Capitolo 26

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Due occhi celesti mi esaminano con frustrazione, nonostante io abbia fatto del mio meglio mi ritrovo questa pressione addosso. Ho ceduto proprio alla fine, nonostante tutti gli sforzi e la decisione che ci ho messo per farlo nei migliori dei modi, per far di me quello che tutti hanno desiderato.
Le mani della donna sfogliano il suo registro fino al mio nome, ci segna su una piccola crocetta e mi liquida con un sorriso. «Sei andata bene, Jelson. Solo non vorrei mortificarti, ma mi aspettavo molto di più da te.» Io mi aspettavo molto di più da me.
«Ho passato una brutta settimana.» O un brutto mese, o una brutta vita.
«Tranquilla, può bastare.» Il mio professore di fisica mi accarezza una spalla con fare paterno e mi da il permesso di alzarmi da quella sedia. Non appena faccio pressione su in piede sento come se stessi per cadere a terra, ma è solo un’impressione creata dalla mia mente malata, dato che sono ancora in piedi.
I corridoi scolastici sono praticamente vuoti, nessun volto familiare se non quello di qualche inserviente capitato lì per caso. Saluto la signora delle pulizie e mi avvio all’uscita della scuola. Non so come sono riuscita ad arrivare fino a qui, ma un ragazzo non può rovinare tutti i miei piani in una sola notte.
Devo farmi forza, incollare quello che è rimasto della mia dignità e salire in cima alle scale dal quale sono stata spinta. E’ così umiliante pensare che una come me abbia provato tali sentimenti per uno come lui, per qualcuno che prima mi gioca ad una scommessa e poi non si degna nemmeno di presentarsi.
Stringo i pugni lungo i fianchi, spesso mi aspetto troppo da persone che non darebbero niente a nessuno. Ho sorvolato su quello che era Harry una volta, pensando che forse se non ne avrei fatto parola per un po’ lui avrebbe capito che io ero disposta ad accettarlo per quello che è ora.
Stringo il labbro tra i denti camminando lentamente, le mani dentro le tasche della felpa leggera. Il leggero vento è caldo e mi rilassa il volto.
Fino a che punto bisogna sbagliarsi, perdere, morire e riallacciare rapporti prima che si impari che l’umanità è fatta così? Camminare a testa alta non fa di noi più forti, solo più pronti ad accettare le realtà.
E io non sono pronta ad accettare tutto questo, ho bisogno di distaccarmi e dimenticare tutto quello che ho provato, dimenticare e sorvolare su questo pezzo della mia vita un’altra volta. Tu lasci tutto stare. Harry mi ripeteva sempre, ed aveva semplicemente ragione.
Ho già preparato le valigie, ho bisogno di sparire un po’ da questa zona e andare dai miei genitori prima che mio padre arrivi qui a farmi domande sull’appartamento di settembre. Devo distaccarmi, prendere delle decisioni, cambiare aria e rilassarmi. E’ una doccia fredda, non so per quanto tempo dovrò subirmi le cinque fasi prima di accettare la realtà, prima di accettare che Harry non può aggiustare me e io non posso aggiustare lui.
Non so neppure come ho superato l’esame, non so nemmeno come dire ai miei genitori che quasi sicuramente non avrò ottenuto il massimo dei voti come da loro sperato. E’ tutta una perfezione quella che gira intorno a loro, due adulti umili che si occupano a distanza di una figlia segretamente tormentata; dopo la perdita del maggiore ogni loro preoccupazione è caduta su di me.
Carlos è stato il motivo per cui hanno deciso di farmi andare a vivere da sola, o quasi. Madre ho bisogno di cambiare, i ricordi di mio fratello in questa casa mi spezzano il cuore e.. , dopo quella frase scoppiai a piangere tra le braccia dei miei genitori. Piangere, ridacchio al suono di questa parola.
Sto camminando tranquilla verso casa mia quando sento una forte pressione sul polso sinistro, mi volto di scatto e faccio scivolare i miei capelli su una sola spalla.
«Piccolina, dove andavi?» Ho gli occhi spalancati ed indietreggio.
