capitolo cinque

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Nonostante le giornate continuassero a passare ininterrottamente, la mente di Seokjin era ancora ferma a quella sera. Il volto di quel ragazzo non voleva proprio saperne di smettere di tormentarlo. Lo vedeva ogni volta che chiudeva gli occhi, quando riusciva a smettere di pensarci ricompariva come un pop-up. Un giorno gli sembrò di averlo intravisto per i corridoi dell'università ed in un primo momento decise di prendere coraggio per andare a parlargli, per sapere il suo nome almeno ma il timore di una reazione negativa da parte sua, lo bloccò all'istante. 

Sospirò. Non poteva davvero credere che si stava veramente dannando così tanto per una persona che aveva visto una sola volta nella sua vita e che probabilmente sarebbe stata anche l'ultima?

Seduto davanti al libro di inglese aperto cinque minuti prima, cominciò a sbattere il palmo della mano sulla fronte, cercando, inutilmente, di cancellare l'immagine oppure di farsi venire un'amnesia in modo da poterselo dimenticare.

Cominciò a sbattere il palmo della mano sulla fronte, cercando di cancellare l'immagine oppure di farsi venire una buona idea su come poterlo ritrovare.

"Per cosa ti stai dannando, uomo dalle battute micidiali" mormorò Yoongi senza staccare gli occhi dalla pagina del libro che stava leggendo per il corso di musica.  Il professore aveva detto "dovete far entrare dentro di voi la conoscenza" e lui, come suo solito, l'aveva preso in parola. Quale miglior modo di farlo, se non sfogliare manuali di storia della musica?

"Vuoi davvero saperlo? - domandò Seokjin al compagno di stanza, voltandosi verso di lui - non lo so nemmeno io, la mia mente in questo momento è così confusa che potrei benissimo uscire in corridoio e urlare solo per liberarla".

"Cosa te lo impedisce?".

"L'orario, Yoongi, sono le undici di sera - rispose il maggiore esasperato, portandosi pollice e indice a massaggiarsi la fronte - ci manca solamente che mi mettano in galera per disturbo alla quiete pubblica".

"Almeno ti metterebbero dentro e io smetterei di sentire quelle tue battute da quattro soldi" osservò il coinquilino, prendendo seriamente in considerazione quell'idea. 

Seokjin si morse l'interno del labbro inferiore irritato da quel commento ma si fermò a guardarlo e alzò gli occhi al cielo. "Non so che mi prende, non mi sentivo così da quella volta, cioè ciò che ha portato all'inizio di tutto". Si alzò dalla sedia solo per spostarsi e lasciarsi cadere sul divano, riversando la testa all'indietro. Tutta quella situazione era particolarmente stressante, ancora più di quanto si sarebbe aspettato.

"Quella volta intendi dire.. - cominciò Yoongi, abbassando di un tono la voce appena lo aveva visto annuire - Hyung, il passato è ormai dietro di noi, resta nel passato, pensa al presente e poi al futuro, ma il passato non deve più lasciare che torni a tormentarti".

Seokjin, senza nemmeno accorgersene, si era lasciato sfuggire una lacrima solitaria, mentre ripensava a quella figura del suo passato che lentamente svaniva; i suoi frammenti fluttuavano e si fissavano qui e lì, all'interno della sua memoria, per far si che non si dimenticasse.

Cominciò a sbattere velocemente le palpebre e svelto quell'unica lacrima, prendendo un respiro profondo. Si passò una mano sul volto, cercando di levare quel velo di tristezza che gli era scivolato addosso. Non voleva ricadere in quei pensieri, non voleva tornasse a mancargli l'aria, non era pronto a riaffrontare quella situazione. Voleva solamente un po' di quiete dopo quella tormenta, la peggior tempesta sembrava non voler passare mai. 
Cercando di tornare a pensare al suo esame di inglese, si alzò dal divano per andare a prendere il suo libro e andare a dormire. Quello doveva essere il suo solo pensiero, era l'unico esame che gli mancava per completare il suo corso di studi. Non si era mai sentito così tanto insicuro, ma ci sarebbe riuscito.

"Dopo domani, andrò in biblioteca a consultare dei nuovi volumi per studiare ed esercitarmi con l'inglese, sono sicuro che questo mi aiuterà a distrarmi" mormorò avvicinandosi al tavolo, corrugando leggermente le sopracciglia nel sentire una musica in sottofondo, una di quelle che spesso vengono inserite durante le scene trionfanti dei film. Si guardò attorno e fece cadere gli occhi su Yoongi. Il minore rimase a guardarlo come se nulla fosse.

"Okay, scusa, scusa" disse Yoongi, spegnendo la musica sul telefono.

Seokjin alzò, di nuovo, gli occhi al cielo, sorridendo tra sé e sé e poi gli augurò la buonanotte, andando nella propria stanza, sperando che quella notte i suoi stessi pensieri non lo divorassero in una morsa dolorosa.

MOON | NamjinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora