3: benvenuti nel club

Začít od začátku
                                    

Così aveva atteso la pausa pranzo con ansia e con angoscia la seconda parte del pomeriggio. In quel momento si trovava all'interno della classe assegnata annualmente alla professoressa Reed, l'insegnante di matematica, in compagnia di Vic e dello zoccolo duro del suo club, ovverosia le uniche due ragazze che in quegli anni erano state irreprensibilmente legate alla causa.

"Sai, Mint, dovresti darti una calmata" le disse la prima delle due, che rispondeva al nome di Chastity e mai scelta sarebbe stata meno azzeccata di quella, vista la tipologia di creatura libertina a cui apparteneva. Chastity cambiava colore di capelli più o meno una volta a settimana, aveva piercing nascosti un po' ovunque e almeno dieci tatuaggi. Ciò che non aveva erano le sopracciglia. 

E i peli sulla lingua.

"Ascolta questa donna saggia" sottolineò Vic, mezzo sdraiato sulla sedia posta dietro la cattedra, dove avrebbe gestito il PC di Mintha e fatto scorrere le slide per spiegare il progetto del nuovo anno. Non si era degnato di alzare gli occhiali da sole nei capelli e sembrava ingrugnito.

"E se non arriva nessuno?" domandò Mint, ripercorrendo per l'ennesima volta lo stesso percorso.

"Chissene. Abbiamo già un minimo di quattro partecipanti".

"Sì, ma il nostro progetto...".

"Stai tranquilla, Mint" trillò l'altra ragazza. Mai Kaur era la più esotica dei presenti, assieme a Vic: non tanto per il color caffelatte della pelle o per il kajal con cui i suoi occhi scuri erano decorati, quanto per il turbante blu elettrico che indossava. Mai era entrata nel gruppo due anni prima, quando aveva iniziato le superiori e si era trovata a dover fronteggiare il problema relativo al suo essere sikh. "Riusciremo ad acquisire almeno un nuovo membro".

"Già" concordò Chastity. "Anche io penso che andrà così. Per un solo membro nuovo, intendo".

"Sempre più saggia" confermò Vic. "Lo sai che sei la mia preferita, vero?".

"Lo so. Ci vediamo dopo in bagno? Come le cheerleader coi bad boys?".

"Potrei vomitare".

Chastity fece il dito medio a Vic, pur sapendo che il suo disgusto era totalmente rivolto alla seconda domanda e tornò a scorrere immagini su Tinder. Mintha sospirò e guardò Mai, che le sorrise

"Cosa ne pensi tu, Mai?" le chiese gentilmente.

Mai si schiarì la gola prima di rispondere: "Pochi ma buoni".

"Pochi ma buoni?".

"Sì".

"La principessa ha ragione" aggiunse Chastity, sogghignando mentre sceglieva un match con qualcuno di particolarmente figo. "Pochi ma buoni. Non sei contenta del tuo gruppo, Mint?".

"Certo che sì" rispose Mintha, in un sospiro, sedendosi accanto alla piccola ragazza indiana, che si tese immediatamente a picchiettarle una manina morbida e piena di anelli sul braccio.

"Va tutto bene, Mintha" disse, sorridendo con la sua tipica espressione distante, vagamente spiritata. "Pochi ma buoni è okay".

La porta si spalancò in quel momento esatto e Mint scattò in piedi, non sapendo cosa aspettarsi: uno scherzo? Un'irruzione di cheerleader riottose? Una carica di giocatori di football ignoranti?

Fu sorpresa nel constatare che coloro che aveva davanti formavano un gruppo misto di circa sette persone, di cui due maschi. Il gruppetto, palesemente matricole, squadrò con perfetta sincronia il corpo di Mint, dall'alto verso il basso e dopo la scannerizzazione, il più alto – probabilmente sentitosi tirato in causa dalla differenza d'altezza – chiese: "È qui che si tiene la riunione femminista?".

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