«Cos’è, ti sei messo a pedinarmi adesso?» Faccio un passo inaspettato indietro, quasi impercettibile. Devo solo mantenere la calma. La fitta allo stomaco si fa presente, le gambe tremano ma cerco di non distogliere lo sguardo.
«Ieri è stato un vero casino.» Si tocca i piercing sotto il labbro prima di sfogliare un sorriso peccaminoso. «Ma io voglio la mia vincita.» Cerca di riprendermi il polso ma mi sposto giusto in tempo.
«Tu non hai vinto un cazzo, non osare toccarmi, Brandon!» Scatto fissandolo con sguardo omicidio.
«Lui non si è presentato, quindi tu sei mia.» Fa un altro sorriso e ritenta di acciuffarmi, ma mi sposto con una smorfia di disgusto sulla faccia.
«Fottiti.» Riesco a voltarmi e correre nella direzione di casa, per fortuna indosso un paio di vans e un collant nero che mi facilitano la corsa. Non sento i passi di Brandon seguirmi, l’unica cosa che mi riempie le orecchie è la sua risata roca e forte.
Quel ragazzo ride come se il mondo fosse suo, come se nelle sue mani noi fossimo tutti delle marionette. Brandon è quella parte del mio passato che mi fa sentire ogni volta più indifesa, più sola, più patetica. Brandon è qualcosa che io non posso combattere, non è solo una persona, è un modo di uccidere.
«Va tutto bene, ragazzina?» Sento il grugnito del petto in cui non mi ero resa conto di essere andata a sbattere. E’ un uomo, sulla trentina immagino, con un barba accennata e due occhi scuri.
«C’è un ragazzo che mi sta seguendo ed io..» Non ho il tempo di completare la frase che una piccola macchina rossa e consumata frena davanti a noi, il finestrino cala lentamente e la barba scura di Bob mostra il suo ghigno soddisfatto.
«In giro dicono che ho tanti amici.» Si pettina la barba con una mano. «Roger, tu che ne dici? E’ vero?» Sento la risata dell’uomo di fronte a me, ora le sue mani mi stringono i miei polsi.
«Hai tanti amici, Bellvieri.» Riesco ad urlare nell’esatto momento in cui l’uomo mi carica su una spalla sola e si avvia verso l’auto. Scalcio e do pugni alla sua schiena inutilmente, lui è troppo robusto e in meno di un minuto sono stata sbattuta poco dolcemente nei sedili anteriori di una pessima auto.
«E’ un fottuto scherzo, cosa vuoi fare?» Cerco di tenere lontani le mani di Roger che provano a bloccarmi la bocca.
«Ti terrò qui con me per un po’.» Bob si accende una sigaretta, solo ora noto che nel trambusto si è spostato al sedile del passeggero. «Finché il tuo amichetto, Styles, non si deciderà a svelarsi alla polizia.» Sbuffa l’aria grigia tra le narici.
«Non è tutta colpa di Harry, tu vendi roba in quella scuola anni prima di lui.» I suoi occhi scuri si voltano verso di me, leggo la rabbia che sbocca dalla sue iridi.
«Questo è il punto. Se interrogano uno di troppo le colpe finiscono su di me, se sarà lui a darsi nelle mani della polizia io non avrò complicazioni. Lo capisci?» Spegne la sigaretta, per poi riaccenderla. Un gesto inutile ma che credo gli dia importanza.
«Sei uno stronzo.» Impreco e lui si limita ad alzare le spalle.
«Dimmi qualcosa che non so.»
«Quella barba nasconde la tua faccia di caz..»
«Ouch.» La portiera si apre. «Cosa sono queste parole sporche, piccolina?» Brandon è al posto del conducente, mi sporgo per potergli dare uno schiaffo quando mi accorgo che le mie mani sono ancora bloccate in quelle di Roger.
«Brandon è una pazzia, Mitchell lo verrà a sapere.» La sua risata mi scombina già le idee, ha di nuovo giocato una nuova carta.
«Dovevi partire dai tuoi genitori, giusto? Questo è quello che sa il parigino, che tu sei già partita e resterai lì per un po’.» Come fa a sapere dei miei  genitori?
«Ora falla tacere, ho bisogno di parlare con mio fratello.» La mano di Bob si posa sulla spalla di Brandon prima che gli faccia un sorriso diabolico.
Farmi tacere? Non ho il tempo di capire cosa succede che la mano di Roger mi tappa il naso e le labbra con un panno umido, contenente non so quale sostanza che riesce in ogni caso a farmi sprofondare in un lungo sonno.

