Capitolo 28

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Quando una donna vuole scoprire qualcosa, è capace di andare all'inferno e poi tornare.

Valeria's POV

Salgo le scale e percorro il lungo corridoio con l'affanno, non riesco a prendere ossigeno durante la mia folle corsa; mi addentro in una stanza qualsiasi sbattendo la porta alle mie spalle con poca delicatezza, cosa che non mi contraddistingue affatto, dato che sono silenziosa e capace di nascondermi dietro un angolino per la mia timidezza, che adesso sembra magicamente essersi volatizzata.

È Alessio a provocarmi tutto ciò, a cambiare sempre le carte in tavola a suo favore e adesso anche gli atteggiamenti della sottoscritta.

Perché sembra non raggiungermi?

L'ansia mi assale facendo creare un groppo in gola, sento il cuore battere talmente forte nel mio petto che temo possa sentirlo il ragazzo al piano inferiore.

In realtà ho paura di farmi vedere così come sono conciata, con i capelli rovinati a coprire le guance tinte di un colore rosso per la vergogna di ciò che sento, perché il calore alla bocca dello stomaco piano piano si propaga ovunque, arrivandomi dritto al cervello e facendomi sorridere buffamente.

Le gambe tremano e appaiano più pesanti di una roccia, non riesco a spostarle a mio piacimento, l'unica cosa che posso fare è respirare affannosamente l'aria carica di malizia che mi arriva alle narici, sento già il suo indistinguibile odore.

Cerco di mettere a fuoco la vista per osservare meglio quello che mi circonda, in attesa di subire l'agguato di Alessio.

So bene non tarderà a farsi trovare alle mie spalle per cogliermi di soprassalto come piace a lui, corteggiandomi in modo silenzio e lascivo, senza farmene accorgere.

Centinaia di farfalle svolazzano nel mio addome, andando purtroppo sempre più giù, nell'intimità più recondita che non voglio ammettere esige di essere soddisfatta, solo come riuscirebbe lui: attaccando le nostre labbra e muovendole in sincrono.

Voglio quell'uomo, lo voglio qui vicino accanto a me, non importa per fare cosa, ho bisogno di sentire il fuoco che gli arde dentro solo guardandolo fisso in quelle iridi verde prato.

Socchiudo gli occhi e regolarizzo i battiti del cuore con molta concentrazione, ma appena li riapro è tutto punto a capo: appena noto l'ambiente mi rendo conto in quali guai mi sono cacciata.

La mia coscienza sussulta intimorita, mentre il mio subconscio tira un sospiro sereno sorridendo languidamente: sono dove avrei voluto trovarmi nei miei sogni più proibitivi, nella camera di Alessio.

Prendo una boccata d'aria e metto una mano sulla pancia, stringendola forse nel vano tentativo di cacciare via quel delizioso calore, perché so che è errato, per quanto mi piacerebbe, voler soddisfare questo mio capriccio che è diventata una necessità, un'ossessione quasi.

Ossessione per quelle labbra e per quei capelli tutti da stringere tra le mie dita, e tirarli lentamente in modo più sensuale possibile.

<<Vedi che ti trovo, inutile che ti nascondi.>> Questa voce che echeggia da lontano mi mette i brividi, al solo pensiero di cosa possa accadere se mi trovasse a pochi centimetri dal suo letto.

Io un'idea ce l'avrei, ma per la timidezza neanche voglio pensarla, e la scaccio via dalla mia testa malata non appena mi focalizzo a guardare una foto posata sulla scrivania.

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