Capitolo 21

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Valeria's POV

Il rombo del motore cessa, facendo arrestare bruscamente il mezzo di trasporto che ci ha fatto arrivare sani e salvi alla prima tappa elencata nella mia mente: il supermercato.

Sì, la prima di tante altre mete in cui spero di riuscire ad arrivare indisturbata e lucida di pensieri, nella mia testa devo pur sempre mantenere un ordine delle cose per non entrare in totale confusione alla vista del ragazzo al mio fianco, che riuscirebbe a mandarmi in tilt con un solo sguardo sbieco.

Quegli occhi così identici a quelli di Matteo, mi perlustrano da cima a fondo ogni qualvolta lui ne abbia possibilità, e questo mi imbarazza terribilmente ma soprattutto mi fa porre delle domande, come ad esempio perché si comporti in questo modo...

La cosa peggiore è che pure io faccio lo stesso con la sua possente figura, ammirando estasiata come un uomo ormai, -dati gli anni di differenza-, riesca a trarre qualche guadagno dalla mia compagnia, perché la continua a desiderare se sono solo una ragazzina che potrebbe benissimo venirgli sorella minore.

Ma il modo come entrambi ci squadriamo nei minimi dettagli, come se volessimo capire cosa ci attrae l'una all'altro, non mi sembra qualcosa che potrebbe accomunare due fratelli, ma solo due fidanzati.

Che subdola questa parola, l'ho pensata davvero?

Per fortuna le labbra sono rimaste serrate, impedendomi di fare una figuraccia, ma non di certo di arrossire fin sopra i capelli.

Mi volto a destra osservando il parcheggio pieno di automobili, nel vano tentativo di distrarmi dalle mie irreali e torbide constatazioni, che sembra siano dovute soltanto all'esasperazione e alla bizzarra immaginazione di una diciassettenne piena di sogni.

<<Eccoci arrivati>> irrompe, spezzando il silenzio ma non la tensione nell'aria.

Mi sento confusa, stordita, forse una bella boccata d'aria potrebbe farmi bene per schiarire le idee: devo capire se tra noi, due appena conoscenti, ci sia una specie di calamita nascosta che inevitabilmente ci unisce anche con il dissenso della coscienza.

Caccio fuori il respiro trattenuto finora, sentendomi leggermente rilassata dopo il suo posteggiamento un po' irruente, di fretta, come mi sembra si senta lui adesso.

Il viso indirizzato avanti a sé, le mani strette fin troppo al volante quasi volesse fargli male, stringerlo fino a vedere le nocche sbiancare, come se questo fosse l'unico modo per calmare la sua irrequietudine infondata.

Come se ce l'avesse con se stesso per qualcosa, per non essere riuscito ad arrestare le sue voglie naturali di accarezzarmi la schiena portandomi a pochi millimetri da lui.

Io farei lo stesso, per non essere riuscita prima a fare un passo indietro quando avrei dovuto fermarlo, prima che fosse troppo tardi; oramai le nostre menti sono in un altro luogo, per conto loro e non danno retta a nessuno, se non all'istinto.

Ma sono sicura che questo ci porterà alla distruzione emotiva e allo scombussolamento più violento e temuto che possa esistere, perché dipende da noi stessi.

E quando ci sono di mezzo i sentimenti nulla è più ragionevole, tutto è possibile, e tutto può avvenire, come dei possibili rimpianti da parte mia per essermi fatta trascinare in un turbine di mille emozioni a occhi chiusi, senza conoscere le sue vere intenzioni e affidando la mia anima e il mio corpo a chi non l'ha neppure una volta reclamato a voce, ma solo a gesti.

La Strada per la Felicità #iscrivilatuastoria2018 #Concorsodiscrittura2019 #cw19Where stories live. Discover now