Barney’s point of view.

E’ una situazione orribile.
Sono la carta bianca nel mazzo di carte, quella che rovina i piani e li aggiusta a tutti. E’ un fottuto problema, io sono un fottuto problema. La serata di ieri è stata un casino, ho passato tutto il tempo con Cher a consolarla mentre lei non sapeva che un quarto dei suoi guai sono proprio io.
Saranno mesi che non le parlavo, che non mi avvicinavo a lei o a qualcosa di così pericoloso come gli affari sporchi dei miei fratelli. E ora è bastata una maledetta notte per farmi tornare in testa così tanti problemi, innumerevoli.
Io non ho nulla da dare a questo mondo, e questo mondo non vuole dare nulla a me., ripensando alle sue parole sento il sangue scaldarsi nelle vene e il senso di colpa straripare dalla mia pelle.
Lei è innamorata matta di Harry, questa cosa mi da pace, sapere che il suo cuore riesce ancora ad accettare qualcuno è un bene. Il problema è lui, è un fottuto disastro che cammina quel ragazzo. Come le posso dire che mentre andavo a prenderle il tè l’ho visto entrare in una stanza, e dopo qualche secondo che ci sono usciti due tipi ci è entrata Tessa?
Io vedo fottutamente troppo. Sono un fottuto doppiogiochista.
Cher è così cresciuta, è una ragazza diversa ma ancora forte come la ricordavo. Chiudo gli occhi e respiro lentamente, cercando di far riaffiorare i ricordi nella mia testa.

Flashback

Gioco con il laccio delle mie scarpe da ginnastica consumate, sono sporche di terra ma mi danno un certo sollievo. Sono grandi e larghe, sono le scarpe di Bobby ma lui non sa che le ho rubate dal suo armadio. Non gli piace che qualcuno che prenda la sua roba o che entri nella sua stanza, ma io lo faccio sempre nonostante Brandon mi dica che è sbagliato e che mi comporto come un moccioso appiccicoso.
«Potevo rompergli il culo.» Carlos non si trattiene di fronte a sua sorella minore, il quale è seduta accanto a me con il viso rosso e il labbro tremolante.
«Ora calmati, brò.» Mitch ci raggiunge sedendosi dall’altro lato dei gradini accanto a Cher, un suo braccio lungo le spalle della ragazzina di soli tredici anni.
«Calmarmi un cazzo!» Le mani di Carlos si alzano al cielo e viene di fronte a me. «Se tuo fratello tocca di nuovo mia sorella gli spacco la faccia, è chiaro? Non mi frega un cazzo delle sue motivazioni, non fa altro che prendersela con lei. Si deve dare una calmata, è un coglione!» Mi da una spinta ma io resto zitto fissando il ragazzo dagli occhi azzurri e arrabbiato.
«Non prendertela con lui.» Cher mi difende prendendomi una mano. «Lui non centra.» Carlos mi prende per l’orlo della felpa larga che ho rubato sempre da Bob e mi fa scattare in piedi. Ho il corpo fragile e magro, solito da ragazzo di quattordici anni, riesco a tenermi in piedi ma il quindicenne di Carlos è molto più ben fatto di me.
«Nemmeno tu dovresti frequentare mia sorella.» Cher si alza in piedi e si mette tra me e il freatello.
«Lui non è come loro, Carlos. Barney è diverso, lui sta con me perché mi vuole bene e..» Non la fa finire di parlare che dolcemente la sposta per guardare me.
«Tu finirai come loro.» Mi punta un dito sul petto e io indietreggio.
«E’ quello che voglio essere.» Cher abbassa lo sguardo, dei miei fratelli sa solo che prendono in giro le ragazzine come lei e le tormentano.
Lei non sa di quello che fa Bob, lei non sa di quello che vende Brandon e di come mi ha insegnato a rullare quella strana erba e a venderla a quei tizi. Bob dice che non devo dirlo a nessuno però, nemmeno a lei che è tanto gentile con me.
«Cher non voglio che tu stia vicino a lui!» Esclama prendendo per mano la sorella, il quale si ribella allontanandosi dal fratello e riparandosi tra le mie braccia.
«Barney lo so che non sei come loro, tu sei dolce.» Le sue mani mi stringono il collo e io l’abbraccio pian piano. Lei crede così tanto in me, lei crede così tanto in tutti.
«Misérable..» Sussurra Mitchell sfregando le mani nei guanti lunghi per ripararsi dal freddo.
Quando stacco l’abbracci con Cher il suo sorriso è dolce e i capelli corti le cadono delicatamente sulle guance pallide, gli occhi sono di un verde chiarissimo che si avvina in certi punti ad un bel celeste mare.
«Ascoltami bene, Bellvieri.» La voce di Carlos ci riprende. «Se per colpa tua, o dei tuoi fottutissimi fratelli, succedesse qualcosa a mia sorella io non ve lo perdonerei mai. Non mi importa quello che fate o siete, ma lei deve stare lontano dai vostri maledetti problemi, è chiaro ragazzino?» Annuisco immediatamente. Non ho paura di lui, so solo che quello che ha detto è assolutamente giusto, la piccola Cherie non c’entra nulla con noi.
«Stupidi maschi.» Ridacchia poggiando la testa coperta da un cappellino viola sul mio petto. «Sento il battito del tuo cuore.» Sussurra in modo che solo io possa sentirla, le bacio la fronte e sono grato del fatto che lei abbia notato che anche io ne abbia uno.

Fine Flashback

Mi strofino la faccia con entrambe le mani, un piccolo urlo di frustrazione fuoriesce dalle mie grandi labbra. I miei sentimenti per lei sono mutati, non provo più nulla che non sia una forte amicizia e voglia di starle vicino, l’amore non si avvicina nemmeno minimamente.
«Barny, prepararci il tuo letto.» La porta si apre bruscamente e riconosco il cappello con la visiera di lato di Brandon entrare in cucina. «La facciamo stare lì per un po’.» Faccio stridere la sedia su cui ero seduto sulle mattonelle.
«L’hai fatto sul serio? Cazzo è una pazzia! Non siamo dei fottuti sequestratori.» Cerco di sorpassarlo quando vedo Roger entrare con in braccio la fragile ragazza, non la vedo bene dato che il fratello di mezzo piazzato di fronte.
«Ci stiamo solo divertendo, fratellino. Tu cerca di chiudere il becco, hai fatto bene a pedinarli scommetto che questa verginella attirerà Styles come la merda le mosche.» Ridacchia accarezzandosi i piercing del labbro.
«Potremmo finire in prig..»
«Prigione? Che novità.» Sbuffa con il solito sorriso prendendo una piccola bottiglietta dal tavolo e deglutendola velocemente. «Ci siamo già stati io e te, anche se per poco. Ricordi, fratellino? Dove va un Bellvieri, c’è un altro che lo segue.»
«Cosa ti ha fatto Styles?» Lo guardo di sottecchi.
«Sta compromettendo i piani di Bob, se cade Bob cado io e se cado io cadi anche tu.» Siamo una fottutissima scala.
«Questa cosa deve finire.» Non gli do il tempo di rispondere. «Sul serio. Abbiamo abbastanza soldi per andare via da qui Brandon, dimentichiamoci di tutto e cambiamo vita. Mi sono stancato di tutto questo, è follemente pericoloso.» Non riesco a rendermi conto che un pugno mi è stato tirato nello stomaco finché non lo sento.
«Non fare il fottuto coglione, noi non possiamo cambiare.» Ringhia prima di voltarsi per andare in camera sua, credo. «La metterò in camera mia, tu cerca di tirare fuori le palle.» Sono stanco di tutto questo.

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Ouch, come avete potuto vedere è un capitolo forte. Cioè rivela qualcosa in più su Brandon e Cher.

Ve lo aspettavate?

Cosa credete stia facendo Harry? E Mitchell?
E la "tanto amata" di Tessa? :')
Never say never u.u
Spero sul serio in vostri commenti, non piangete lol.
In ogni caso è da un po' che non vi lascio il link del gruppo, che tra poco diventerà una pagina facebook per facilitare lol.  https://www.facebook.com/groups/1510792752474554/    Incollatelo in un'altra pagina ed iscrivetevi per essere aggiornate degli aggiornamenti c:
Un bacio a tutte xx

OVER h.s (IN LIBRERIA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora