Capitolo 2 ✔️

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Valeria's POV

Mia sorella lecca pure il piatto, non lasciando un singolo spaghetto. Modestamente, me la cavo in cucina! La nuova chef apprendista ha proposto una frittata di pasta, anche se sarebbe venuta più buona se quest'ultima fosse stata cotta ieri e lasciata riposare in frigo, anziché preparata sul momento. Mentre cuocevo il sugo di pomodoro con un soffritto di cipolla e un pizzico di sale, -perché mi piace mangiare poco saporito-, ho cotto i carboidrati dalla forma allungata che purtroppo, ahimè, non sopporto proprio. Sì, sono certamente una brutta persona: romani miei compaesani, non odiatemi per questo.

Non riesco proprio ad arrotolare gli spaghetti, è più forte di me, ma non per questo non sono un'amante della carbonara: semplicemente la preparo con i maccheroni. Tralasciando questo piccolo ma grande dettaglio, dopo aver scolato la pasta l'ho unita al condimento, miscelata con qualche uovo sbattuto, grana padano e formaggio a dadini. Ho aggiustato di pepe e messa in una padella antiaderente con un po' d'olio. Una volta formata la crosticina croccante da entrambi i lati, la delizia era pronta. Inutile dire che non ne è rimasta neanche un po' per farla assaggiare a papà stasera, anche se aveva espresso questo desiderio. La rifarò un'altra volta.

Mentre siamo ancora sedute a tavola a contemplare il vuoto con la pancia piena, a me arriva un messaggio, precisamente una foto che ritrae Marco al parco giochi. Subito dopo papà, con un vocale, spiega che mio fratello si sta divertendo così tanto che sicuramente non tornano prima del tardo pomeriggio. Amore mio, piccolo, tutto con le mani sporche di terra. I suoi occhioni azzurri spiccano sotto la luce del sole e fortunatamente ha un berretto che lo copre, altrimenti tornerebbe con un'insolazione. I capelli castani così corti non possono proteggerlo dal forte calore.

Ai bambini basta fargli avere un contatto con la natura per essere felici, sono instancabili a differenza di chi si avvia alla vita adulta. Vorrei tanto essere al suo posto, invece mi ritrovo con i dolori di un'anziana: una fitta alla schiena, verso il basso, mi dà fastidio, ed è dovuta agli sforzi che ho fatto salendo quelle ingombranti valigie. Sono stanca ma non lo do a vedere, infatti sparecchierò le mie cose come se niente fosse.

Ovviamente mamma si appropria del mio telefono e raccomanda al marito di igienizzare bene le dita del piccolo prima di farlo mangiare, altrimenti si prende chissà quale assurda malattia. Apprensione portami via. Mi lascia il cellulare che io blocco immediatamente, tenendolo stretto tra le mani. Aspetto un messaggio importante che so non arriverà, ma ci spero fino all'ultimo.

<<Vado a fare una doccia e mi preparo per dopo>> informo mamma, alzandomi e mettendo il piatto sporco dentro il lavabo. Prendo la spugna con un po' di sapone e metto le mani ammollo all'acqua, ma vengo spinta via dalla padrona di casa.

<<Vai, ci pensiamo io e tua sorella qui>> ordina, e non me lo faccio ripetere due volte: sono a conoscenza del lavoro che ancora mi tocca fare una volta arrivata su. A tentoni muovo le gambe e mi trascino al secondo piano, notando come la casa sia spoglia e asettica. Noi abitiamo al secondo e terzo piano rialzato, collegati internamente da delle scale. Se volessimo potremmo pure dividere e fare due appartamenti, ognuno per sé, tanto ci sono due bagni e abbastanza camere da letto. È davvero grande, più di quella dove stavamo a Roma.

È colorata arcobaleno, nel senso che mamma ha voluto tingere ogni stanza diversamente. I corridoi, per esempio, sono giallo chiaro, mentre il bagno di questo piano dovrebbe essere rosa, constaterò quando vi entrerò. Apro la porta della mia stanza e neanche riesco a vedere i muri talmente gli scatoloni sono ammucchiati uno sopra l'altro, bene. La mia prima intenzione era riposarmi un po', ma a quanto pare mi tocca sistemare qualcosa anche solo per lasciare il sentiero libero per passare.

La Strada per la Felicità #iscrivilatuastoria2018 #Concorsodiscrittura2019 #cw19Where stories live. Discover now