capitolo undici

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Se qualcuno si fosse avvicinato in quel momento per osservare bene la scena, avrebbe sicuramente potuto notare come le labbra di Seokjin avessero cominciato a fremere leggermente, oppure come i palmi delle mani avessero iniziato a sudare. La voce gli era rimasta intrappolata in gola, un nodo stretto che sembrava impossibile riuscire a sciogliere.
Per questo, Seokjin rimase per qualche altro istante in silenzio, non riuscendo a pensare ad altro. Era successo talmente in fretta, non era riuscito nemmeno a sbattere le palpebre. O forse, semplicemente, aveva il timore di farlo, una semplice paura che lo attanagliava. Se lo avesse fatto, il ragazzo davanti a lui si sarebbe probabilmente dissolto come in un sogno.
Guardandosi indietro, non aveva mai pensato a se stesso insieme ad un ragazzo. Da quel che ne sapeva, aveva sempre provato attrazione per il sesso opposto, e quindi mai avrebbe pensato di vedersi accanto ad una persona del suo stesso sesso.

Non si era mai fermato a pensare a chi volesse al proprio fianco. Non gli importava che fosse uomo o fosse donna, non era ciò che più gli importava. Quello che gli stava a cuore era trovare la persona adatta a lui, con i propri pregi e i propri difetti, esattamente come li aveva anche lui; una persona che lo accettasse, nonostante lui avesse smesso di farlo da anni. Non aveva una grande concezione del destino, ma se davvero era possibile che esistesse qualcuno per lui, sicuramente non si sarebbe tirato indietro.

L'attrazione che provava per Namjoon, non l'aveva mai provata con nessun altro prima. Non poteva spiegarla nemmeno a se stesso, ma qualcosa, in una parte molto profonda del suo essere, gli sussurrava all'orecchio, invitandolo a prendere il biglietto di sola andata, convincendolo che non ci sarebbe mai stato nessun altra persona come lui nella sua vita.
Era come se si fosse acceso dentro di lui un piccolo fuoco la prima volta che si erano visti; e l'essersi ritrovati, passando tutto quel tempo assieme, non aveva fatto altro che alimentare le fiamme.

Dannazione, pensò e si avvicinò a lui, portando i loro visi solo a qualche centimetro di distanza.
Poteva sentire il respiro caldo di Namjoon soffiare sulla sua pelle e sulle sue labbra, mentre i suoi occhi, incastrati nei propri, bruciavano. Poteva sentirne il calore mentre sprofondavano sempre più giù, alla ricerca dello specchio della sua anima.
Seokjin voleva la conferma di ciò che sentiva e se, baciandolo, l'avrebbe avuta, definitivamente sarebbe salito su quel treno senza voltarsi.

Le loro labbra si trovavano ad una vicinanza ormai nulla, talmente erano vicine che Seokjin aveva già iniziato a percepire la morbidezza delle labbra di Namjoon che, dal canto suo, aveva iniziato a trattenere il respiro. Ormai non li avrebbe trattenuti più nessuno, se non fosse per la serratura della porta d'ingresso fece il primo scatto che fece sobbalzare entrambi.

Dopo un altro giro di chiave e qualche lamentela lanciata al chiavistello - "Sarebbe ora di cambiarlo con una serratura elettronica!" - Yoongi fece il suo ingresso all'interno dell'appartamento, rimanendo a guardare i due ragazzi per un istante quando il suo sguardo si decise a cadere su di loro dopo aver ispezionato la stanza. 

C'era qualcosa che non andava. Socchiudendo appena gli occhi, Yoongi osservò attentamente le guance arrossate di Seokjin e il fiato corto che faceva alzare e abbassare il suo petto velocemente. Non riuscendo a trattenerlo, un ghigno si dipinse sul suo volto.

"Ah, scusatemi - disse il minore, chiudendo la porta dietro di sé - ho interrotto qualcosa? Hyung, dovresti abbassare la temperatura del riscaldamento, sembra tu stia andando a fuoco".

Nonostante lo sguardo truce che Seokjin aveva deciso di lanciargli senza darlo troppo a vedere, Yoongi cercò di fare del suo meglio per non scoppiare a ridere davanti ai volti sconvolti dei due ragazzi. Avrebbe voluto fare loro una foto, tanto per ricordarsi di come li aveva trovati, ma aveva già infierito abbastanza.. forse.

"Tu devi essere Namjoon! - esclamò poi, avvicinandosi a lui per poi allungare la mano e rivolgere un occhiolino a Seokjin, ancora con gli occhi puntati su di lui - io sono Yoongi, Jin-hyung mi ha parlato molto di te".

Aveva enfatizzato particolarmente sulla parola molto e a Seokjin parve di stare per esplodere. Il suo - quasi morto - coinquilino, lo stava mettendo non poco in imbarazzo. Stupido Yoongi, pensò subito, alzandosi dalla sedia.

"Non devi andare a fare i compiti in camera tua? - domandò al minore, cominciando ad allontanarlo, spingendolo dalle spalle e, quando furono fuori portata lo incenerì con lo sguardo - sei un musicista morto".

Lo fece entrare - ma fu come se lo avesse lanciato, prendendolo con entrambe le mani - in camera, chiudendo subito la porta dietro di lui, lasciando fuoriuscire un sospiro esasperato. 

Yoongi aveva capito tutto. Mentalmente fece sbattere una mano contro la fronte, maledicendolo. Quel dannato nano, sibilò a se stesso, tra i denti, mentre tornava in salotto.
Cercò con lo sguardo Namjoon, in quel momento appoggiato al piano della cucina con il suo bicchiere in mano. Seokjin deglutì.

"Mi dispiace per lui, purtroppo è nato così, non lo fa di proposito" disse sinceramente dispiaciuto, sperando che ciò non abbia fatto cambiare idea al ragazzo riguardo all'uscire insieme. Per qualche istante si meravigliò dei suoi stessi pensieri, però voleva davvero avere la possibilità di uscire con lui, mettendo da parte l'inglese e gli esercizi, ed essere semplicemente lui.

Namjoon posò il bicchiere sul piano, prima di staccarsi da esso e avvicinarsi a Seokjin. Era qualche centimetro più alto di lui, nonostante fosse più piccolo, ma non gli dispiaceva più di tanto; era perfettamente proporzionato, come fosse stato creato su misura.

Il minore si sporse verso di lui, lasciando un soffice bacio sulla sua guancia e sorrise appena, tornando a guardare nei suoi occhi, mordendosi il labbro inferiore. "Domani, alle sette e mezza, all'Honey Bee".

Detto ciò, si scostò da lui, raccolse le sue cose ed uscì dall'appartamento, mentre Seokjin era ancora impalato sul posto, con una mano sopra la sua guancia, cercando di calmare tutto quel calore che stava divampando come impazzito all'interno del suo cuore.

MOON | NamjinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora