Capitolo 3.

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Non appena apro gli occhi la prima cosa che mi lampeggia davanti è la sveglia sul comodino che indica le sette passate. Accidenti, saranno ore che dormo, dall'entrata da scuola fino ad ora, mi sento un vero straccio.

Non vivendo più con i miei genitori non devo subirmi le continue prediche di mia madre, che, nonostante tutto, non riesce proprio a risparmiarsi. Più o meno vivo a tre ore da loro, io sono nel centro di Londra, loro nel centro di un cazzo che gli pare non molto lontano da qui.

Preso il cellulare non mi stupisco dei quattordici messaggi di Mitchell. Leggo direttamente l'ultimo, dove mi avvisa che alle nove passerà a prendermi per andare alla festa. Sarebbe ottimo se io avessi almeno accettato, peccato che non sia così.

Gli scrivo subito un messaggio dove lo avverto che non deve disturbarsi a venire dato che non ci metterò piede lì dentro. Una festa? Di nuovo? Soprattutto con lui e con quel menefreghista sfacciato di Harry? Puoi scommettere che non ci sarò.

Dopo nemmeno due minuti mi squilla il cellulare, è Mitchell, dunque rispondo immediatamente.

«Tu ci verrai, devo farmi perdonare per tutto. E' il miglior modo per strapparti un sorriso e farti dimenticare dove ti trovi.» Parla ancora prima che io possa salutarlo. Perfetto.

Mi alzo dal letto e scaccio via le ultime lenzuola rimaste. «Mitchell, domani è martedì non posso restare fuori tutta la notte. Solo ad una suonata come Jessica poteva venire in mente di organizzare una festa in pieno inizio settimana. Sono sotto esame, non posso distrarmi in questo modo!»

«Lo so! Ma non puoi immaginare quanta voglia io abbia di passare un po' di tempo con te, te ne prego, mon amour.» Ha una voce così dolce e sincera, non roca e accattivante come qualcun'altro di mia conoscenza.

Ma cavolo, quando inizia a parlare la sua madre lingua muoio ogni volta. Questo è uno dei tanti svantaggi ad avere un amico mezzo francese: ha una voce e un accento totalmente eccitante.

«D'accordo, ma passa a prendermi alle nove precise, e torno a casa a mezzanotte in punto!» Non riesco a nascondere un sorriso, in fondo mi è mancato così tanto.

«Perfetto! Passo a prenderti con il pickup di un mio compagno di corso, ho portato la macchina a verniciare e non l'avrò prima di Mercoledì. Saremo un po' stretti perché ci sarà anche Harry, ma non importa, a presto piccola!» Non ho il tempo di ribattere che lui stacca il cellulare. Come sempre mi ha fregata; ora mi toccherà anche infilarmi in un rottame con due aspiranti criminali, fantastico.

Mancano pochi minuti alle otto quando mi sono infilata una maglia bianca e un paio di jeans, non ho nessuna intenzione di indossare un vestito ad una festa di così basso conto e con una festeggiata così odiosamente stronza. Jessica Chanson. La reginetta di mamma e papà, capelli arancioni leggermente tinti e due occhioni scuri che ti spogliano - qualunque sia il tutto sesso.

Sono di fronte allo specchio ignorando il cellulare che continua a vibrare sopra il comodino. Cerco di arricciarmi i capelli, ma fallisco miserabilmente ottenendo solo uno stupido effetto mosso. Non ho i capelli eccessivamente lunghi, eppure li adoro per il loro colore scuro che risalta i miei occhi chiari.

Esco fuori dal mio appartamento e mi ritrovo dinanzi una vista più che paradisiaca; mi tremano le gambe dallo stupore. E' Harry, ed è proprio appollaiato allo sportello del pickup con tra le labbra una sigaretta. Ha un aspetto surreale, non mi sembra nemmeno lui.

Indossa lo stesso paio di jeans neri e stracciati di questa mattina, ma su ora ha una camicia nera aperta che da a vedere i suoi tatuaggi. Ti pareva se lo stronzo non avesse una pelle eccesivamente abbronzata su sui sono posate due bellissime rondini, 'fanculo.

OVER h.s (IN LIBRERIA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora