaccicare nemmeno una parola. Per un momento un nodo gli bloccò la gola; che cosa avrebbe fatto se non fosse riuscito nemmeno a parlarci? Sapeva che stava per arrivare un mal di testa.

Soffiando appena sulla superficie fumante della bevanda che gli era appena stata portata, Seokjin ne inalò la fragranza. Cercò di inebriarsi quanto gli fosse consentito, sentendo i muscoli distendersi lentamente non appena il suo cervello finì di registrare. Non fece comunque in tempo a portare la tazza alle labbra, scorgendo la figura di Taehyung entrare dall'interno del locale, seguito da qualcuno.

Seokjin alzò una mano e lo salutò gentilmente, regalandogli un sorriso di benvenuto. Vedendo i lineamenti di Taehyung addolcirsi e le sue labbra aprirsi in un sorriso, non potè fare a meno di rilassarsi ancora di più, mantenendo gli angoli della bocca sollevati. Ma, ben presto, cominciarono ad abbassarsi lentamente, mentre si rendeva conto di chi fosse la persona che stava accompagnando il nuovo amico.

"Jin-hyung - mormorò Tae con un sorriso rettangolare stampato sulle labbra - lui è Namjoon-hyung, il tuo nuovo insegnante di inglese! Vorrei davvero rimanere con voi un altro po', ma devo assolutamente scappare in biblioteca prima che la signora Yeon venga a cercarmi più arrabbiata che mai, spero possiate andare d'accordo!" e detto ciò, salutò entrambi ed uscì di nuovo, stringendosi nelle spalle per la folata d'aria fredda che lo aveva colpito.

I due rimasero a guardarsi mentre Taehyung parlava. Seokjin rimase ad osservare il nuovo ospite con la stessa espressione di chi, vagando per giorni e giorni senza una meta precisa, riesce a ritrovarsi, con la speranza di non perdersi più. 

Capendo di essere ancora seduto e non essersi propriamente presentato, si alzò di scatto, facendo indietreggiare rumorosamente la sedia e allungò la mano verso di lui che, nel mentre, ridacchiava appena davanti alla sua goffaggine.

"S-sono Seokjin" balbettò, mentre lui prendeva la sua mano, stringendola saldamente, ignaro del legame che quella stretta di mano aveva appena sigillato. Ma Seokjin lo aveva sentito; aveva sentito quella forte scarica di adrenalina che aveva oltrepassato il suo corpo, nel momento esatto in cui le loro dita entravano in contatto. Avrebbe potuto giurare di aver visto delle scintille formarsi proprio lì, dove ancora le loro mani si tenevano salde.

"Kim Namjoon, spero di poter essere un valido insegnante" mormorò, sorridendo, mostrando ancora una volta le fossette che lo facevano sembrare ancora più adorabile di quanto non fosse già.

Seokjin - osservandolo senza vergogna - ne rimase completamente affascinato, tanto da dover implorare se stesso di smettere di fissarlo. Non è sicuramente carino o educato, vedi di rimetterti in riga, si disse. Deglutì a fatica, mordendosi l'interno della guancia mentre lo invitava a prendere posto davanti a lui. 

"Allora, ci mettiamo all'opera?" domandò Namjoon, inclinando appena la testa di lato, lanciando al maggiore uno sguardo che lo fece sciogliere, completamente.

MOON | NamjinWhere stories live. Discover now